Primi piani

Sabrina Manente
Tecnico scientifico laureato in ambito biologico

Ci racconti di lei e del percorso che l'ha portata qui a Ca' Foscari, e nel dipartimento presso il quale presta servizio.
Mi sono laureata a Padova in Biologia ed ho poi conseguito un Dottorato in Scienze Ambientali qui a Ca’ Foscari. Ho lavorato per anni nel campo dei marcatori biochimici e dei processi chimici che portano al bioaccumulo di composti inquinanti, maturando una formazione da ecotossicologa che mi ha permesso di partecipare a moltissimi progetti nazionali e internazionali. Perciò passare dagli organismi bioindicatori di un comparto ambientale alla gestione degli organismi biodeteriogeni per i Beni Culturali nel microambiente (quello che faccio negli ultimi anni) non è stato difficile: a livello biochimico le dinamiche non sono poi così differenti!

Di che cosa si occupa nel suo lavoro presso il dipartimento?
Sia per progetti di ricerca che per tesi di laurea, metto a punto test di tossicità in vitro su muffe e lieviti, testando nuove molecole, principi attivi naturali, sistemi a nanorilascio. Eseguo campionamenti indoor e outdoor di biodeteriogeni su Beni Culturali, studiando le caratteristiche chimico-fisico del substrato colonizzato.
Mi occupo poi di Terza Missione: public engagement tramite divulgazione scientifica con lab interattivi alle scuole del territorio. Su questa falsariga ho organizzato per l’Ateneo Bimbi al Campus e partecipo attivamente sia alle manifestazioni KIDS University che Veneto Night - Notte dei Ricercatori.
Organizzo e realizzo progetti per studenti delle superiori e delle triennali, essendo parte attiva delle Commissioni Orientamento e Comunicazione.
Dal 2020, tra gli incarichi dipartimentali, sono Referente tecnico per la riorganizzazione della strumentazione DSMN, facendo al contempo parte della Commissione Laboratori Didattici.

Qual è uno degli aspetti del suo lavoro che le dà più soddisfazione? 
Trovo davvero appagante riuscire a trasmettere passione e competenza per la ricerca agli studenti universitari, instillando senso critico e curiosità. Ciò aiuta a sviluppare visioni sistemiche e di conoscenze trasversali, di cui non si può oggigiorno più fare a meno.
Quando, invece, mi occupo di Terza Missione, mi entusiasma cogliere espressioni appagate nella faccia di bambini e ragazzi che (finalmente) trovano le materie scientifiche interessanti e stimolanti: adoro i momenti in cui si scatenano domande a raffica e collegamenti mentali! 

Come si è evoluta l’università italiana, e Ca’ Foscari in particolare, da quando ha iniziato il suo percorso lavorativo?
Forse per le tematiche di cui mi sono occupata e mi sto occupando, forse per la fortuna di aver collaborato con gruppi di ricerca coordinati da persone già su questa linea di pensiero, certo è che quello che ho sentito come una vera e propria evoluzione è stato l’affermarsi di una apertura del mondo accademico verso l’esterno: dal bisogno di confrontarsi su metodi e procedure scientifiche (così da ottimizzare costi e tempi) alla necessità di interpretare i bisogni e le richieste del territorio (vicino o lontano) non è più pensabile di rimanere entro il perimetro delimitato dal bancone del lab! Portando come valore aggiunto (non da poco!) sia il dover trovare un linguaggio comune con cui poter parlare/condividere/mettersi in gioco con figure anche molto diverse, sia il dover maturare competenze trasversali non solo strettamente professionali.

Last update: 27/02/2024