Primi piani

Patrizio Rigobon
Letteratura spagnola

Ci parli di lei: da dove proviene, cosa insegna a Ca’ Foscari, quali sono i suoi interessi e i suoi ambiti di Ricerca.
Mi chiamo Patrizio Rigobon. Provengo da Mogliano Veneto, una cittadina in una pianura quasi  liquida,  linguisticamente ibrida, tra Venezia e Treviso. Di confine. Trovo questa situazione insuperabile proprio perché, come diceva Giuseppe Berto, il "mio paese è una strada". Io ci aggiungerei anche "due aeroporti internazionali vicinissimi e un porto". L'ideale quindi per le fughe, i ritorni, gli incontri e tutto ciò che è legato al viaggio e alla conoscenza dell'altro. Mi occupo di letteratura catalana: una specie di piccola nicchia nel mosaico di lingue e letterature europee. Una cultura aperta che da sempre ha avuto rapporti con Venezia.

Qual è stato il suo percorso accademico?
Laurea in lingue e letterature straniere a Ca' Foscari, un biennio di Scienze Politiche a Padova,  Dottorato di ricerca a Bologna, studi a Barcellona.

Quali sono i suoi modelli / punti di riferimento professionali?
In realtà non credo di avere modelli particolari, né punti di riferimento. Ho conosciuto persone straordinarie e piccoli personaggi. La realtà umana  è fatta anche da questi ultimi e forse da questi s'impara di più la "verità effettuale", come avrebbe detto Machiavelli, cui dedicai la mia prima  tesi, cercando però d'ispirarmi ai principi etici delle "persone straordinarie". Quasi mai riuscendoci.

Ha sempre pensato che questa fosse la sua strada?
Beh, non dalla prima infanzia. Ma diciamo dall'età di 14 anni si  è profilata questa passione.

Qual è l'aspetto che più l’appassiona del suo ambito di ricerca?
Nel caso della lingua e letteratura catalana è sorprendente la lezione che viene da quel popolo: hanno rischiato di soccombere più volte nel corso della storia, ma hanno resistito. E in questa resistenza la lingua e la cultura sono state centrali. Capire le dinamiche e il perché di questi processi è senza dubbio materia appassionante perché coniuga l'elemento culturale a quello politico.

Cosa significa, per lei, insegnare e fare ricerca?
La didattica è frutto proprio della ricerca, quella dovrebbe essere subordinata a questa,  garantendone la qualità e l'innovazione. Didattica però è anche relazione e non solo veicolo di conoscenze. In questa relazione con i nostri studenti e le nostre studentesse, parzialmente dissoltasi durante il confinamento degli ultimi mesi, si gioca molto dell'efficacia e della credibilità dell'azione didattica: correttezza, diligenza e disponibilità non dovrebbero essere meri enunciati, ma pratica quotidiana.

Le soddisfazioni professionali più grandi?
L'idea stessa di fare "ricerca" è la maggiore soddisfazione. E aggiungo: deve rimanere sempre una ricerca inappagata negli esiti perché la curiosità sia sempre viva e la meraviglia la sorregga costantemente. Anche per questo ho scelto di restare "ricercatore": la parola mi piace troppo e dà dimensione filosofica ed esistenziale ad un quotidiano impegno che non diventa mai routine professionale o concorsuale.

L’ambito di cui si è sempre voluto/a occupare ma che non ha ancora avuto occasione di esplorare?
La mia curiosità riguarda le discipline scientifiche che non ho frequentato e delle quali non mi sono occupato, ma che apprezzo moltissimo. Dire che da ricercatore di letteratura vorrei studiare dendrologia, può sembrare una boutade e magari non ha senso, ma certamente rispecchia la realtà. Chissà, in un'altra vita...

Cosa dice ai giovani che cominciano il loro percorso universitario?
Di aprire bene occhi ed orecchi per cogliere tutte le opportunità offerte dall'ateneo e dai suoi dipartimenti. Per il resto, meglio non dare consigli, siamo tutti perfettamente in grado di sbagliare da soli.

Perché Ca’ Foscari e Venezia?
Perché è un ateneo sensibile all'innovazione, all'interculturalità, alle relazioni internazionali che si trova in una città che definire unica sarebbe riduttivo e banale. Una piccola città, tutto sommato, che ha un peso e un significato enormemente più grandi di quanto non dica la sua demografia. Ca' Foscari non è storicamente pensabile senza Venezia.

Last update: 27/02/2024