Primi piani

Luca Maria Olivieri
Archeologia e storia dell'arte dell'india e dell'asia centrale

Che cosa insegna a Ca’ Foscari? Quali sono i Suoi principali interessi di ricerca? Qual è stato il suo percorso accademico?
Insegno archeologia del Gandhara e delle vie della seta, archeologia e cultura materiale del Buddhismo in Asia meridionale e sud-orientale. I miei principali interessi di ricerca si collocano all’interno della cosiddetta “archaeology of religions”, con particolare interesse ai siti urbani, la geografia del paesaggio, le tecniche di produzione (ceramica, pietra) e i cantieri. Essendo essenzialmente un archeologo impegnato in scavi da oltre trent’anni, sono anche molto interessato all’aspetto teorico e interpretativo della stratigrafia, alla metodologia di scavo, documentazione e ricerca, ai temi del patrimonio o “Heritage” in aree di crisi o fasi post-belliche.

Che cosa L’ha portata a intraprendere la strada della ricerca? Che cosa L’appassiona di più del suo ambito di studi? 
La ricerca è sempre stato l’obiettivo del mio percorso professionale; d’altra parte, la vita professionale di un archeologo è totalmente espressa nella ricerca, attraverso la prassi dello scavo, l’organizzazione delle cosiddette risorse umane, la capacità di lavoro di squadra. Quest’ultimo aspetto mi interessa molto, come anche quello di poter avere col mio lavoro un impatto a livello locale o regionale, a livello di comunità. Importanti per me sono anche le componenti legali e amministrative della protezione del bene archeologico, comprese le linee guida o quello che oggi si chiama “best practice”. 

Che cosa significa, per Lei, insegnare all’università?
Significa poter condividere un’esperienza e possibilmente formare ad una professione. Oggi il patrimonio culturale, l’Heritage, è finalmente anche uno sbocco professionale, soprattutto in paesi extraeuropei, paesi che stanno affrontando con impegno l’enorme potenziale anche economico dei beni archeologici. Sempre più il patrimonio, in particolare quello archeologico, viene percepito come una risorsa, non più come un onere per lo stato. Le competenze linguistiche straordinarie che hanno i nostri studenti fanno di loro dei candidati molto ben piazzati in un’ideale graduatoria. Dirigo una la missione archeologica italiana più “antica” in Asia, che nel 2025 compirà 70 anni di attività continuativa nella valle dello Swat in Pakistan. Il mio sogno è farla divenire un laboratorio di formazione per i nostri studenti. Magari un giorno sarà qualcuno di loro a proseguire le nostre attività.

Lei lavora in un dipartimento che si occupa di mondi extraeuropei: che cosa vuol dire, per Lei, occuparsi di diversità culturale in una realtà globale sempre più interconnessa?
Significa poter dare una proiezione vasta, interconnessa, a qualunque gesto, iniziativa, attività, che vorremmo o potremmo mettere in campo. Si tratta di un’enorme potenzialità.

Last update: 17/04/2024