Ambiti territoriali e di ricerca

Grecia nord-occidentale

La storia degli studi epigrafici relativi alle due principali regioni antiche nelle quali si articolava la Grecia nord-occidentale, l'Etolia e l'Acarnania, è indissolubilmente legata all'opera di un maestro della scienza epigrafica del XX secolo, Günther Klaffenbach, vissuto fra il 1890 ed il 1972 e responsabile scientifico dal 1953 del progetto Inscriptiones Graecae dell'Accademia delle Scienze di Berlino. 

E' del 1932 il volume delle Inscriptiones Graecae che raccoglie le iscrizioni dell'Etolia cui hanno fatto seguito quello dedicato all'Acarnania nel 1957, e nel 1968 quello sulla Locride occidentale (IG IX I2, 1-3). 

Dopo una lunga pausa negli studi di settore, solo dall'inizio degli anni '80 l'epigrafia di queste regioni è tornata ad essere oggetto di un interesse scientifico non episodico, soprattutto da parte di studiosi italiani, tedeschi e greci (dal 2006 è attiva la XXXVI Eforia alle Antichità Preistoriche e Classiche dell'Etolia, Acarnania e Leucade con sede a Messolonghi). 

Negli anni '80 la prof.ssa Claudia Antonetti ha compiuto varie campagne di studio in Etolia e in Acarnania, finalizzate alla ricognizione globale delle iscrizioni conservate nei Musei di Agrinion, Thyrreion, Thermos, Patrai, nel deposito di antichità di Naupaktos, nel Lapidario di Delfi e nelle aree archeologiche delle due antiche regioni. In quegli anni, grazie a una sistematica opera di ricerca concentrata principalmente sulle iscrizioni inedite o pubblicate successivamente ai corpora di Klaffenbach, è nato l'archivio ora conservato presso il Laboratorio di Epigrafia greca.

Il 'nucleo storico' dell'archivio conservato presso il Laboratorio di Epigrafia greca è costituito dal materiale documentario raccolto dalla prof.ssa Claudia Antonetti a partire dagli anni '80 e relativo alla documentazione epigrafica della Grecia nord-occidentale, in particolare dell'Etolia e dell'Acarnania. 

L'archivio contiene:

  • calchi delle iscrizioni etoliche e acarnane conservate nei Musei di Agrinion e Thyrreion e nei Lapidari di Thermos, Delfi, Patrai, Naupaktos (C. Antonetti, anni 1982-86);
  • disegni delle iscrizioni (C. Antonetti, anni 1982-86);
  • schede epigrafiche autografe (C. Antonetti, anni 1982-86);
  • schede epigrafiche su supporto informatico;
  • foto su supporto cartaceo e digitale;
  • carte della Grecia nord-occidentale.

L'80% dei testi epigrafici inediti censiti è rappresentato da iscrizioni funerarie, risalenti per la maggior parte all'età ellenistica, spesso di squisita fattura sia sotto l'aspetto morfologico sia sotto quello della tecnica scrittoria. Il rimanente gruppo di epigrafi, per la maggior parte inedite, è di varia tipologia: leges sacrae, decreti, arbitrati, cataloghi, dediche votive e onorarie, documenti finanziari, manomissioni, miliari, cippi confinari, abaci; si segnala inoltre un cospicuo instrumentum publicum e domesticum. 

All'interno di quest'ampia documentazione si segnalano alcuni casi notevoli: tra le testimonianze dell'epigrafia pubblica un ruolo di spicco spetta ai documenti rinvenuti nel santuario di Thermos, tra cui merita attenzione il decreto federale del 164/3 a.C. per un acheo di Dime, che a tutt'oggi offre l'esempio più esteso di un formulario di concessione di diritti e privilegi da parte della Lega etolica. Tra le iscrizioni votive si segnalano in Acarnania le dediche dal santuario di Asclepio di Drymos Vonizas, in Etolia una dedica a Demetra e Core da Konope-Arsinoe (od. Angelokastro); di grande interesse il gruppo di manomissioni rinvenuto nell'area dell'antica Phistyon (od. Kryo Nero) e un miliare intitolato a Massimino il Trace da Drymos Vonizas. Tra le numerose funerarie si distinguono i due cippi arcaici con iscrizione metrica da Vlachomandra, la stele di Kritolaos di Trichonion ornata da pregevoli bassorilievi e il gruppo di stele del territorio degli Aperanti (Etolia settentrionale), assai caratteristico dal punto di vista tipologico. L'instrumentum, infine, annovera tegole con impresso l'etnico delle poleis etoliche e acarnane, proiettili di fionda e indicazioni di assemblaggio dei banchi dell'Heroon di Kalydon. 

Le iscrizioni della Grecia nord-occidentale sono state e sono al centro di vari progetti di respiro nazionale e internazionale:

  • Edizione delle iscrizioni greche e latine conservate nei Musei di Agrinion e Thyrreion in collaborazione con il prof. P. Funke (Seminar für Alte Geschichte della Westfälische Wilhelms-Universität Münster): C. Antonetti, P. Funke (a cura di), Collezioni epigrafiche della Grecia occidentale. 2.1. La collezione epigrafica del Museo archeologico di Agrinio (CEGO I), Bonn 2018; C. Antonetti, P. Funke, L. Kolonas, Collezioni epigrafiche della Grecia Occidentale. II. La collezione epigrafica del Museo archeologico di Thyrion (CEGO II), Bonn, c.d.s. Queste edizioni inaugurano la serie dedicata alle Collezioni Epigrafiche della Grecia Occidentale (CEGO). 
  • Collaborazione con le Inscriptiones Graecae di Berlino per l'aggiornamento del censimento delle iscrizioni dell'Etolia, dell'Acarnania e delle Isole ioniche.
  • Partecipazione ai programmi di ricerca di interesse nazionale PRIN 2007: Fondazioni, rifondazioni, basileis in Grecia nord-occidentale (Grecia occidentale, Epiro, Illiria meridionale, isole ioniche): storia politica, istituzioni, storiografia; PRIN 2009: Trasformazioni politico sociali e proiezioni ideologiche fra Grecia Occidentale e Sicilia in età classica ed ellenistica.
  • Schedatura e pubblicazione delle iscrizioni rinvenute nel santuario etolico di Thermos dal prof. Ph. Petsas : C. Antonetti, E. Cavalli, Il fondo epigrafico Petsas presso l'Università Ca' Foscari Venezia: Iscrizioni di Termo (Etolia), ZPE 180, 2012, 173-201.

Venetia

Nella Venetia è modesto il numero delle attestazioni di produzione epigrafica locale in lingua greca, non comparabile con quella in venetico e soprattutto in latino. Il suo significato storico, però, è molto importante, visto che testimonia presenza e diffusione della lingua greca in pieno contesto anellenico.

Caso di particolare rilevanza, unico nell'area in esame, è quello di Adria, emporion eponimo del mare 'superiore', l'Adriatico, crocevia di culture diverse - greca, etrusca, celtica, venetica, latina -, che vede la comunità parlante greco assumere un ruolo di spicco fin dal VI secolo a.C. Adria è l'unico sito nella Venetia a restituire un consistente corpus di testimonianze epigrafiche inquadrabili in un contesto omogeneo e riconoscibile. Il Museo Archeologico Nazionale di Adria, che tra il 2007 e il 2009 ha rinnovato l'allestimento della sezione etrusca, greca e romana, conserva importanti testimonianze epigrafiche. Il corpus di graffiti greci su ceramica attica a vernice nera è costituito da più di un centinaio di sigle 'commerciali' (trademarks secondo la definizione coniata da A.W. Johnston), la cui esatta funzione resta ancora da verificare. A questo ingente lotto si aggiungono le poche, ma significative dediche votive e le iscrizioni di possesso, che attestano la devozione della locale comunità ellenica e gli usi del simposio: esse sono attribuibili quasi esclusivamente a Egineti, presenti nell'emporion almeno dalla fine del VI al IV sec. a.C. 

Il corpus greco altinate si compone finora di poche iscrizioni conservate nel Museo Archeologico Nazionale di Altino: un vasetto miniaturistico, rinvenuto in contesto (II-I sec. a.C.), che riporta sul fondo del piede un'iscrizione votiva, e un anellino d'oro a fascetta, composta da lettere greche, dono in occasione del parto. Non è di produzione locale, ma egizia, la bilancina bronzea (I-II sec. d.C.) rinvenimento sporadico in area altinate: essa presenta su entrambe le facce dell'archetto le iscrizioni delle scale pondometriche e delle relative cifre e frazioni. Dalla messenica Pilo Corifasia proviene il catalogo efebico tardo-ellenistico inciso su una bella stele di marmo rosso del Tenaro.

Le iscrizioni greche di Iulia Concordia sono conservate presso il Museo Nazionale Concordiese di Portogruaro (Venezia): esse testimoniano che nella civitas Concordiensis tra IV e V sec. d.C. era presente una comunità di stranieri, prevalentemente siriani, autori di un piccolo, ma omogeneo insieme di dediche sepolcrali la cui lingua non è priva di vistose tracce di interferenze linguistiche con le abitudini epicorie.

Venezia 

Per ricchezza e varietà emerge la collezione epigrafica del Museo Archeologico Nazionale di Venezia, che vanta importanti iscrizioni cretesi, delie e ateniesi, prima confluite nelle collezioni personali delle più importanti famiglie patrizie veneziane e poi donate alla Serenissima: solo all'inizio del '900, e dopo lunghe peripezie, esse hanno trovato stabile collocazione nell'attuale Museo. Si segnalano un decreto di prossenia da Corcira e un epigramma sepolcrale da Paro. Nel 2002 l'équipe del Laboratorio ha realizzato i calchi di alcune di queste iscrizioni oggi conservati presso il nostro archivio.

Un piccolo lapidario si trova anche presso il Seminario Patriarcale di Venezia alla Madonna della Salute: prevalgono le iscrizioni latine, ma le poche greche non sono prive d'interesse, quali la raccolta di decreti dei Rodii in onore di Dionysodoros di Alessandria e l'iscrizione onoraria per Gaius figlio di Gaius da Delo. L'équipe del Laboratorio ha condotto nell'estate del 2008 una ricognizione fotografica e nella primavera del 2009 ha realizzato i calchi di tutte le iscrizioni.

Piazzola sul Brenta (PD)

Il lapidario della Villa Contarini-Simes di Piazzola sul Brenta (PD) conserva un importante lotto dalla collezione della famiglia Nani di San Trovaso in Venezia: si tratta di una raccolta di 50 epigrafi, di cui 18 in lingua greca, provenienti dal Peloponneso (Messenia e Laconia), dalle Isole ioniche (Cefalonia, Leucade, Corcira), dall'Epiro e da Atene. I calchi di queste iscrizioni sono stati realizzati nel 2005 e sono conservati presso l'archivio del Laboratorio.

Verona

Il Museo Lapidario Maffeiano di Verona espone le 94 iscrizioni greche raccolte nel XVIII secolo da Scipione Maffei: databili all'età classica, ellenistica e imperiale, provengono da tutto il mondo greco e in particolare dal Peloponneso, dalle Isole ioniche, da Delo e da Atene.

Altrove

Anche altri Musei archeologici e collezioni private del Veneto conservano singoli esemplari o piccole sillogi di iscrizioni greche, spesso appartenute a raccolte poi smembrate: da segnalare il Museo Archeologico di Belluno (epitaffio di Titus Flavius Dionysius di Cefalonia), la piccola collezione di villa Tauro di Centenere (Cesiomaggiore, BL), il Museo Civico di Treviso (iscrizioni di età ellenistica e imperiale da Delo, Samo e dalla Sicilia), il Museo Civico Archeologico di Padova (due iscrizioni funerarie di età imperiale) e il Museo Civico di Vicenza (tre rilievi funerari iscritti di età ellenistica e imperiale).

L'équipe del Laboratorio ha compiuto una capillare ricognizione dell'epigrafia greca prodotta nella Venetia. Questi gli obiettivi raggiunti:

  • Il censimento aggiornato delle pierres errantes in lingua greca presenti nelle principali collezioni museali del Veneto, ovvero: individuazione dei contesti di provenienza dei documenti; ricostruzione delle vicende di mobilità degli stessi; la formazione di collezioni pubbliche e private; ricostruzione dei fenomeni di dispersione; valorizzazione degli eventuali inediti. 
  • Lo studio dell'epigrafia greca prodotta in loco concentrato sul corpus di graffiti greci su ceramica attica a vernice nera dell'emporion di Adria: D. Baldassarra, Dal Saronico all’Adriatico. Iscrizioni greche su ceramica del Museo Archeologico Nazionale di Adria (= Diabaseis, 4), Pisa 2014  è stato presentato il 15 febbraio 2014 presso il Museo Archeologico di Adria.
  • Partecipazione al programma di ricerca di interesse nazionale PRIN 2005: EDR. Banca generale e archivio fotografico dell'epigrafia greca e latina in Italia: Regiones IX, X, XI, con riferimento alle iscrizioni provenienti dalla X Regio, Venetia et Histria.

Selinunte e Sicilia occidentale

L'epigrafia greca di Sicilia trova in Selinunte un luogo privilegiato: quello selinuntino è infatti un corpus 'aperto' e continuamente da aggiornare grazie a scoperte che ne ribadiscono l'evidente specificità. Avara di documenti pubblici, l'epigrafia di Selinunte è invece straordinariamente ricca di spunti per aspetti fondamentali del profilo culturale e religioso della colonia. Se pochi sono i testi censiti nei corpora classici (IG XIV del Kaibel del 1890), molto più ricco è il quadro che si ricostruisce a partire dalle raccolte più recenti: va segnalata in primo luogo la silloge curata da R. Arena (ed. prior 1989, altera 1996), cui si affiancano le raccolte - peraltro non esclusivamente dedicate all'epigrafia selinuntina - di M.T. Manni Piraino (1973) e di L. Dubois (I vol. 1989, II vol. 2008), che, pur diverse per taglio e presupposti, offrono un contributo importante per la storia degli studi, le osservazioni di carattere epigrafico, linguistico, onomastico, la qualità delle immagini. Per un censimento delle fonti epigrafiche e della bibliografia si può vedere S. De Vido, Selinunte. Fonti letterarie. Fonti epigrafiche (con D. Baldassarra). Bibliografia, in BTCGI, XVIII, Pisa-Roma-Napoli 2010, 596-600, 600-608, 617-678. 

L'équipe del nostro Laboratorio si propone un censimento aggiornato dell'epigrafia greca di Selinunte e del territorio, nei limiti compresi tra l'età arcaica e la costituzione della provincia romana.

E' stata avviata a questo fine la raccolta sistematica della bibliografia su singoli documenti, su intere classi tipologiche o su particolari aspetti grafici e linguistici, con particolare interesse per le iscrizioni lapidarie rinvenute nell'area sacra della Malophoros e del Meilichios.

Fra i risultati delle ricerche si contano le numerose pubblicazioni scientifiche date alle stampe dai membri dell'équipe, per le quali si rimanda al catalogo di Ateneo ARCA. Tra esse si segnalano:

  • C. Antonetti, S. De Vido (a cura di), Temi selinuntini, Pisa 2009: il volume raccoglie contributi di docenti del dipartimento veneziano, di studenti distintisi nel Seminario organizzato nel 2006 e di studiosi con cui è ben avviata una proficua collaborazione. 
  • C. Antonetti (a cura di), Gli esametri Getty e Selinunte. Testo e contesto, Alessandria 2018: il volume è il frutto di più incontri di studio e della ricerca interdisciplinare sugli 'esametri Getty' condotta da studiosi delle Università di Venezia, Urbino, Napoli, New York, con il supporto della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali della Regione Sicilia e del Parco Archeologico di Selinunte. Oltre all'analisi specifica degli esametri – un testo composito di natura magico-catartica, inciso su una lamina plumbea donata al John Paul Getty Museum – il volume dedica spazio anche allo studio della loro contestualizzazione storica, archeologica e letteraria, individuabile in Selinunte e nella Sicilia occidentale a cavallo tra V e IV secolo a.C. 

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Last update: 30/08/2023