Persone e passioni

Parlaci di te. Da dove provieni? Cosa insegni a Ca' Foscari? Quali sono i tuoi interessi e ambiti di ricerca?
Sono nato a Venezia, a Ca’ Foscari insegno economia dell’ambiente, politica dell’ambiente e strumenti di valutazione economica integrata degli impatti del cambiamento climatico. Mi sono sempre occupato di temi legati all’economia dell’ambiente, alle politiche ambientali, e, più in generale, al tema della sostenibilità.


Qual è stato il tuo percorso accademico?
Mi sono laureato e “dottorato” a Ca’ Foscari. Ho conseguito un master in economics presso lo University College of London. Ho insegnato per molti anni all’Università Statale di Milano, dalla quale mi sono recentemente trasferito. Tra le esperienze di livello accademico, inserisco sicuramente la collaborazione, tutt’ora in corso, con il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, di cui coordino una divisione di ricerca.


Quali sono i tuoi punti di riferimento professionali?
Se parliamo di istituti e istituzioni di ricerca, a parte l’università, e non c’è ancora istituzione che permetta di fare ricerca libera, creativa e innovativa come l’università, pur riconoscendone i limiti, i grandi centri di ricerca internazionali, con i quali ho e ho avuto la fortuna di collaborare. Non trascurerei il ruolo dell’Europa nel promuovere e sostenere la ricerca e la circolazione delle idee. Se parliamo di figure, quelle degli scienziati disposti ad impegnarsi anche al di fuori dell’ambito accademico per cercare di affrontare le grandi sfide economiche e sociali in modo concreto e fattuale. Due esempi (tra i molti): Joseph Stiglitz, Esther Duflo.


Quali sono state le tue più grandi soddisfazioni professionali?
Sicuramente, quando sono riuscito a confezionare, ovviamente con l’aiuto di colleghe e colleghi, progetti di ricerca vincenti che poi sono stati finanziati in ambito nazionale, europeo o extraeuropeo. Vedere riconosciuta in modo tangibile non solo la validità delle proprie idee, ma anche la capacità progettuale è sicuramente gratificante.


Qual è l'ambito di cui ti sei sempre voluto a occupare, ma non hai ancora avuto l'occasione di esplorare?
In ambito economico, lo studio teorico e applicato dei processi decisionali in presenza di razionalità limitata, incertezza e informazione incompleta. Al di fuori dell’ambito economico, la teoria delle stringhe (sognare non costa niente). Al di fuori dell’ambito scientifico, il trail in MTB.


Qual è l'aspetto che più ti appassiona del tuo ambito di ricerca?
Sicuramente la trans e multi-disciplinarietà. Ad esempio, nella valutazione economica degli impatti del cambiamento climatico è normale confrontarsi con climatologi, oceanografi, biologi, architetti, assicuratori etc. Durante il processo di valutazione, poi, si devono applicare metodologie diverse: modelli economici, approcci econometrici, analisi costi benefici. E non trascurabile è la dimensione internazionale. La comunità scientifica che si occupa di questi temi è globale e questo offre la possibilità di scambiare idee e collaborare con ricercatori di tutti i paesi … Insomma, non è facile annoiarsi.


Hai sempre pensato che questa fosse la tua strada?
Fare ricerca in campo economico ambientale forse di no, ma l’idea di “fare ricerca” mi ha sempre interessato e l’ho sempre considerata una possibilità. Ricordo che mi interessavano tre campi sopra tutti: la storia, la fisica e l’economia. Poi, anche “colpa” dell’ottima università vicino a casa, ha prevalso la terza.


Cosa significa per te insegnare e fare ricerca?

Insegnare significa anzitutto trasmettere una capacità critica e di pensiero autonomo che permetta di orientarsi in un determinato contesto, quale esso sia. Ovviamente questo passa anche attraverso il trasferimento delle nozioni e, purtroppo per lo studente, la verifica dell’avvenuto apprendimento. Fare ricerca significa provare a dare risposte utili a domande importanti. Quali sono? Beh, ovviamente per trovarle bisogna fare ricerca…


Cosa diresti ai giovani che si avvicinano alla ricerca oggi?
Di farlo!

Last update: 27/02/2024