Tutta scena

Tutta scena è un format di informazione e approfondimento dedicato al mondo del teatro.
Un contenitore pensato per la pubblicazione in podcast, che a cadenza irregolare durante l'anno propone recensioni e interviste dalle stagioni teatrali veneziane (ma forse non solo, chissà).

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A cura dello staff di Radio Ca’ Foscari
Frequenza di pubblicazione: irregolare
Categoria: Cultura

Scopri gli episodi

Bullyache è un duo artistico composto da Courtney Deyn e Jacob Samuel, che attraverso la cultura pop indaga l'identità di genere e la cultura operaia. 
A Biennale Danza 2025 portano in scena lo spettacolo "A Good Man is Hard to Find", un'allegoria sulle dinamiche di potere che si giocano sul luogo di lavoro, dove ci sono oppressori ed oppressi.

Caterina e Luigi a fine spettacolo sono riusciti a scambiare due parole con i due registi Courtney Deyn e Jacob Samuel, e uno dei ballerini della performance Giacomo Luci. 

Partendo dal romanzo incompiuto La mort i la primavera della scrittrice catalana Mercè Rodoreda, Marcos Morau traduce nel linguaggio della danza la rinascita della primavera, ovvero il potere della natura di rigenerarsi.

Scritto durante gli anni ‘60, ma pubblicato nel 1986 postumo alla sua morte, il romanzo è ambientato in un paesaggio indefinito nello spazio e nel tempo, caratterizzato da una natura sinistra e minacciosa. Analogamente, Morau con la compagnia La Veronal evoca attraverso il gesto e il corpo una primavera associata alla morte e all'oppressione. A rendere l'atmosfera ancora più inquietante, lo spettacolo viene accompagnato dalle note di Maria Arnal, compositrice ed interprete della musica originale.

In questo episodio, Matilde ci racconta le sue impressioni sullo spettacolo.

Foto di copertina: Andrea Avezzù, Courtesy La Biennale di Venezia.

Fables di Virgine Brunelle è un'opera realizzata nel 2022 per una compagnia di dodici danzatori/trici e un pianista dal vivo. Lo spettacolo è singolare perché si ispira ad una comunità di anarchici che tra l'Ottocento e Novecento decide di ritirarsi sul Monte Verità in Svizzera, per sfuggire all'industrializzazione dilagante e costruire la propria società ideale.

Lo spettacolo, diviso in tableaux, fa un excursus sulla storia della nostra società, partendo dalla modernità, fino ad arrivare all'utopia di una società priva di costrutti sociali. 
Giulia che ha visto lo spettacolo, ci racconta la sua in questo episodio.

Foto crediti: Andrea Avezzù, Courtesy La Biennale di Venezia

On the Earth di Wayne McGregor ha sorpreso Caterina e Luigi con quella che è stata definita la prima installazione coreografica post-cinematica al mondo. In pratica, non hanno visto dei ballerini sul palco, ma hanno assistito ad una performance video 3D a 360°, immergendosi quindi completamente nella coreografia. Lo spettacolo è arricchito con numerosi effetti speciali fatti con l'intelligenza artificiale, anche se i temi che vengono sviscerati, almeno secondo Caterina e Luigi sono un concentrato di umanità: l'amore, e la crescita interiore.

Crediti immagine di copertina: Revi Deevers

Anche se ultimamente per Biennale Danza passano spettacoli molto multidisciplinari, Giulia, assidua frequentatrice della rassegna, ci assicura che Ventre do Vulcao di Tania Carvalho è la cosa più vicina alla danza che abbia visto negli ultimi tempi. 
Sul palco si vede la sola figura di Tania Carvalho muoversi assieme alle luci, che accendono e spengono elementi sullo spazio, come fossero protagonisti con lei sulla scena. Le musiche invece, dai suoni striduli e coinvolgenti, trasmettono al pubblico un senso di inquietudine crescente. 
Lo spettacolo cerca di iscenare dei sentimenti esplosivi, dalla potenza latente, che come un vulcano non si sa mai bene quando saranno espulsi.

Voce e testo di Giulia

Dopo il Leone d’Argento ricevuto alla Biennale Danza 2023, TAO Dance Theatre è tornata a Venezia con due nuove creazioni, parte dell’inconfondibile serie numerica. Due anni fa avevano ammaliato il pubblico lagunare con la potenza ipnotica del loro linguaggio coreografico, per questo il loro ritorno era atteso, desiderato. Anche noi di Radio Ca Foscari li avevamo seguiti con grande interesse, con un episodio dedicato qui su tutta scena!

Quest’anno tornano in città con 16 e 17, due coreografie firmate da Tao Ye, ciascuna della durata di 26 minuti, che proseguono con coerenza e disciplina la loro ricerca sul corpo come pura forma in movimento, tra ripetizione, ritmo e astrazione.

Musica: Swing Party di Beat Mekani (da freemusicarchive.org).
 

Il progetto della coreografa Sasha Waltz si sviluppa da una partitura datata 1964, del musicista statunitense Terry Riley, uno dei padri del minimalismo musicale. La composizione prevede 53 moduli musicali eseguiti in sequenza libera che Waltz trasforma in altrettanti movimenti coreografici.

La versione proposta a Venezia di “In C”, viene eseguita dai danzatori di Biennale College, ed è un’evoluzione di uno spettacolo che in realtà aveva visto la luce nel 2021 e che però non è mai lo stesso.

Musica: Swing Party di Beat Mekani (da freemusicarchive.org).

Chiudiamo i nostri racconti dal Venice Open Stage con la recensione di Sdisoré, spettacolo a cura del gruppo UROR, interpretato da Evelina Rosselli. 
La performance è una rivisitazione dell'Orestea di Eschilo, la tragedia greca che racconta gli assassini di Agamennone, Coefore, Eumenidi.
Sul palco viene messo in scena un dialogo tra Oreste, Clitennestra, Egisto ed Elettra, tutti i personaggi interpretati dalla sola Evelina Rosselli, servendosi di diverse lingue e dei continui cambi nel tono di voce.
La rivisitazione grottesca della tragedia greca rende lo spettacolo a tratti quasi disturbante, grazie ad una performance cruda e dolorosa, caratteristiche che enfatizzano la bravura dell'attrice.

Voce e testo di Caterina.

Andare al VOS non significa solo vedere spettacoli all'aria aperta, ma anche assistere a delle conferenze interessanti e d'ispirazione, come quella sulla critica teatrale di mercoledì 9 luglio. C'erano le giornaliste Ilaria Cecchinato (Gagarin Orbite Culturali, Altre Velocità) e Alice Strazzi (La Falena, Stratagemmi, Hystrio), la ricercatrice Giada Cipollone (Università IUAV di Venezia), e i giornalisti Giuseppe di Lorenzo (AltreVelocità) e Graziano Graziani  (Fahrenheit Rai Radio3). 
L'incontro è stata per noi l'occasione per riflettere anche sul nostro modo di raccontarvi ciò che vediamo.

A seguire abbiamo assistito allo spettacolo Rimaye di AZIONIfuoriPOSTO, una rappresentazione a metà tra la danza ed il teatro, frutto di una riflessione sul lo sciogliemento dei ghiacciai che stiamo oggi assistendo, a causa del cambiamento climatico. Lo spettacolo ci invita a pensare alla preservazione di questi paesaggi non tanto dal punto di vista fisico, perché ne siamo impossibilitati, ma da quello della memoria, cercando di mantenere vivo il loro ricordo di generazione in generazione.

Testo e voce di Ilaria.

Musiche: Till Paradiso - Breakfast Bread

Continua il nostro racconto dal Venice Open Stage, rassegna di teatro all'aperto di Venezia che esiste ormai da 12 anni, grazie al lavoro del prof. Gigi Dall'Aglio, insegnante di teatro allo IUAV, che cercava uno spazio per gli studenti, per mettere in scena i lavori creati nei suoi laboratori.

Il VOS vanta anche una serie di ospiti internazionali, ad esempio la Scuola di Arte Drammatica della Facoltà di Belle Arti dell'Università Aristotele di Salonicco è ormai un'affectioné del festival, al quale partecipa ogni anno con degli spettacoli freschi e divertenti.

Quest'anno ha messo in scena l'episodio Circe dell'Ulisse di James Joyce, una performance che affronta incubi interiori, fantasie erotiche e processi immaginari. Il gruppo si muove su una scenografia essenziale ma arricchita da lustri e merletti degli abiti di scena, servendosi del canto per rendere ancora più surreale la scena.

Il testo della recensione è di Sara, con un'introduzione di Ilaria.

Musiche: Dan Yan-Key - Lounge (da freemusicarchive.org)

Una recesione sullo spettacolo Verderame dà il via alle nostre cronache dal Venice Open Stage. Anche quest'anno, infatti, Campazzo San Sebastiano si anima di spettacoli, performance, musica, workshop (ma anche birrette!). Appuntamento fisso del luglio veneziano, Radio Ca' Foscari partecipa sempre molto volentieri, ancora di più se lo spettacolo in scena è molto bello.

Verderame di Giulia Pizzimenti e Francesca Miranda Rossi è infatti una performace molto divertente, ma anche capace di inscenare la complessità di essere donna, e soprattutto madre. Una figlia, una madre e una nonna portano dentro sé dei traumi che riversano nei rapporti che hanno l'una verso l'altra, come una malattia delle piante che si prolifica per tutto l'ecosistema. Lo spettacolo cerca di rileggere la maternità con una lente femminista, basandosi non sulle aspettative che la società ha nei confronti della donna, ma sull'effettivo desiderio interiore della donna stessa.

Il testo è stato scritto a quattro mani da Caterina e Ilaria. La voce è di Ilaria.

In occasione della 53sima edizione della Biennale Teatro, all’interno degli spazi dell’Arsenale di Venezia, Ursina Lardi interpreta la protagonista di uno spettacolo che la vede coinvolta come attrice e come coautrice insieme al regista svizzero Milo Rau.

La forza dell’opera risiede in un lavoro di ricerca approfondito: oltre a una magistrale performance che raccoglie le tante voci di fotografe e fotografi di guerra intervistati, in scena si ritrova anche il vissuto di una persona. La scrittura e i tempi permettono di entrare in un vortice di tensione e terrore. Ogni parola ha un peso, così come ogni pausa è carica di significato. 
Lo spettacolo si intreccia alla mitologia classica perché come afferma Rau stesso: “io leggo ogni conflitto attraverso la lente delle tragedie greche”. In questo modo le storie raccontante si fondono in un resoconto collettivo che parla di dolore e ingiustizie.

Testo di Giulia.
Voce di Nicolò.

Musiche: Funky Boxstep di Kevin MacLeod (music.kevin.macleod.incompetech.com) e Swing Party di Beat Mekani (da freemusicarchive.org)

Tempo di cambiare, tempo di cambiarsi: Changes di Thomas Ostermeier è un dramma sul cambiamento basato sui cambi. Non è una supercazzola: ogni persona, nel suo quotidiano, deve affrontare un cambiamento o impegnarsi per cambiare quello che non va (cambiare la propria vita, o forse cambiare il mondo). Per raccontarcelo sul palco, Jörg Hartmann e Anna Schudt cambiano continuamente vestiti, voci e personaggi, in un caleidoscopio di situazione che variano dal tragico al comico.

Grazie alla scenografia - sempre in cambiamento! - di Magda Willi, la pièce diretta da Ostermeier e scritta da Maja Zade ci racconta di come sia difficile affrontare l'idea del cambiamento, nel tentativo paradossale di rimanere sé stessi.

Changes è stato presentato in prima italiana a Biennale teatro 2025, dove abbiamo avuto l'occasione di vederlo.

Testo della puntata: Giulia.
Voce: Nicolò.

Musiche: Funky Boxstep di Kevin MacLeod (music.kevin.macleod.incompetech.com) e Swing Party di Beat Mekani (da freemusicarchive.org)

Il Mevlevi Sema non è solo una cerimonia, ma un'immersione profonda nella tradizione sufi dei dervisci rotanti. Nel luogo sacro dove prende vita, l'atmosfera si impregna di una calma quasi tangibile, un silenzio così religioso da sembrare esso stesso parte del rito.La scenografia è essenziale ma ricca di significato: a sinistra, spicca un post, una pelle di pecora rossa che cattura lo sguardo. Al centro, pelli di pecora bianche disegnano un cerchio perfetto, pronte ad accogliere i danzatori.

Sulla destra, lo spazio si apre ai cantanti e ai musicisti, custodi delle melodie che accompagneranno il rito.L'ingresso dei partecipanti è un rito nel rito: uno alla volta, musicisti e danzatori fanno il loro ingresso, ciascuno un inchino riverente al post rosso prima di prendere posto. I danzatori assumono una postura emblematica, le braccia incrociate sul petto – mano sinistra sulla spalla destra, mano destra sulla spalla sinistra – una posa che incarna l'umiltà più profonda.Al culmine della cerimonia, è lo Shaikh, il cerimoniere, a inchinarsi ai danzatori e ai musicisti, riconoscendo il loro contributo al sacro rito.

La sala viene lasciata con la stessa grazia e devozione con cui è stata approcciata, un ultimo inchino al post che suggella un'esperienza vissuta tra calma, umiltà e un silenzio assordante. Questa cerimonia, intrisa di spiritualità, riesce davvero a trasportare lo spettatore in un'altra dimensione?

Testo e voce di Irene.


Musica: Jazz by Lite Saturation [ENG] is licensed under a Attribution-NoDerivatives 4.0 International License [ENG].

Le “Nuvole di Amleto”, scritto e diretto da Eugenio Barba rappresenta una rilettura radicale
dell’opera shakespeariana, la quale fu ispirata dal lutto del figlio, subìto dall’autore inglese. Il
regista italiano, prima allievo di Grotowski e poi fondatore della compagnia Odin, è annoverato
all’interno del teatro di ricerca e in particolare al Terzo Teatro, che è un filone drammaturgico
dalla forte inclinazione sociale.

Testo: Giulia.
Voce: Nicolò.

Musica: Swing Party by Beat Mekanik [ENG] is licensed under a Attribution 4.0 International License [ENG].

No Title è una sorprendente opera inedita di Richard Foreman: 640 cartoline scritte a mano e senza data, ognuna delle quali misura 7x12 centimetri. L'autore stesso non ricorda quando le ha create, suggerendo che dovrebbero essere lette ad alta voce in qualsiasi ordine, sia da un singolo interprete che da più persone che si dividono il mazzo. Le cartoline sono state scoperte nel 2021 nella sua abitazione, conservate in una scatola di latta.

Di recente, No Title è stato anche pubblicato come libro da The Further Reading Library. Questa edizione raccoglie una selezione di novantasei cartoline originali, curata da Andrew Lampert e arricchita da un'introduzione di Jennifer Krasinski. Durante l'esperimento performativo, Willem Dafoe e Simonetta Solder hanno utilizzato delle copie delle cartoline originali.

Testo e voce di Giorgia.
Musiche: Funky Boxstep di Kevin MacLeod (music.kevin.macleod.incompetech.com) e Swing Party di Beat Mekani (da freemusicarchive.org)

“Così erano le cose appena nata la luce” è l'opera che Rosalinda Conti presenta quest'anno alla Biennale Teatro con regia di Martina Badiluzzi.
In questa storia ci sono quattro personaggi che si chiamano con quattro lettere dell’alfabeto: M O T H. I quattro individui osservano la fine di cui questa storia parla. La fine degli umani, che non coincide con la fine del pianeta Terra – anzi. L'opera è un racconto di pura fantasia sull'estinzione degli esseri umani tramite regressione biologica.

[Musica: Calm synthesizer-b by Inspectorj (da freemusicarchive.org)]

“Crisalidi” è l'ultimo lavoro di Ciro Gallorano, vincitore del bando Biennale College Teatro. L'opera è ispirata alla vita e alle opere della fotografa Francesca Woodman.
Durante lo spettacolo, è come se lo spettatore venisse immerso in un luogo in cui l'atmosfera è sospesa e la donna protagonista agisce in una stanza che è la proiezione del suo mondo interiore: un interno fatiscente dalle mura crepate, in cui si trova dispersa. Nei momenti di sospensione, però, emerge anche il suo doppio. I due corpi interagiscono con questo luogo atemporale, diventando loro stessi opera d’arte.

[Musica: Halloween Fun by Audiorezout; Kalimba Arpeggio - I - Variation by Gregor Quendel (da freemusicarchive.org)

“Elektra Unbound” è una tragicommedia di Luanda Casella, drammaturga, regista teatrale e artista performativa residente a NTGent.
In anni recenti, la regista si è focalizzata sull'uso del 'discorso manipolativo' nei processi di comunicazione e del 'narratore inaffidabile' nelle opere di finzione classiche e contemporanee.
In quest'opera, i tre protagonisti sono intrappolati in un montage sensazionale di interviste e improvvisazioni: mentre interpretano alcune scene iconiche dall'Orestea, la trilogia che narra di Elettra e della sua famiglia disfunzionale, essi iniziano a raccontare le loro stesse vite disastrose.

L'intervista è in lingua inglese.
Musica: “Friends Will Be Friends” by Till Paradiso (da freemusicarchive.org)

Phobia di Markus Öhrn e Karol Radziszewski è uno spettacolo in cui una categoria discriminata si appropria della retorica dell'odio e dell'azione violenta: i Fag Fighters lottano contro l'omofobia in Polonia, e lo fanno con atti terroristici apparentemente insensati.

Una pièce che usa l'ironia e l'estetizzazione della violenza fino all'estremo; ma qual è il messaggio che vuole veicolare?
Rimangono dubbi ma una cosa è certa, e detta chiaramente: alla fine l'opera si libera del suo autore con un gesto drastico. La responsabilità è tutta su chi guarda?

Musica: Beat Mekanik - Swing Party (da freemusicarchive.org)

11, 13, 14 sono gli spettacoli che ha visto Giulia a Biennale danza 2023, prodotti dalla compagnia teatrale TAO Dance Theatre, vincitrice del Leone d'argento di quest'anno.
La compagnia di danza pechinese sviluppa delle coreografie originalissime che si ispirano alla filosofia taoista: il risultato è uno spettacolo molto affascinante e coinvolgente, che Giulia prova a descriverci in questo episodio, riportando le emozioni ed impressioni provate durante le performance.

Màm di Michael Keegan-Dolan un rapporto tra danza e teatro, tra percezione e sensazione, tra staticità e movimento.
Lo spettacolo - il cui titolo, in gaelico, significa "passo di montagna" - viene ideato dal suo autore durante un cammino sul monte Brandon, dove si dice che san Brendano abbia iniziato il suo pellegrinaggio, e che Keegan-Dolan "immagina come una porta d’ingresso sull’ignoto, il magico, il meraviglioso".
Dalla riproduzione ideale del paesaggio irlandese e dalle montagne del Kerry inizia dunque un connubio suggestivo tra gesto e musica. Ce ne parla Luigi in questo episodio.

Tra il pubblico del teatro alle tese dell'Arsenale di Venezia, c'eravamo anche noi di Radio Ca' Foscari per assistere allo spettacolo di danza Bogotà de Andrea Peña & Artists.
Il tema di Biennale Danza 2023 è altered states: le sensazioni corporee che si possono provare mentre assistiamo a spettacoli di danza, e la complessità dell'opera Bogotà è un bellissimo concentrato di mutamenti di stati d'animo.
Matilde, dopo aver assistito alla performance, ne parla in questa nuova puntata di "Tutta scena".

Con la performance "I PORCI. Una gastronomia machista" Alessandro Miglietta, Simone Persichella e Manuel Di Martino hanno provato a mettere in scena quello che loro chiamano "il miracolo": uno spettacolo irripetibile, unico, che in questo caso decidono di incentrare sul machismo che pervade la nostra penisola, da nord a sud.
Al Venice Open Stage, Ilaria ha intervistato Alessandro e Simone che ci spiegano in che modo hanno provato a concepire il "miracolo".

Sabato 8 luglio Ilaria ha visto lo spettacolo "senza titolo (mâcher ses mots)", scritto e interpretato da Elena Bastogi, nel contesto del Venice Open Stage, la rassegna teatrale estiva che da ormai 11 anni anima Campo San Sebastiano a luglio.
Nell'occasione abbiamo fatto due chiacchiere con la performer, per saperne un po' di più su cosa sta dietro il progetto.

Come sarebbe stata la tua vita se in passato avessi fatto almeno una, fondamentale scelta diversa?
L'autore e regista svedese Mattias Anderson presenta a Biennale Teatro un docu-drama che, partendo da interviste reali, ripercorre e ricostruisce sliding doors di molte vite di gente comune.

Abbiamo partecipato alla cerimonia di premiazione di Biennale teatro 2023, che ha assegnato il leone d'oro alla carriera ad Armando Punzo e il leone d'argento alla compagnia FC Bergman per lo spettacolo Het Land Nod.
Facciamo un breve riepilogo della cerimonia e degli artisti premiati, di cui sentiamo anche alcuni estratti dai discorsi di ringraziamento.

La performance "Anima" nasce dalla collaborazione tra l'artista contemporanea Noémie Goudal e la regista teatrale Maelle Poesy, ed è stata presentata come prima italiana all'interno di Biennale Teatro il 23 Giugno 2023.
In modo velato, lo spettacolo è frutto di una ricerca che l'artista fa a cavallo tra l'ecologia e l'antropologia, attraverso dei video, un marchingegno e una performance che lasciano il pubblico affascinato.
Attenzione però: nel palco non c'è nessun attore!

"The seven sins" è lo spettacolo di danza della Gauthier Dance di Stoccarda per la rassegna di Biennale Danza 2022.
Tra la platea del teatro Malibran, c'eravamo anche noi di Radio Ca' Foscari, e ora le nostre considerazioni da profani della danza sono pubbliche.
Lo spettacolo ruota intorno ai sette peccati capitali e ad ogni peccato corrisponde una coreografia e ad ogni coreografia corrisponde un coreografo diverso.
Ma questi peccati, sono totalmente da condannare o possiamo trarne ispirazione per cambiare il nostro stile di vita? Scopriamolo assieme.

Seconda recensione dedicata al Venice Open Stage 2022, la rassegna teatrale di campazzo San Sebastiano a Venezia.
Una recensione di Alice in Wonderland, messo in scena il 27 e il 28 luglio dalla Lithuanian Academy of Music and Theatre, per la regia di Jaunius Juodelis.