Strategie data driven: presente e futuro per l'open air italiano

La questione è emersa in maniera chiara e ineccepibile al Forum Open Air organizzato da Faita-Federcamping, a Roma, a fine ottobre: le strategie data-driven rappresentano il futuro della gestione dell’impresa turistica. Il tema è diventato centrale anche con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale.


Secondo i dati della Federazione, dal 6 aprile al 15 ottobre 2025, il settore ha registrato un aumento del 3,3% dell’occupazione media delle strutture rispetto al 2024, con un incremento stimato di un milione di presenze nell’open air: si passa quindi dai 73 milioni di presenze del 2024 ai 74 milioni del 2025. Una crescita accompagnata anche da un aumento del fatturato, che tra diretto e indotto si attesta sugli 8 miliardi e mezzo di euro.
“Lo slancio degli ultimi tre anni si sta trasformando in sviluppo strutturale premiando gli investimenti delle aziende sulla sostenibilità, l’accessibilità e l’innovazione tecnologica”, ha affermato Alberto Granzotto, presidente Faita-Federcamping.

Competitivtà e decisioni data driven
Valeria Minghetti, Head of Resarch di CISET, intervenendo al Forum, ha spiegato che “la competitività oggi sta nella capacità delle imprese di saper leggere i dati che raccolgono. Se i dati vengono interpretati in modo corretto, infatti, si possono prendere decisioni più consapevoli e mirate. In particolare, i dati comunicano alle aziende informazioni di vitale importanza per la gestione futura e le strategie da adottare: come si muove il mercato, quali sono le esigenze dei turisti, quale la performance della propria struttura, quali i margini di miglioramento su prodotti, servizi e processi”. “La tecnologia – ha continuato – è cruciale per aiutare le imprese a raccogliere ed elaborare queste informazioni, ma ancora più importante è imparare a contestualizzare il portato da essi restituito. In questo modo, i dati costituiscono il prerequisito necessario per le decisioni operative e si può mettere in atto una vera e propria strategia data-driven”.
Quando si parla di strategie turistiche data-driven ci si riferisce dunque a strategie gestionali basate sull’analisi dei dati statistici raccolti e sulla loro elaborazione in termini pratici. Grazie all’Intelligenza Artificiale, oggi analizzare i dati dei flussi turistici è immediato, e la creazione di una banca dati in tempo reale rappresenta lo strumento più efficace da cui partire per orientare la propria strategia turistica.

Fisionomia e andamento del turismo open air italiano
Dal campione a disposizione di Faita (report Hbenchmark) — 102 campeggi e villaggi turistici in 10 regioni italiane, per un totale di 37.500 unità di alloggio — emerge la fisionomia del turismo open air italiano. Le unità più vendute sono le piazzole (59% del totale), seguite dalle mobile home (29%) e dai bungalow (11%). Il maggior contributo al fatturato proviene invece dalle mobile home (51%), seguite dalle piazzole (29%) e dai bungalow/villette (18%).
Interessante l’analisi sugli ospiti che spendono di più per l’alloggio: spiccano i danesi, con un ricavo medio di 164 euro, seguiti dai Paesi Bassi (135 euro). In ultima posizione gli italiani, con un ricavo medio di 94 euro. A fermarsi più a lungo nei campeggi e nei villaggi turistici italiani sono gli ospiti dei Paesi Bassi (11,6 notti), seguiti dai danesi (11,2), dai tedeschi (10,4 notti, rimanendo il principale bacino di utenza del settore) e dagli svizzeri (9,6 notti). La vacanza degli italiani e degli austriaci dura invece poco più di una settimana.
Nel complesso, risulta sostanzialmente positivo
— pur con qualche flessione rispetto alle previsioni di maggio — il ‘sentiment’ degli operatori interpellati dal Ciseti, che comunque segnalano una lieve diminuzione generale degli ospiti, sottolinea ancora Valeria Minghetti.