Night @Fortuny

Apertura ore 20.15

Chiusura ore 23.00 (ultimo ingresso ore 22.15)

San Marco 3958

Apertura straordinaria del Museoa ingresso libero.

Il Palazzo, voluto da Benedetto Pesaro (1433-1503) – nobile veneziano che ricoprì il ruolo di comandante in capo della marina veneziana dal 1500 al 1503, noto per i suoi successi militari durante la seconda guerra ottomano-veneziana – si presenta con l’imponenza della sua vasta mole con una facciata verso il rio di Ca’ Michiel e con una più estesa su campo San Beneto.

Alla morte di Benedetto il palazzo venne ereditato dal figlio, il quale nel suo testamento impose di “non vendere, non impegnare, solo conservare e, al massimo, dividere in due abitazioni, una al primo e una al secondo piano nobile”. Verso la fine del XVII secolo la discendenza maschile dei Pesaro di San Beneto si estinse e la proprietà venne divisa in due parti: Elena Pesaro, ultima erede diretta, ne fu la principale beneficiaria. Dal 1720 al 1825 circa il palazzo risulta interamente affittato. Alla metà dell’Ottocento l’edificio venne frazionato in numerosi appartamenti con la conseguente creazione di nuovi collegamenti verticali e orizzontali, per ospitare circa venti nuclei abitativi e destinare alcuni spazi a uso commerciale, come ad esempio i laboratori di stampa di uno tra i più noti fotografi veneziani dell’epoca, Paolo Salviati.

Il Palazzo versava quindi in uno stato di degrado e decadenza quando Mariano Fortuny y Madrazo, attratto da questa bellezza architettonica, vi entrò per la prima volta nel 1898 occupando l’ampio salone posto nel sottotetto e stabilendovi il proprio studio. Nel corso degli anni, acquisite le altre parti dell’immobile, Fortuny, pazientemente ma con costanza, iniziò il lavoro di recupero dell’edificio. Dopo un primo utilizzo dedicato alle sue sperimentazioni artistiche e scenotecniche elesse il palazzo a propria dimora e nel 1907 vi installò un piccolo laboratorio tessile assieme a Henriette Nigrin, musa ispiratrice e compagna. Dopo pochi anni due interi piani del palazzo furono occupati dallo straordinario atelier per la creazione e la stampa di abiti e tessuti in seta e velluto. Mentre Mariano perfezionava i suoi studi e le sue invenzioni la moglie Henriette, con eccezionale dedizione, dirigeva il laboratorio. Ogni mattina, aperto il portone dal custode, gli operai e le operaie entravano nel piccolo cortile e, salita la scala scoperta, si disponevano nella sale dell’atelier, chi ai telai da stampa, chi alla finitura dei capi d’abbigliamento. Dal 1915 Mariano diede inizio alla decorazione parietale di uno dei luoghi magici dell’edificio: il giardino d’inverno e atelier di pittura al primo piano nobile. Al secondo piano installò la sua preziosa biblioteca. Arredò gli interni del salone al primo piano con ricchi bagliori seducenti dell’Oriente, conciliando la ricomposizione tra l’idea dello studio d’artista paterno e la valorizzazione estetica del proprio lavoro.

Dagli anni Venti in poi, in quest’atmosfera permeata da suggestivo splendore orientaleggiante con reminiscenze rinascimentali, nei saloni e nelle nude stanze adibite ad atelier, laboratorio, officina, Mariano proseguì incessantemente il proprio lavoro dedicandosi alla ricerca di nuove soluzioni per le scene teatrali, alla creazione di disegni per tessuti stampati, all’ideazione di nuove fogge per l’abbigliamento, mai dimenticando però la sua grande passione: la pittura.

Dopo la morte di Fortuny (2 maggio 1949) l’edificio fu donato dalla moglie Henriette al Comune di Venezia (1956 ) per essere “utilizzato perpetuamente come centro di cultura in rapporto con l’arte; il salone centrale al primo piano dovrà conservare le caratteristiche di ciò che fu lo studio preferito di Mariano Fortuny y Madrazo, con le opere, i mobili e gli oggetti che vi si trovano attualmente; l’immobile dovrà essere denominato Palazzo Pesaro Fortuny”, come espressamente indicato nell’atto notarile. L’Amministrazione cittadina di fatto ne ebbe pieno possesso nel 1965, alla morte di Henriette. Dieci anni dopo, nel 1975, finalmente si aprì al pubblico il Museo. Nel 1978 l’Amministrazione veneziana completò la proprietà acquistando l’Androne al piano terreno, conferendo finalmente integrità all’intero complesso.

 

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l'arte libera la notte 17.6.2023