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Impronte di colore a Venezia

Sette coppie di giovani nati altrove, e sette racconti ispirati ai colori e alle lingue, scritti e narrati dalle ragazze e i ragazzi che frequentano il corso di italiano per stranieri di ACLI Venezia.  Le loro storie arrivano da lontano, per arricchire la nostra realtà con nuove sfumature.

Il programma nasce dal laboratorio di scrittura, organizzato da ACLI Venezia, rivolto a giovani stranieri under 25. L’attività prevede di creare un laboratorio di scrittura rivolto a ragazze e ragazzi con conoscenza dell'italiano di livello A1, con l’obiettivo è quello di raccontare e poi scrivere la propria storia migratoria partendo dalla descrizione di un colore. Per farlo, le persone coinvolte sono seguite, oltre che da un facilitatore linguistico, anche da “mentori”del proprio ceppo linguistico: ppersone straniere con una migliore conoscenza della lingua italiana (B1-B2) che le aiutano a scrivere e rivedere il testo. Dai brani così creati vengono realizzate le puntata di Impronte di colore a Venezia.

Le attività di scrittura sono state realizzate negli spazi della Biblioteca di Marghera e della Biblioteca Carpenedo - Bissuola, mentre la registrazione è avvenuta nello studio di Radio Ca' Foscari.

Puoi ascoltare Impronte di colore a Venezia anche su Spotify
 

A cura di ACLI Venezia e Radio Ca' Foscari
Frequenza di pubblicazione: programma completo
Categoria: Cultura

Scopri gli episodi

Questa storia parla dell'infanzia, della nostalgia e dei ricordi. Racconta di una bimba e della sua esperienza con la neve su di uno slittino. La bambina poi diventa un'adolescente, e la neve la accompagna nei vari giochi con i compagni. La ragazza, diventata infine donna, riflette sul suo rapporto con quell'elemento che l'ha accompagnata per tutta la vita.

La scrittura e le voci di questo episodio sono di Yana Varakina (Russia) e Yaroslava Voloshyna (Ucraina).

La storia di Yana

“Mi alzo e corro alla finestra, fuori c’era la prima neve e io ero una bambina di 3 anni.
C’è tanta neve e tutto è già bianco, non vedo niente perché i miei occhi sono abbagliati.
E’ un vero deserto di neve ed è meraviglioso.
La mamma mi porta all’asilo ed anche io sono come un orsetto, perché ho una tuta in pelliccia e il cappuccio. 
Non posso camminare veloce, per questo motivo mia mamma prende lo slittino per fare la strada fino all’asilo. 
Io qualche volta cado nella neve e questo è il mio momento di felicità, ma la mamma si arrabbia, mi rimette sullo slittino ancora e ancora.
Finalmente arrivo a scuola sono già una ragazza di 14 anni. Io e i miei amici aspettiamo la ricreazione per correre nel cortile per giocare. Lanciamo palle di neve, facciamo grosse palle di neve per costruire dei pupazzi. Poco dopo siamo tutti bagnati ma felici.
In classe comincia la lezione di inglese, sono una ragazza di 20 anni e sono una studentessa all’università, ma ancora durante la lezione guardo fuori dalla finestra mentre nevica. 
Vedo i cristalli di neve come se fuori fosse una favola magica.
Mi ricordo di una storia di quando ero piccola, mia mamma mi portava all’asilo sullo slittino, intanto la lezione di inglese finisce ed io ritorno a casa in macchina.
Guido la macchina e vedo che lontano, sulle montagne c’è la neve, ho 30 anni e adesso vivo in Italia.
Vicino a casa qualcuno ha fatto un piccolo pupazzo di neve con la poca neve caduta durante la notte
Credo LO abbia fatto il mio ragazzo, è carino ma mi sembra solo, così ne faccio uno anche io, la sua amica, ancora più piccola e con la pochissima neve rimasta. 
Era da tanto tempo che non ne facevo uno.
Li lascio da soli, è una bella coppia, ed entro in casa.
Adoro la neve, mi ha accompagnata per tanti anni, per tutta la prima parte della mia vita, questa è l’atmosfera che mi fa felice e la neve ritorna nei momenti di nostalgia della mia vita.”

Un gruppo di studenti attraversa immense distese di piante da tè e alberi di mango per andare a scuola: la scelta di provare a rubare un frutto, però, li mette in un mondo di guai.

La scrittura di questo episodio è di Akash Mazhi (Bangladesh) e Nasim Ahmed (Bangladesh), mentre le voci sono di Akash Mazhi e Shadi Ravandoost (Iran).

La storia di Akash

“Verde è il colore delle piantagioni di tè. 
La mia città è Syleth, attorno alla città tutto è verde, verde per i grandi campi con le piante del tè.
La mia casa era lì.
Mi ricordo un giorno, stavo andando a scuola. Ero con tutti i miei amici, tutti con la divisa della nostra scuola, camicia e scarpe bianche, pantaloni neri e cravatta, e pronti per quel giorno di scuola.
Ma abbiamo avuto un’idea, volevamo rubare un grosso mango verde. Abbiamo preso un lungo bastone, ma proprio in quel momento sono arrivati 4 o 5 cani, non erano grandi ma io ero terrorizzato.
I cani abbaiavano forte e i miei amici sono scappati, solo io sono rimasto lì, con il bastone in mano.
Mi sono buttato nel canale che raccoglieva la pioggia e che correva lì per dare l’acqua ai campi che c’erano attorno, accanto all’albero di mango.
Ero bagnato e spaventato, i cani mi guardavano e abbaiavano.
Il grosso mango verde, verde come tutto lì attorno, era ancora lassù e anche lui mi guardava. 
Non potevo fare altro, solo tornare a casa. Mia madre ha capito subito cosa era successo quando mi ha visto così bagnato. Avevo perso la scuola, avevo bagnato camicia, scarpe ed anche la cravatta era tutta sporca.
E’ passata una settimana, ho preso di nuovo un bastone e questa volta anche un bellissimo mango. 
Un mango grosso e verde”

Questo episodio parla di un amore travolgente e passionale. Racconta la storia dell'incontro tra due ballerini e della reciproca attrazione che nasce grazie a un appariscente tutù viola.
La scrittura e le voci di questo episodio sono di Amelis Margarita Ge Gutienez (Cuba), Kilagros Giovana Ayala Rojas (Perù) e Lucas Badrian (Perù).

La storia di Lucas

“Un incontro che sboccia.
Cuba, Primavera 2023, avevo 18 anni e studiavo danza alla Scuola Nacional de la Havana.
Era una giornata normale e stavo danzando con il mio solito tutù viola con i miei compagni di classe. Ma fu
prorio in quel momento che lo vidi, era un ragazzo nuovo, un ragazzo in scambio con la nostra scuola ed era il più bello che avessi mai visto con capelli nerisssimi e un po’ scapigliati, aveva gli occhi chiari ,a il suo sguardo era scuro.
Quando mi vide ballare i suoi occhi diventarono più luminosi, così mi sembrava, . Avevo l’impressione che gosse il colore viola del mio vestito ad attrarlo, così diverso dal colore dei vestiti scelti dagli altri ragazzi. Quel colore forse lo attirava come un raggio di sole in mezzo all’oscurità del suo sguardo, allo stesso tempo non faceva neppure un passo per guardarmi negli occhi, per vedermi da vicino. La mattina dopo abbiamo avuto lezione con la signorina Ross, che ci ha fatti ballare sulle note di un ballo classico, era un ballo di coppia, ed io finii a ballare con quella ragazza che tanto mi aveva
incuriosito.
Quando abbiamo iniziato a ballare, emozioni e colori cominciarono ad uscire e ad apparire di nuovo, con grandi pennellate cariche di colore, come se davanti a noi ci fosse una tela bianca da riempire. Il colore viola del suo vestito cominciò ad intensificarsi e credetti per un momento che avrei potuto iniziare a dare un nuovo colore alla mia vita.”

Questa storia parla di pace. Racconta dell'antica Persia, di una storia difficile che tutti i bambini lì però conoscono, il cui protagonista è un eroe albino con i capelli bianchi fin dalla nascita.

La scrittura e le voci di questo episodio sono di Shadi Ravandoorst (Iran) e Zubaida Shakari (Afghanistan).

La storia di Zubaida

“Bianco è il colore della pace, ed è anche il colore delle persone albine.
Vi parliamo di una storia dell’Antica Persia, una storia dal libro Shahanhame di Ferdowsi che è un poeta famoso, il titolo della storia è Zal o Dastan. 
E’ una storia difficile, ma tutti i bambini in Iran e in Afghanistan, ed anche noi, consociamo il cartone animato che racconta questa storia. 
Zal è un eroe persiano, Zal indica qualcuno con i capelli bianchi sin dalla nascita, qualcuno che è albino.
Il padre d Zal è il famoso re Sam, il quale non era felice che il figlio, fosse nato così, con tutti i capelli bianchi come la neve, per questo motivo lo aveva abbandonato sul monte Alborz, dove l’uccello Simorgh aveva un nido. 
Simorgh aveva trovato questo bambino e lo aveva aiutato a crescere.
Zal ormai era un uomo e somigliava molto a suo padre il re. Il re non aveva mai smesso di pensare a lui, neppure per un attimo da quando lo aveva abbandonato.
Una notte il re Sam sognò che suo figlio era ancora vivo così decise finalmente di andare a cercarlo. Quando Simorgh lo vide capì che il re era tornato per cercare suo figlio, così andò da Zal a raccontargli la storia della sua infanzia. Zal scoppiò a piangere e iniziò a parlare con Simorgh nella sua lingua perché non conosceva la lingua degli uomini.
Simorgh lo consolò dicendogli “Tu non sei da solo, sarò sempre con te. Ti darò alcune mie piume, quando ci sarà un momento difficile ne brucerai una e potrai tornare da me”. Zal cambiò i suoi vestiti e seguì il re in città. Passarono molti anni, Zal ereditò il regno di suo padre e divenne re. Si innamorò anche di Rudabeh una principessa delle terre afghane. I due aspettavano la nascita del loro primo figlio quando ci furono dei problemi così Zal bruciò una piuma di Simorgh,  apparve subito nel cielo e si sedette accanto a loro. Il piccolo nacque e loro lo chiamarono Rostam.”

Un gruppo di studenti attraversa immense distese di piante da tè e alberi di mango per andare a scuola: la scelta di provare a rubare un frutto, però, li mette in un mondo di guai.

La scrittura di questo episodio è di Akash Mazhi (Bangladesh) e Nasim Ahmed (Bangladesh), mentre le voci sono di Akash Mazhi e Shadi Ravandoost (Iran).

La storia di Nicoleta

“Verde è il colore della Primavera, del Rinnovamento e dell’energia vitale. Questo valore simboleggia la perseveranza, la fiducia in sé stessi.
Verde trasmette amore per tutto ciò che riguarda il regno naturale. Verde è un colore con molti ricordi, ricordi belli e brutti.
Se ripensiamo alla nostra infanzia, vediamo il verde, il verde di Iasi e e il Verde di Cimislia. Ogni domenica e ogni vacanza uscivo con gli amici e camminavamo per le strade della mia città, che era circondata da alberi, sia a sinistra che a destra. Correvamo sulle colline di un verde scuro sorridendo e senza pensare alla vita adulta.
Un giorno, avevo 15 anni forse, ero con due amici e stavamo andando in bicicletta, perché non esplorare un
po’ tutto quel verde? Sarebbe stato nuovo e interessante. L'atmosfera era un po’ strana perché c’era la nebbia ed era quasi sera, ma ci siamo
spinti nella foresta. All’improvviso abbiamo sentito un rumore, una voce strana. Eravamo spaventati ma abbiamo guardato in
mezzo a quel verde scuro, era solo una guardia forestale.
Abbiamo caricato le bici nel bagagliaio e siamo partiti verso casa con la nostra guardia.
Anche io se dovessi scegliere un ricordo sceglierei, quello delle passeggiate estive nei campi e nelle foreste della mia città. Assieme agli amici camminavamo osservando gli alberi e le loro diverse forme, i fiori nascosti nell’erba e ascoltavamo il canto egli uccelli.
Parlavamo del più e del meno, classiche chiacchierate di bambini e giocavamo per ore e ore nei campi
vicino all’uva, era il nostro posto dove davvero sentivamo la libertà. Avevo 10 anni, io e Gabriela, una mia amica, abbiamo deciso di provare a rubare dell’uva, avevo paura ma ho accettato la sua proposta. Arrivate vicino ai vigneti abbiamo visto una volpe rossiccia, non ne avevo mai
vista una, così siamo scappate piene di paura. Il verde ci racconta di momenti davvero spaventosi in mezzo ad un verde avvolto dalla nebbia della sera o dalla luce fredda del tardo pomeriggio.”

La storia di questo episodio ruota attorno ai fiori di senape, riconoscibili per la loro delicata tonalità di giallo: in Bangladesh questa pianta viene utilizzata in una grande varietà di modi, ma le nostre protagoniste preferiscono raccontarci i ricordi indimenticabili legati a quelle distese di fiori.

La scrittura e le voci di questo episodio sono di Anita Rahman (Bangladesh) e Halima Akter (Bangladesh).

La storia di Anita

“Giallo perché ci ricorda i fiori della senape nel nostro paese, il Bangladesh.
Nel nostro paese, i fiori della senape sbocciano in inverno, da novembre a febbraio, in questi mesi, se si va in un villaggio si possono vedere campi gialli di fiori di senape. Questa pianta è importante per la nostra salute, è così ricca di vitamine, ferro e zinco. In Bangladesh la usiamo per fare un olio, che usiamo per la pelle, soprattutto per quella dei bambini. Lo usiamo anche per cucinare, fa bene, riduce il colesterolo.
Questa pianta dal fiore così giallo è tanto utile quanto bella. Quando sbocciano i suoi fiori, i campi si trasformano in un gigantesco letto giallo, tante persone vanno a vederli dalle città, solo per fare un giro per vedere la bellezza e per fare delle foto. 
Raccontandovi così tante cose del villaggio e dei campi di senape, mi viene una grande voglia di tornare in questo istante lì, essere lì con le amiche e vedere tutta questa bellezza. Vi racconto della mia storia lì . 
Tutto nasce con il mio insegnante di inglese, il Professor Maruf: con lui ho imparato così tante cose ed ho avuto esperienze indimenticabili.
Lui ci proponeva spesso lunghi pic-nic nei campi durante le sue lezioni, era meraviglioso perché i miei migliori amici erano con me. Una volta abbiamo visto quel campo di fiori di senape. Credetemi era così bello, tutto era giallo e giallo e giallo), ecco perché quando chiudo gli occhi posso rivederlo ancora oggi attorno a me.”

Questa storia parla dell'infanzia, della nostalgia e dei ricordi. Racconta di una bimba e della sua esperienza con la neve su di uno slittino. La bambina poi diventa un'adolescente, e la neve la accompagna nei vari giochi con i compagni. La ragazza, diventata infine donna, riflette sul suo rapporto con quell'elemento che l'ha accompagnata per tutta la vita.

La scrittura e le voci di questo episodio sono di Yana Varakina (Russia) e Yaroslava Voloshyna (Ucraina).

La storia di Hishani

“C'erano una volta due ragazze piene di domande su di me, la lingua.
In un villaggio bianco, circondato da profondo silenzio, c'erano persone che non parlavano con le parole. Invece, si capivano a vicenda attraverso la
natura e attraverso i colori delle emozioni, dove il bianco era un colore importante di comprensione, pace e vita. Le ragazze si avventuravano per esplorare nuovi posti. Entrambe conoscevano molte lingue che le aiutavano a viaggiare molto, ma immagino che quella volta era diverso...
Camminarono attraverso una fitta foresta e si persero fino a quando non trovarono questo misterioso villaggio. Le ragazze si affrettarono a chiedere aiuto ma furono trattate con nulla tranne il silenzio. Una di loro cercò di parlare in arabo " أحتاج مساعدة " che significa Ho bisogno di aiuto. Ma non accadde nulla. L'altra provò il singalese "කරුණාකර අපට කතා කරන්න" che significa "parlaci". E ancora nulla.
Le ragazze devastate non notarono come fosse passata la giornata. Una delle ragazze alzò la voce piena di rabbia e disperazione "perché non possono dire quale lingua parlano? Perché non parlano?" Improvvisamente una voce, gentile ma risonante, squarciò il silenzio.
Per la prima volta decisi di parlare io stessa:

"Ciao?"
Si spaventarono e risposero "chi è quella?"
Pensai che avrei potuto aumentare solo i loro problemi ma comunque mi presentai.
"Ehi amiche! Sono io la lingua!"
Le ragazze erano scioccate ma risposero "se sei una lingua perché non ci aiuti e fai
comunicare quelle persone con noi?"
Ma loro stavano comunicando tutto il tempo: "Dovresti capire che a volte appaio in forme e modi diversi che voi non riconoscete. Come potrebbe esistere un mondo senza di me, senza una lingua!? La lingua può essere non solo nelle parole ma nelle nostre intenzioni, nei comportamenti, nei segni e nei cuori. Aprite i vostri cuori, e la comprensione troverà la sua strada." dissi.
Le ragazze rimasero sorprese e hanno iniziato a interrogarsi. Il giorno successivo, con una nuova intuizione, le ragazze cominciarono a prestare
attenzione e ad aprire i loro cuori. Nei sussurri del vento e nel fruscio delle foglie, scoprirono la silenziosa sinfonia del villaggio. Ogni gesto ora aveva un significato per loro. Non si erano mai sentite così prima, pensando come il mondo potesse esistere senza una lingua e ancora le persone trovavano un modo di comunicare tra di loro e con la natura. Ottennero l'aiuto che avevano chiesto ma anche una lezione che non cercavano, che la comprensione arriva in molte forme, anche nel silenzio dei colori. E sapevano che ovunque andassero, avrebbero ricordato il villaggio dei colori silenziosi e i suoi modi pacifici.”