Primi piani

Thomas Dahnhardt
Lingue e letterature moderne del subcontinente indiano

Che cosa insegna a Ca’ Foscari? Quali sono i Suoi principali interessi di ricerca? Qual è stato il suo percorso accademico?
Dal 2009 insegno Lingua e Letteratura hindi e urdu in questo dipartimento, rientrando a Ca' Foscari - dove mi sono laureato nel 1994 - dopo un lungo soggiorno nel Regno Unito, dove ho dapprima conseguito il mio PhD in Religious Studies presso la School of Oriental and African Studies (SOAS) di Londra  e poi lavorato come ricercatore presso l’Oxford Centre for Islamic Studies (OXCIS) di Oxford. Mi interesso della letteratura urdu del periodo pre-coloniale e delle interrelazioni fra Islam e l'ambiente sudasiatico, soprattutto nel campo del Sufismo. 

Che cosa L’ha portata a intraprendere la strada della ricerca? Che cosa L’appassiona di più del suo ambito di studi?
Da sempre nutro una grande passione per l'Oriente in generale e il Sudasia in particolare; mi affascinano la diversità e i colori di quella parte del mondo, così come da sempre mi interessano la profondità della sua speculazione e la capacità di integrazione e assimilazione che contraddistingue la sua millenaria civiltà indiana. 

Che cosa significa, per Lei, insegnare all’università?
Per me, insegnare all'università significa trovare l'opportunità di condividere con studenti e colleghi le mie esperienze nella ricerca, durante i viaggi e durante gli incontri con le altre persone. Poter trasmettere la conoscenza e l'esperienza acquisite nel corso della vita e degli studi significa dare senso al vissuto e ricevere stimoli per continuare a camminare lungo l'affascinante cammino della docenza universitaria alla ricerca di conoscenze vere nate dalla straordinaria capacità degli esseri umani di generare e perpetuare cultura, sotto gli aspetti più diversi e dovunque essi si trovino. L'università costituisce un luogo ideale per trasmettere, ricevere, mediare proprio questo!

Lei lavora in un dipartimento che si occupa di mondi extraeuropei: che cosa vuol dire, per Lei, occuparsi di diversità culturale in una realtà globale sempre più interconnessa?
Per me occuparsi di mondi e culture extraeuropee significa mettersi in discussione, interrelazionarsi con l'altro, voler capire e comprendere ciò che è diverso per capire meglio se stessi e la propria cultura e civiltà. Acquisire e maturare la consapevolezza di non essere al centro di un mondo che è fatto di tante, affascinanti parti, riconoscere che la propria mentalità non è la misura assoluta per comprendere il mondo e ciò che va oltre, quindi sapersi mettere in discussione e così essere in grado di arricchire gli altri, fornire agli studenti curiosi e interessati alcune chiavi di lettura dell'altro da sé - questo significa assumersi la responsabilità del dialogo e dello scambio nei confronti di chi viene a studiare con noi.

Last update: 22/10/2024