Il Piano strategico del turismo veneto si ripensa in prospettiva post-Covid

Se il Covid ha cambiato il turismo a livello mondiale, anche il Piano strategico del turismo veneto, approvato due anni fa dalla Regione, ha bisogno di essere rivisto in base alle nuove tendenze create dalla pandemia. «Riprogettiamo il futuro» è il titolo che si è voluto dare alla giornata di presentazione dei lavori che ridefiniranno le linee guida e che si è tenuta il 14 giugno scorso a Venezia alla presenza dei rappresentanti degli operatori del settore. 

Il CISET ha illustrato i nuovi scenari evolutivi entro cui si svilupperà il turismo in Veneto ed è stato il suo presidente, prof. Michele Tamma, a introdurre il tema. Partendo dall’incertezza che domina il momento, Tamma ha spiegato come si debba aspettare il 2025 per vedere tornare il turismo sui numeri pre-pandemia, ma se il settore è destinato a riprendere vivacità in termini di volumi, comunque il mercato sarà diverso. Per rimanere competitive le imprese dovranno evolversi con una maggiore integrazione tra le filiere locali, sposando i temi ambientali e sociali e attrezzandosi con nuove competenze. «Si dovranno sviluppare nuovi modi di pensare sia per gli aspetti più “immediati” sia per quelli che guardano alle tendenze di medio-lungo periodo», ha concluso il presidente del CISET.

Valeria Minghetti, responsabile del settore ricerca del CISET, ha evidenziato come la ripresa dipenderà non solo dalla omogeneizzazione dei protocolli sanitari e della campagna vaccinale, ma anche da come l’industria turistica ripartirà, in particolare quei settori, come ad esempio il trasporto aereo, che sono stati costretti a ridurre l’offerta di servizi per contenere i costi. Minghetti ha sottolineato come diventi dirimente per il Piano strategico proiettarsi oltre il 2025 e iniziare già ora a progettare un cambiamento significativo delle esperienze del turista, migliorando l’accessibilità e la fruibilità dei servizi e del territorio, grazie ai fondi del PNRR e della nuova progettualità europea. Inoltre, ha aggiunto, molti cambiamenti erano già in corso prima del Covid e hanno subito un’accelerazione, come per esempio la crescente digitalizzazione e l’interesse per il turismo all’aria aperta, e la maggior parte dei turisti non ha modificato le proprie preferenze, ma le ha adattate alle nuove esigenze.

Come ha spiegato Federica Montaguti, ricercatrice senior del CISET, il Covid andrà ad esasperare la polarizzazione economica (chi aveva limitato reddito lo vede ulteriormente ridotto e si erode il peso della fascia media), anche se il turismo è uno di quei beni a cui non si è disposti a rinunciare. La ricercatrice ha sottolineato come si confermi la tendenza a cercare mete alternative ed esperienze poco “turisticizzate”, ma anche come la pandemia non abbia comunque diminuito l’interesse per il mare o il turismo urbano. Inoltre, la sostenibilità rimane una chiave di sviluppo e competitività per le destinazioni, ma è diventata anche un elemento fondamentale di valutazione da parte di molti segmenti di domanda, soprattutto per il mercato delle vacanze lusso. In profonda evoluzione, ha evidenziato Montaguti, anche il business travel: la crescita del lavoro in remoto e la digitalizzazione spinta richiedono di ripensare i format di congressi, fiere ed eventi e di investire in nuove proposte che integrino il territorio nell’esperienza.

«Il mondo del turismo è cambiato e l’emergenza sanitaria vissuta a causa della pandemia ha accentuato, a livello globale, dei segnali che già erano emersi nel comparto – ha dichiarato l’assessore al turismo della Regione Veneto Federico Caner -. Si cerca ora un punto di equilibrio, una nuova normalità, dove prevenzione, benessere e forma fisica giocheranno un ruolo da protagoniste. Le opportunità di sviluppo di prodotti alternativi vanno colte, comunicate e rese accessibili, ma il vero valore aggiunto, oggi, arriva fondamentalmente dall’innovazione e dalla capacità di fare sistema per valorizzare la trasversalità. È fondamentale, infatti, saper interpretare questo cambiamento, cogliere i nuovi bisogni, per restare competitivi e quindi far evolvere le nostre destinazioni».

Nel corso dell’evento è stata presentata la squadra che guiderà il percorso che riscriverà le nuove linee di indirizzo valide per rilanciare quella che, con 18 miliardi di fatturato, è la prima industria del Veneto. Assieme al CISET, erano presenti i moderatori dei quattro tavoli tematici (Alessandro Martini-Innovazione dei prodotti turistici; Emiliano Biraku-Innovazione digitale e Big Data; Massimiliano Schiavon-Accoglienza e Capitale Umano; Roberto Crosta-Comunicazione e promozione dell’offerta turistica Veneta) e di un asse trasversale (Italo Candoni- raccordo con PNRR e POR FESR), la Cabina di regia composta dall’Assessore regionale al Turismo, dai Presidenti di Assoturismo-Confesercenti, Confindustria Turismo Veneto, Confturismo-Confcommercio, una rappresentanza delle 16 OGD (Bibione-San Michele al Tagliamento, DMO Dolomiti e DMO Garda), l’Assessore al Turismo del Comune di Venezia, il Presidente di Unioncamere del Veneto e lo staff tecnico regionale della Direzione Turismo. 

Questo percorso partecipativo e inclusivo, che CISET continuerà a seguire, vede l’affiancamento dei tecnici regionali e dei facilitatori di SL&A e ha avuto inizio il 22 giugno per terminare il 21 luglio: il tempo necessario per raccogliere e approfondire le proposte che emergeranno in questa prima fase. Gli incontri si svolgeranno in videoconferenza, ogni quindici giorni e per ciascun tavolo sarà condiviso un position paper, che darà avvio alla discussione e all’elaborazione finale della proposta.