Primi piani

Sara Culeddu
Lingue e letterature nordiche

Ci parli di lei: da dove proviene, cosa insegna a Ca’ Foscari, quali sono i suoi interessi e i suoi ambiti di Ricerca
Sara Culeddu, provengo dalla provincia di Roma (Civitavecchia) e da una formazione presso le università di Firenze, di Trento e di Oslo. Ho lavorato a Firenze, a Milano e a Roma e mi occupo prevalentemente di relazione tra uomo e animale nelle letterature scandinave contemporanee e di letterature scandinave in traduzione italiana.

Qual è stato il suo percorso accademico?
Dopo la laurea a Firenze, un post-laurea a Oslo e il dottorato a Trento, a 30 anni ho cominciato a insegnare a contratto (Milano), a tradurre per l'editoria e a ottenere i primi assegni di ricerca. A 39 sono entrata come ricercatrice a Ca'Foscari e oggi sono professoressa associata in Lingue e Letterature Scandinave.

Quali sono i suoi modelli / punti di riferimento professionali?
Questa è facile perché, al di là delle molteplici e mutevoli ispirazioni, ho la fortuna di avere un vero maestro: Fulvio Ferrari

Ha sempre pensato che questa fosse la sua strada?
Non ho mai pensato alla mia strada, però ho sempre seguito questa.

Qual è l'aspetto che più l’appassiona del suo ambito di ricerca?
Amo la pratica sempre più collaborativa e meno solitaria della ricerca, ovvero l'incontro e lo scambio con colleghi italiani e stranieri; amo poter viaggiare in Scandinavia trainata dalla mia ricerca in direzioni in cui non ero mai andata prima; amo il momento in cui arriva il guizzo dell'idea in forma ancora scomposta, ma intuisco che non la devo lasciar andare; amo che i miei ambiti di ricerca riguardino aspetti ancora ampiamente da esplorare e la libertà che questo comporta.

Cosa significa, per lei, insegnare e fare ricerca?
Questa invece è impossibile: se lo studio e la ricerca sono il continuo inseguimento di gioia e pienezza, fisica e intellettuale, che abbraccio per poi spingermi oltre, l'insegnamento è la messa alla prova di tutto quel che credo di sapere: l'istinto lascia il posto al metodo, mentre la conoscenza mi sembra sedimentarsi proprio nel momento in cui viene trasmessa. È il passaggio più duro per me, ma ormai so che può portare gioie ancora più grandi - quelle condivise!

Le soddisfazioni professionali più grandi?
Ad oggi le mie soddisfazioni professionali più grandi sono la mia prima pubblicazione, che ha saputo intercettare una corrente di studio (gli human-animal studies) al tempo ancora inedita, il ruolo che mi sono conquistata come traduttrice di letterature scandinave nel panorama editoriale italiano ed essere approdata a Ca'Foscari!

L’ambito di cui si è sempre voluto/a occupare ma che non ha ancora avuto occasione di esplorare?
Le lingue e le culture Sami. A volte penso che ci vorrebbe un'altra vita, poi però mi impegno con me stessa a non arrendermi.

Cosa dice ai giovani che cominciano il loro percorso universitario?
Di esplorare anche se credono di avere le idee già chiare, e di godersi l'esplorazione e gli incontri inaspettati con persone e letture. Di essere umili, nella consapevolezza che c'è (sempre) tanto da imparare, di lasciarsi guidare ed ispirare, di esercitare la preziosa pratica dell'ascolto e il coraggio di esprimere dubbi e opinioni.

E a quelli che si avvicinano alla ricerca oggi?
A loro suggerirei di creare ampie reti di scambio intorno alle loro ricerche e di puntare sulla collaborazione piuttosto che sulla competitività. È molto più fruttuoso e divertente. Di essere pronti sì a sacrificare qualcosa, ma soprattutto imparare a capire quando non ne vale la pena.

Perché Ca’ Foscari e Venezia?
Ca'Foscari, nella persona di Massimiliano Bampi e di chi l'ha assistito nel suo progetto, ha avuto la visione di investire in un nuovo percorso di Scandinavistica. È un polo nuovo, brillante e pieno di promesse, posso lavorare con colleghi con cui ho un grande affiatamento (lo stesso Massimiliano Bampi, Massimo Ciaravolo, Annette Blomquist) ed è l'Università più dinamica, internazionale e stimolante in cui abbia mai lavorato. 

Last update: 27/02/2024