Sistemi AI per le PMI del turismo: come imparare ad usarli

In questo momento l'attenzione sulle applicazioni dei sistemi AI based nel mondo turistico è al massimo e CISET è stato già impegnato ad aprile e lo sarà di nuovo a breve in diversi incontri su questo tema, anche in virtù del fatto che di questo argomento si occupa dal 2017 e ha quindi è tra i pochi soggetti che hanno già esperienza su una tematica all'avanguardia.

Il ruolo di CISET è sorpattutto, nel momento di integrare un sistema di AI, quello di supportare le imprese nel come farlo e nelle decisioni relative a cosa è meglio che l'AI faccia, se e come devono essere ri-organizzate le risorse umane, come dobbiamo formarle. Inoltre, CISET supporta poi l'addestramento dell'AI n ei casi in cui si richieda una risposta molto personalizzata sulle necessità dell'impresa o implementazioni sperimentali.
Per questo, nei diversi incontri in cui CISET ha partecipato ad aprile a Venezia, Federica Montaguti in particolare ha portato sempre l'attenzione degli imprendiotri presenti su tre questioni chiave.

La prima è la necessità di non farsi "intimidire" dai sistemi: molti imprenditori in realtà sanno suull'Intelligenza Artificiale quello che ne sa il grande pubblico, o pensano che sia qualcosa di adatto solo a grandi aziende oppure che si possa usare solo per generare contenuti, vista la grande esposizione mediatica che ha avuto l'AI generativa negli ultimi mesi. Spesso poi questa diffidenza è ancor più diffusa nello staff. Negli incontri si è quindi cercato di spiegare come di base funziona e come possa essere resa facilmente usabile, per togliere quella sorta di senso di "qualcosa per chi ne capisce" e per chi ha le risorse. L'AI può aiutare moltissimo le PMI nel turismo con il suo potenziale nell'aiutare a svolgere mansioni a basso valore aggiunto e però estremamente time consuming (procedure "burocratiche", ricerche di immagini in archivi enormi, realzioni tra reparti anche per assegnare le camere, risposta a domande banali, ecc.). Puà quindi liberare risorse, economiche ed umane, per lo sviluppo e la crescita, quando non aiutare a svolgere task di cui ormai nessuno vuole occuparsi. Questo potenziale rischia di andare però perso se non viene abbattuta la barriera iniziale, così come avvenuto in passato con altre tecnologie.

La seconda questione è ricordare che l'AI non è solo quella generativa e che anche quella generativa non produce solo testi e immagini, ma che si tratta di sistemi che possono imparare e quindi supportare in diversi aspetti dell'attività, a seconda delle esigenze e degli obiettivi dell'azienda, dalla gestione delle fatture all'assegnazione delle camere, dalla riduzione degli sprechi di energia alla risposta alle e-mail, dalla gestione dei contenuti digitali al check in.
Le implementazioni già ora sono molteplici e facilmente i sistemi si adattano alla specifica esigenza.

Il terzo aspetto chiave è ricordare che, per essere efficace, l'introduzione di un sistema AI based comunque prevede un minimo di riorganizzazione del lavoro e di reskilling del personale. Solo sistemi molto specifici o già di per sé integrati in altri sistemi (ad esempio Revenue Management Systems) possono non richidere riorganizzazione, ma dove l'intelligenza artificiale deve andare a supportare le persone all'interno dei processi questo richiede che il processo e le procedure siano riformulati e che lo staff sia formato non solo nel mero uso del sistema ma nel modo in cui ridefinisce il lavoro. Se l'AI, come dovrebbe, libera energie per attività più intelligenti e creative, è anche già opportuno pensare all'upskilling di alcune risorse. Insomma, obiettivi e un piano operativo essenziale sono fondamentali per evitare investimenti che poi rimangono inutilizzati o che sia l'AI stessa a dettare la riorganizzazione, con un adattamento che rischia di essere poi disorganizzato.