Ci parli di lei: da dove proviene, cosa insegna a Ca’ Foscari, quale è stato il suo percorso accademico?
A Ca’ Foscari sono arrivato nel 2015, dopo aver vinto il concorso per Professore associato di Storia dell’arte moderna (L-Art/02) – in precedenza avevo insegnato, come Professore a contratto, presso la Scuola di Specializzazione in Archeologia e Storia dell’arte dell’Università di Siena. Dopo aver conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale, nel 2020 sono stato chiamato come Professore ordinario di Storia dell’arte moderna (L-Art/02) dal Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari. Presso questo Ateneo insegno Storia dell’arte moderna nel corso triennale di Conservazione e gestione dei beni culturali e nel corso magistrale di Storia delle arti e conservazione dei beni artistici, e Storia del disegno e della grafica in età moderna in quello magistrale; dal 2017 coordino il corso magistrale in Storia delle Arti e conservazione dei beni artistici e faccio parte del Collegio Docenti del Dottorato di Ricerca in Storia delle Arti; inoltre sono, insieme a Silvia Burini, direttore scientifico della nuova serie di Venezia Arti, la rivista fondata nel 1987 da Wladimiro Dorigo e Giuseppe Mazzariol, e faccio parte del Comitato Editoriale di Edizioni Ca’ Foscari. Mi sono formato laureandomi in Lettere, indirizzo storico-artistico, presso l’Università degli Studi di Firenze, e successivamente conseguendo presso l’Università di Siena tanto la Specializzazione triennale in Archeologia e Storia dell’arte, quanto il Dottorato di ricerca, indirizzo in Filologia classica e Storia dell’arte. Presso l’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento di Firenze e l’Università di Pisa ho inoltre conseguito il Perfezionamento triennale in Civiltà dell’Umanesimo e del Rinascimento. Dopo aver vinto nel 2001 il concorso per l’insegnamento, ho insegnato a lungo Storia dell’arte nella scuola secondaria superiore, un’esperienza per me importante, che ho alternato con periodi di ricerca più o meno lunghi: sono stato ad esempio Hanna Kiel Fellow presso Villa I Tatti – The Harvard University Center for Renaissance Studies, con un progetto di ricerca su Albrecht Dürer nelle fonti italiane antiche: 1508-1686, che nel 2014 ha ricevuto il Lila Acheson Wallace Grant for Publication, per un libro edito da Olschki; ho avuto inoltre altre borse e assegni di ricerca presso la Harvard University, le Università di Siena e di Trento, l’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento di Firenze, il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza.
Quali sono i suoi interessi e i suoi ambiti di ricerca? Qual è l'aspetto che più l'appassiona del suo ambito di ricerca?
La mia attività di ricerca è soprattutto incentrata sulla grafica europea del Rinascimento, attraverso lo studio concreto di importanti collezioni. Sto ad esempio catalogando da molti anni il fondo di stampe tedesche conservate presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi, un progetto di ricerca che mi appassiona, in cui posso proficuamente incrociare indagine puntuale delle tecniche incisorie rinascimentali, coevi fonti storiografiche e antichi inventari della storica collezione, con il fine più ampio di tentare di ricostruire l’impatto della cultura figurativa tedesca in Italia fra Quattro e Cinquecento. I risultati di questa ricerca sono finora confluiti nella curatela delle mostre Albrecht Dürer incisore. Originali, copie, derivazioni (marzo-giugno 2007) e, insieme a Francesca de Luca, I volti della Riforma. Lutero e Cranach nelle collezioni medicee (ottobre 2017 – gennaio 2018), ma soprattutto nella stesura dei cataloghi: Albrecht Dürer. Originali, copie, derivazioni, Firenze, Olschki, 2007 e Intorno a Dürer: 1470-1550. Gli antichi maestri tedeschi nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi, Firenze/Milano, Giunti, 2019. Un altro progetto, a questo intimamente collegato, prevede l’edizione commentata di alcune delle principali fonti per la storia dell’incisione europea, composte fra XVI e XVIII secolo - nel 2016 ho pubblicato, per le Edizioni della Normale di Pisa, l’edizione critica di Giovanni Baglione, Intagliatori [Roma 1642], e ho al momento in preparazione, presso l’editore Olschki, l’edizione critica, con commento secolare, di Giorgio Vasari, Vita di Marcantonio bolognese, e d’altri intagliatori di stampe [Firenze 1568].
Completano questi miei interessi di ricerca lo studio, che mi accompagna da molti anni, di Albrecht Dürer, non solo come incisore, ma anche come pittore, e teorico dell’arte, visto attraverso la lente privilegiata della sua vasta e variegata recezione in Italia durante il Rinascimento e l’età barocca; più recente è il mio interesse nei confronti di Leonardo da Vinci disegnatore di incisioni e teorico, nei suoi legami con Venezia e il Nord. Infine, non vorrei smettere di studiare i profondi rapporti fra arte e scienza durante l’età moderna, da me indagati negli anni attraverso lo studio di vita e opere di poligrafi quali Jacopo Aconcio, Daniele Barbaro, Teofilo Gallaccini e Cesare Ripa.
Cosa significa, per lei, insegnare e fare ricerca?
Ho sempre pensato che l’inscindibile legame fra didattica e ricerca, ossatura tradizionale degli studi universitari italiani, rappresenti ancora un valido modello di riferimento, certamente da salvaguardare. Mi auguro quindi di riuscire a trasmettere ai miei studenti la passione per la ricerca, e con questa il metodo e il rigore necessario per conseguire risultati durevoli.