Cineturismo: qual è il segrerto di un impatto a lungo termine sulle destinazioni?

E' tempo di Mostra del cinema e quindi anche di qualche riflessione sullo sviluppo del cineturismo.

Del tema CISET si occupa da 20 anni nell'ambito delle sue attività di market intelligence, ma anche di quelle legate allo sviluppo delle destinazioni. E' un argomento che costituisce anche campo di collaborazione con l'Università Toyo, essendo il fenomeno del turismo degli otaku (i fans) molto diffuso nel Sol Levante ed è oggetto di workshop e attività nell'ambito del Master in Tourism Innovation.

Più che di cineturismo, sarebbe opportuno parlare in realtà di content tourism (come definito proprio in Giappone) o pop culture tourism, ossia i movimenti turistici legati più in generale a produzioni culturali come film, serie tv, manga e webton, cartoni animati, band e generi musicali, ecc. I meccanismi infatti, si ripetono in modo identico per tutti i tipi di produzione.

Se alcuni casi cinematografici e di serie tv nazionali sono noti qui Italia, meno conosciuti forse sono gli impatti di alcuni anime come "Ano hana" (2011), che ha lanciato il turismo a Chichibu, anche grazie ad un'azione del visitors bureau della città oppure "Love, Live! sunshine" (2016 e 2017) per Umazu e "Girls und panzer" (2012) per Oarai, una cittadina di 16.000 abitanti con un'economia basata su pesca e agricoltura, del film cinese "If you are the one" (2008) sul turismo cinese a Hokkaido o della serie tv "Black Knight. The man who guards me" sul turismo coreano in Slovenia.
Ancora più emblematico, l'impatto su Nördlingen (Germania) del manga (2009-2021)  e poi anime (2013-2023) "Attacco dei titani", poiché la serie non indica mai la città come location e sono stati i fan a "decidere" che i luoghi rappresentati nella serie erano identificabili in Nördlingen.

Sicuramente questo tipo di produzioni hanno a capacità unica di generare del senso sui luoghi per il pubblico e quindi di trasformare in attrazioni anche spazi comuni senza particolare fascino (stazioni dei treni e delle metro, aree industriali, ristoranti e bar con nessuna caratteristica particolare, case anonime). Al di là della comparsa improvvisa di turisti in luoghi dove usualmente non si vedono e quindi del momento iniziale che attira l'attenzione dei media, la vera questione è capire quanto persistente può essere questo effetto e da cosa dipende la durata delle stesso nel tempo: dipende dalla serialità, cioè dal numero delle stagioni, episodi, libri con il medesimo protagonista, e quindi degli anni in cui pubblico rimane "esposto" alla produzione? oppure dipende dalla qualità?

Si tratta di una questione piuttosto complessa perché gli studi sul fenomeno sono recenti. In base alle ricerche e ai monitoraggi che CISET sta svolgendo, la caratteristica delle produzioni che sembra assicurare una certa durata degli impatti dal punto di vista turistico è legata alla capacità del libro, film, fumetto, serie tv, di diventare una parte dell'identità dei propri fan e quindi di generare quella che de facto è una subcultura: sono i fan stessi a quel punto ad alimentare la produzione di altri contenuti legati al "canone" e a tramandare di generazione in generazione l'interesse e quindi anche per i luoghi a questo legati.

Un esempio in questo senso è "Star Wars", i cui fans hanno continuato a frequentare i luoghi dove i film sono stati girati e anche a prendersene cura (la “casa” di Luke Skywalker a Tatooine è stata restaurata grazie a donazioni dei fan) anche e nonostante i gap decennali tra una trilogia e un’altra.