Primi piani

Alvise Perosa
Chimica organica

Ci parli di lei: cosa insegna a Ca’ Foscari, quali sono i suoi interessi e i suoi ambiti di Ricerca.
Io insegno chimica organica e chimica verde. Nel mio gruppo di ricerca studiamo nuove reazioni organiche e nuove sostanze chimiche che siano sicure, non inquinanti ed ecosostenibili. Queste nuove conoscenze vengono trasferite nei miei insegnamenti nei corsi di laurea triennale e magistrale di Chimica e Tecnologie Sostenibili. L’obiettivo è di formare giovani scienziati con una sensibilità verso lo sviluppo e l’implementazione di nuove tecnologie e processi chimici in grado di coniugare la tutela dell’ambiente e della salute con la produzione di beni e sostanze tipici dell’industria chimica, e con la riduzione degli scarti e dell’inquinamento in un’ottica di economia circolare.

Qual è stato il suo percorso accademico?
Dopo la laurea in chimica industriale a Ca’ Foscari ho vinto una borsa di studio Fulbright per fare il dottorato di ricerca in Chimica alla Case Western Reserve University di Cleveland negli USA. Una volta completato quest’ultimo ciclo di studio, sono tornato a Venezia come ricercatore post-doc e poi come ricercatore, professore associato e poi, dal 2020, come professore ordinario. Nel 2007, attraverso un finanziamento del governo australiano per una borsa Endeavour, ho trascorso un periodo come visiting researcher all’università di Sydney dove ho iniziato una collaborazione che ha portato alla stipula di un accordo per un dottorato di ricerca congiunto con quella università. Alcuni dei nostri studenti migliori beneficiano di questo accordo e trascorrono un periodo di ricerca di un anno in Australia.

L'ambito di cui si è sempre voluto/a occupare ma che non ha ancora avuto occasione di esplorare?
Fra le grandi sfide future della chimica vi è quella della generazione di idrogeno – il vettore energetico del futuro – da acqua, e la conversione dell’anidride carbonica in sostanze organiche complesse, come fanno le piante attraverso la fotosintesi clorofilliana. Entrambi questi processi richiedono grandi quantità di energia. L’alternativa che stiamo iniziando adesso ad esplorare è basata su nuovi materiali in grado di trasformare l’energia luminosa in energia chimica e quindi di sviluppare processi fotosintetici artificiali basati sulla luce solare.

Qual è l'aspetto che più l'appassiona del suo ambito di ricerca?
La chimica spiega i processi di trasformazione della materia. Riuscire ad imbrigliarli e a utilizzarli per scoprire nuove sintesi e nuovi prodotti dà un senso al mio lavoro. Se questo viene fatto con un occhio di riguardo verso l’ambiente e la salute è motivo di ulteriore soddisfazione.

Ha sempre pensato che questa fosse la sua strada?
Pur avendo fatto il liceo classico, ho sempre saputo che avrei seguito la mia vocazione scientifica. Inizialmente pensavo alla fisica, ma ho rapidamente capito come io fossi più interessato ad una disciplina che mi consentisse di giocare con le molecole, di capirne e modificarne il comportamento. Sono molto pragmatico, quindi trovo molto gratificante riuscire a risolvere un problema sintetico e riuscire a mettere in pratica un’idea o un’intuizione attraverso un semplice esperimento chimico.

Last update: 17/04/2024