L'isola di vetro

L’isola di vetro è un programma che confronta storia e attualità del vetro artistico di Murano. Un racconto in sei puntate per capire cos’è stato il vetro per l’isola, cos’è al giorno d’oggi, e cosa può essere in futuro; proviamo a dipanare il filo di questo rapporto millenario attraverso le voci di chi si occupa, a vario titolo, di arte vetraria: grandi maestri, imprenditori, artigiani, studenti, ricercatori.

L’isola di vetro è un podcast di Università Ca’ Foscari Venezia, realizzato in collaborazione con Fondazione musei civici di Venezia.

A cura di Radio Ca' Foscari e Fondazione musei civici di Venezia
Frequenza di pubblicazione: settimanale
Categoria: Cultura

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Murano è da secoli sinonimo di vetro, e soprattutto di vetro artistico. Un rapporto, quello tra l’isola e l’arte vetraria, che nasce alla fine del tredicesimo secolo: le vetrerie esistono già a Venezia da più di cent’anni, ma il fuoco delle fornaci è causa di frequenti e spesso disastrosi incendi: la Serenissima, con un decreto, le fa spostare tutte su un’isola lontana dal centro ma facilmente raggiungibile. All’epoca Murano era retta da un podestà, ma fu solo da quel momento che divenne fulcro fondamentale per le attività commerciali della Repubblica.

Come sta Murano oggi?
Murano da sempre chiusa in sé stessa, circondata da mura virtuali, da schermi che bloccano lo sguardo di chi, curiosamente o avidamente, vuole carpire i segreti dei grandi maestri. Un paradosso apparente, in uno stato aperto da sempre al mondo, agli scambi e alle influenze reciproche com’era la repubblica di Venezia.
Oggi è giusto chiedersi se Murano sia ancora la sola a potersi dire detentrice di ogni eccellenza, e se questa tendenza centripeta dell’isola verso sé stessa sia ancora vista, da chi guarda da fuori, come un valore.

In questo primo episodio de L'isola di vetro proviamo a fare un punto sulla situazione di Murano nel ventunesimo secolo, partendo però da una prospettiva storica e di memoria della Murano che è stata.

Alla fine del XVI secolo, tremila persone, tra quelle che abitavano l'isola di Murano, erano coinvolte in qualche modo nel settore del vetro. Oggi le persone che vivono a Murano sono circa 4000 in tutto, e possiamo ben immaginare che i numeri di quelle attive nell’industria vetraria siano ben più bassi rispetto a quelli dei secoli scorsi.
Non abbiamo cifre precise, e sappiamo che la storia anagrafica dell’isola è fatti di alti e bassi, si comporta come una specie di marea che sale e cresce nel corse di epoche diverse, arrivando a picchi in basso verso metà Ottocento - quando la popolazione superava di poco le 3000 unità - e arrivare quasi al triplo negli anni Sessanta del secolo successivo.
Oggi si scende di nuovo, come in tutta la laguna, con conseguenze ovvie anche per la lavorazione del vetro artistico. C’è chi è più ottimista e chi meno sul futuro dell’isola, ma una realtà sembra trovare d’accordo chiunque: c’è sempre meno personale nelle fornaci, ed è un personale sempre più vecchio. Ci vuole un ricambio generazionale, e se si vuole averlo in fretta bisogna capire come rendere attrattivo questo lavoro per le generazioni più giovani.

Murano come sinonimo di vetro e di arte vetraria, abbiamo detto. Ma cos’è il vetro? Ne esiste un solo tipo? E si lavora sempre allo stesso modo?
La risposta a queste domande, ovviamente, è no. Il mondo del vetro è un ecosistema complesso in cui convivono tecniche di creazione e lavorazione molto diverse tra loro e che richiedono diversi tipi di conoscenze dei materiali e del modo in cui bisogna maneggiarli. Conoscenze che nei secoli si sono formate e tramandate attraverso l’esperienza diretta, con quel processo che - se fossimo manager aziendali - chiameremmo learning by doing. Oggi per affinare le tecniche si affianca al lavoro sul campo lo studio teorico delle materie prime e delle loro reazioni fisiche e chimiche: si uniscono, insomma, la teoria e la pratica, la scienza e la conoscenza.
Ci dirigiamo verso una fornace per capire come nasce un oggetto di vetro, ma prima facciamo un passo indietro. Di qualche millennio.

Immaginate un piccolo centro abitato di poco più di un chilometro quadrato, un centro in cui per secoli ha lavorato chi deteneva i segreti di un’arte sopraffina. Un’arte con diversi stili, le cui tecniche erano conosciute solo da chi viveva in quel chilometro quadrato: vicini di casa, che magari si scontravano spalla a spalla in un calle stretta, andando a lavoro. Ognuna di queste persone aveva in mano un’arte unica, simile e diversissima dalle altre, che custodiva gelosamente per poter mantenere la propria unicità. Dici Murano e dici vetro, lo ripetiamo spesso, ma ogni pezzo di vetro nasce da un procedimento particolare.

La visione che si può avere di Murano e della sua arte è dunque dicotomica, in contraddizione apparente: è un insieme compatto e al tempo stesso frammentato, variegato.
Ma è come un mosaico: da lontano si vede solo il disegno, ma se ci si avvicina, possiamo notare le singole tessere, ognuna con la sua particolarità. O meglio ancora è come un atomo, in cui i protoni ed elettroni non si toccano mai eppure sono indivisibili.

Questa è una puntata di storie. E a volte tenere assieme storie diverse con un unico filo conduttore può essere molto difficile. Qui il filo conduttore è semplicemente il vetro, nelle sue varie forme e lavorazioni; e le storie sono storie di persone che hanno deciso di dedicare una parte importante della loro vita - a volte una vita intera - a questo materiale.
Sentiremo le storie di chi è nato a Murano e ci è rimasto sempre, investendo tutto sé stesso; le storie di chi da Murano è partito per l’America, per scoprire nuovi mondi anche nella lavorazione vetraria; le storie di chi l’America l’ha trovata a Murano, arrivando da fuori e ricostruendosi un mondo; le storie di chi da Murano prende la materia prima, ma vive e lavora a Venezia dove ha deciso di riscoprire un mestiere antico.

In questa nostra passeggiata tra le vetrerie di Murano, abbiamo parlato di tradizione e innovazione, abbiamo sentito le storie di chi col vetro si sporca le mani - anzi, più spesso se le taglia e se le brucia. Abbiamo esplorato idealmente l’isola attraverso gli occhi di chi padroneggia il mestiere, ma proviamo a chiudere questa esplorazione con uno sguardo esterno, quello di chi il vetro lo studia, di chi su quest’arte prova a creare progetti. Dalla pratica alla teoria, per tornare alla pratica con idee nuove, perché la scienza può aiutare la conoscenza e viceversa.

Vediamo come scienza e conoscenza si possono incontrare, grazie a due progetti guidati dalle università Ca’ Foscari e IUAV: Murano Pixel e Vetro futuro.