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Donazione per la conservazione innovativa del patrimonio lapideo veneziano

Un nuovo tassello sulle conoscenze dell’immenso patrimonio artistico di Venezia e sullo sviluppo di metodologie innovative per la diagnostica e la conservazione dei beni culturali della città si aggiungerà grazie alla realizzazione di un articolato progetto di ricerca (THOR) avviato nel 2020 da un team del Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica dell’Università Ca’ Foscari e sostenuto da Intesa Sanpaolo, Leonardo e Snam.

L’iniziativa è nata a seguito dell’eccezionale fenomeno di acqua alta verificatosi nell’ottobre 2019, quale contributo alla città per rafforzare le capacità di difesa dei suoi monumenti dagli effetti dell’acqua alta, nell’ambito della venticinquesima edizione del Seminario di Venezia organizzato ogni anno dall’Ambasciata d’Italia a Londra, e ospitato a Ca’ Foscari da diverse edizioni.

I supporti lapidei sottoposti sia a processi di risalita capillare di acqua di mare che da eventi di “acqua alta” presentano gravi situazioni di degrado fisico dovute alla cristallizzazione dei sali e alla conseguente perdita irreversibile di materiale. Il progetto Thor affronta questo problema attraverso lo studio del rapporto tra i materiali dell’architettura e l’acqua di mare, la messa a punto di metodi per l’intervento di desalinizzazione dei supporti e la proposta di nuove metodologie per il controllo degli interventi e il monitoraggio dello stato di conservazione dei materiali.

Conoscere il comportamento dei diversi materiali dell’architettura soggetti all’azione dell’acqua di mare significa poter dare indicazioni fondamentali per la realizzazione di interventi di conservazione efficaci e duraturi. Partendo dall’analisi di manufatti veneziani, il progetto Thor analizza materiali tradizionale e contemporanei e ne valuta la diversa resistenza all’azione dei Sali, contribuendo in maniera determinante alla proposta di soluzioni di intervento sempre più compatibili con l’ambiente di conservazione e con i manufatti storici. 

Tradizionalmente l’intervento di conservazione prevede la rimozione dei sali solubili dai manufatti attraverso lavaggi diretti in acqua o mediante applicazione di impacchi di sistemi adsorbenti (argille o polpa di cellulosa). Questi metodi possono però portare alla perdita di frazioni consistenti di materiale, laddove lo stato di conservazione del supporto sia già compromesso. Traendo ispirazione da sistemi di bonifica dei terreni, il progetto Thor sta studiando dei metodi elettrochimici di rimozione dei sali, attraverso l’applicazione di un campo elettrico esterno

Sia lo stato di conservazione dei materiali che l’efficacia degli interventi di desalinizzazione necessitano di controllo e monitoraggio. Il progetto Thor sta studiando la possibilità di analizzare i materiali attraverso una nuova strumentazione non invasiva che, utilizzando onde acustiche, fornisce indicazioni sullo stato dei materiali. Questa strumentazione potrà dare indicazioni sugli effetti dei Sali trasportati dall’acqua di mare e monitorare gli interventi di conservazione. La diversa risposta dei materiali alle onde acustiche può essere infatti definita come una sorta di impronta digitale dei materiali, che si modifica in presenza di Sali e al variare dello stato di conservazione del materiale stesso. Il confronto di queste impronte acustiche potrà dare informazioni importanti sulle condizioni dei manufatti e in modo non invasivo.

Sarà anche grazie al tuo aiuto se riusciremo a conservare il patrimonio artistico di Venezia. È possibile sostenere il progetto di conservazione innovativa attraverso varie forme di contributo: scrivici a sostienici@unive.it.