Primi piani

Federica Menegazzo
Chimica industriale

Ci parli di lei: cosa insegna a Ca’ Foscari, quali sono i suoi interessi e i suoi ambiti di Ricerca.
La mia attività scientifica si è sviluppata negli ambiti della Chimica Industriale e della Scienza dei Materiali. In particolare, la mia attività di ricerca è focalizzata su tematiche di catalisi eterogenea, studio di materiali nanostrutturati e sviluppo di processi per una nuova Chimica Sostenibile. Ritengo che la catalisi sia una tra le tecnologie chiave per uno sviluppo sostenibile del mondo, e proprio nell’ottica della Sostenibilità a 360° ho contribuito a sviluppare catalizzatori e processi per valorizzare biomasse di scarto, per trasformarle da rifiuto a risorsa, o per la produzione di idrogeno, considerato il vettore energetico del futuro, da fonti rinnovabili. Recentemente ho studiato anche formulazioni per la cosmetica, per la bio-edilizia e per applicazioni nei Beni Culturali.

Qual è l'aspetto che più l'appassiona del suo ambito di ricerca?
Sono molte le motivazioni per cui ho scelto di dedicarmi alla ricerca scientifica ed in particolare a studiare ed approfondire l’ambito Chimico. Nella sua complessità e ricchezza la Chimica non è “solo” Scienza, ma è Vita, Ambiente, Industria. La Chimica Industriale in particolare può essere interpretata come “la Chimica messa al servizio delle necessità dell’uomo” e mi piace pensare che la ricerca che facciamo oggi permette di progettare il domani e contribuisce a migliorare la qualità della vita.

Cosa significa, per lei, fare ricerca?
Nel corso di questi anni ho avuto modo di collaborare attivamente con molti gruppi di ricerca sia italiani che stranieri. Questo mi ha permesso un confronto costante e la possibilità di usufruire di competenze complementari per raggiungere l’obiettivo comune. A volte penso che chi lavora nella ricerca viva in una dimensione senza frontiere, dato che spesso mi capita di interagire nello stesso giorno con ricercatori di tutti i diversi continenti. È la conferma di quanto diceva oltre un secolo fa Louis Pasteur: “La scienza non conosce nazioni, perché appartiene all’umanità ed è la luce che illumina il mondo”.

Quale è il collegamento della sua ricerca con il territorio della città di Venezia?
Io afferisco al gruppo di ricerca CATMAT, che si occupa di sviluppare catalizzatori e materiali innovativi per processi sostenibili. Recentemente mi sto occupando di un progetto che riguarda il tradizionale marmorino naturale veneziano, un intonaco molto utilizzato sia negli esterni che negli interni degli edifici storici veneziani. Il progetto, in collaborazione con la ditta Uni.S.Ve. (Unione Stuccatori Veneziani), ha l’intento di combinare la tradizione veneziana con l’innovazione della ricerca sui materiali nanostrutturati. L’idea è quella di conferire al marmorino proprietà di self-cleaning, abbattimento di inquinanti atmosferici e miglioramento delle proprietà antibatteriche, tramite l’utilizzo di materiali fotocatalitici multifunzionali, che sfruttano la sola radiazione solare.

Last update: 17/04/2024