Master Ciset, Brunella Zinato (The Edition Barcelona) "vi racconto il mio Life Changing"

Intervista a Brunella Zinato, direttrice del The Edition Hotel Barcelona.


Brunella ha iniziato il suo percorso nel turismo frequentando il Master Ciset, esperienza che definisce determinante per la sua carriera. Oggi dirige un luxury hotel, il The Edition a Barcellona, dopo un cammino che l’ha portata a lavorare da Milano fino a Tenerife. In questa intervista esclusiva ripercorre le tappe principali del suo percorso e le evoluzioni che ha visto nel settore.

Brunella, che ruolo ha avuto il Master Ciset nella sua carriera?
Devo dire la verità: il Master Ciset ha dato una svolta a quello che è stato l'inizio della mia carriera. Grazie al Master, ho potuto fare uno stage – e il supporto della tutor è stata importantissimo perchè mi ha indirizzato in una realtà che mi ha davvero permesso di crescere –  mi hanno assunta e da lì ho iniziato il mio percorso. Sì, è stato veramente un “life changing” per me. Prima del Master lavoravo, ma sentivo il bisogno di una crescita più allineata alle mie aspirazioni.

Pensavi di trasferirti definitivamente a Milano ma poi la vita...
Tutto è cominciato a Milano perché lo stage l’ho fatto lì. Pensavo che Milano sarebbe stata la mia città e ho comprato un appartamento. Ma un anno e mezzo dopo che stavo pagando il mio mutuo, mi è arrivata l’offerta di venire a lavorare a Barcellona e, onestamente non ci ho pensato molto, ho accettato. Dopo sono andata a Tenerife, per tre anni, e infine sono tornata a Barcellona.
Adesso sì, lo posso dire: questa è diventata la mia città dove ho creato la mia famiglia; sono molto contenta: alla fine sono diciotto anni che sono in Spagna.

Come è cambiato il mercato turistico in questi anni?
Il Master Ciset l’ho frequentato tra il 1996 e il 1997. L’esperienza iniziale a Milano è stata molto importante: già allora era una città internazionale. Quando mi sono trasferita a Barcellona, il cambiamento è stato ancora più grande. In tutti questi anni quello che ho visto è stato uno sviluppo continuo specialmente del mercato americano: è vero che sto lavorando qui per una compagnia americana, e questo influisce sicuramente, ma comunque c’è molta richiesta da parte degli stranieri d’oltreoceano di visitare l’Europa. Il fascino della storia, della cultura, dell’arte e della gastronomia rimane sempre un magnete potente.

In che modo è cambiata la domanda di turismo e il posizionamento di Barcellona rispetto alle altre città?
Devo dire che il mercato è cambiato non tanto a livello di domanda, perché la domanda c’è sempre, ma nella capacità di spesa. Il mercato del lusso in città che chiamiamo secondarie – anche se Barcellona non è così secondaria, ma ci consideriamo tali rispetto a Londra e Parigi – ha avuto un forte incremento soprattutto dopo la pandemia. C’era la volontà, per lo straniero, di viaggiare in Europa, e quando si è presentata la possibilità di avvicinarci – come mercato del lusso - a Londra e Parigi, devo dire che Barcellona ha colto il momento ed ha fatto grandi passi avanti. Certo c’è ancora strada da fare per arrivare alla capitale inglese e francese perchè sono due città che negli anni sono riuscite a posizionarsi strategicamente nel mercato del lusso, grazie a un ecosistema di hotel, ristoranti, negozi, servizi di trasporto: hanno fatto una politica di posizionamento molto efficace.
Anche Madrid, che dal punto di vista turistico era in secondo piano rispetto a Barcellona, è riuscita a posizionarsi bene seguendo l’esempio delle grandi capitali.

Su cosa si sta lavorando oggi per il futuro di Barcellona e delle attività che vi insistono?
Come Edition stiamo lavorando molto a Barcellona anche con le istituzioni. L'obiettivo è
riposizionare la città come destinazione turistica di lusso
. Va detto che Barcellona aveva già fatto un grande lavoro con le Olimpiadi del 1992, facendo scoprire ai turisti – e anche ai residenti – la vocazione marittima della città. È curioso ma prima la zona del mare era legata solo al porto e alle attività di pesca, ora invece la città è stata capace di trasformarsi e aprirsi verso il mare. Ci sarebbe bisogno di un nuovo rebranding. Devo dire che l’Ente del turismo sta lavorando molto su questo e ci sono stati cambiamenti strategici importanti.

Torniamo alla tua carriera: come hai scoperto il percorso di studi Ciset?
Avevo finito l’università ed ero stata fortunata a trovare subito lavoro, però non ero soddisfatta.
Ricordo che, da buona veneta del Basso Polesine, leggevo sempre il Gazzettino, e fu proprio mia mamma a notare la pubblicità del Master Ciset. L’abbiamo valutata insieme e ho deciso di candidarmi subito. Sentivo che dovevo assolutamente partecipare a quel percorso di studi e la notizia dell’ammissione è stata una gioia enorme. Non esagero se dico che quell’esperienza mi ha cambiato la vita: mi ha aperto porte che senza il Master Ciset non avrei mai potuto varcare – a partire dallo stage, dalla formazione e anche dai rapporti personali. Ho fatto parte di un gruppo meraviglioso di colleghi con cui sono ancora in contatto.


Che cosa ha rappresentato per te questo percorso dal punto di vista formativo e umano?

Effettivamente è stato un trampolino di lancio fondamentale. Lo consiglio a tutti: offre non solo una preparazione solida, ma anche una visione globale sulla gestione del turismo e sull’economia del settore. Il percorso è stato pensato in modo strategico: attraverso i vari moduli vengono affrontati tutti gli aspetti che, nel mio caso, sono risultati essenziali nel mondo alberghiero. Ora che dirigo un hotel, mi rendo conto di quanto anche le nozioni che sembravano “di base” siano state in realtà fondamentali per comprendere ogni disciplina e lavorare con tutti i responsabili di reparto. È stato davvero un cambiamento di vita.