
Il Centro Studi sull'Arte Russa, dell'Asia Centrale e del Caucaso (CSAR) - ufficialmente inaugurato il 6 marzo 2011 - è uno dei centri di ricerca del Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Eventi CSAR 2025/2026

Prof. Giuseppe Barbieri, La curiosità umana
l'ultima lezione (per ora)
Lunedì 29 settembre 2025 ore 10.30
Aula Baratto, Ca’ Foscari Dorsoduro 3246, Venezia
Un'occasione speciale per salutare il professor Giuseppe Barbieri alla sua ultima lezione, dal titolo "La curiosità umana", momento conclusivo del suo percorso accademico in vista del pensionamento.
Un saluto sentito a chi ha segnato con passione e rigore la vita del Dipartimento e dell’Ateneo.

Riallestimento del Museo delle belle arti di Bukhara
Il progetto di riallestimento generale del Museo delle belle arti di Bukhara promosso dalla Uzbekistan Art and Culture Development Foundation è stato curato da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri. Si sviluppa su tre diverse Gallerie.
Nella prima trova posto la mostra temporanea "Foodscapes. Maps of Flavor, Echoes of the Soul", collegata al tema generale della Biennale di Bukhara 2025, “Recipes for Broken Hearts”: la mostra presenta una serie di dipinti (per la maggior parte provenienti dal Museo di Bukhara, ma con alcuni indispensabili prestiti dal Museo di Samarcanda), costantemente e intimamente integrata da manufatti tessili e ceramici, a evidenziare la pari dignità di questi oggetti con le opere d’arte figurativa. Vi predomina il soggetto della “Natura morta”, declinato in raffigurazioni di frutta e pietanze tradizionali, ma il tema è affiancato anche da rituali e scene di incontro, pranzi domestici, preparazioni tradizionali, intimità familiari, ingredienti che sottolineano la presenza del cibo nella vita quotidiana e di relazione sociale e le metafore alimentari che possono toccare registri spirituali, morali, politici o sociali, rivelando il cibo come fattore di identità culturale.
Le altre due Gallerie (“Landscapes”) consentono dapprima di ammirare le diverse modalità di rappresentazione di una città antichissima e attuale, che hanno appassionato gli artisti a confronto con monumenti storici, scorci e raffigurazioni a volte realistiche e altre astratte; in seguito, i criteri di raffigurazione più generali del paesaggio uzbeko, con particolare attenzione al ruolo dell’acqua (“Waterscapes”), in un momento di trasformazione radicale che percorre tutto il XX sec. e i primi lustri di questo.

Nuovo allestimento museale a Nukus
“The World of Igor Savitsky” completa in maniera sostanziale il processo di riorganizzazione del Museo di Nukus, promosso e sostenuto dalla Uzbekistan Art and Culture Development Foundation, presieduta da Gayane Umerova, che era stato avviato alla fine dell’estate scorsa: allora, nel secondo piano dell’edificio, furono riunite (con alcune aggiunte) le due grandi mostre che si erano svolte in primavera a Firenze (Galleria degli Uffizi, Palazzo Pitti) e a Venezia (Ca’ Foscari Esposizioni), entrambe intitolate “Uzbekistan: l’Avanguardia nel deserto” e declinate a Firenze sulla relazione tra “La luce e il colore” e a Venezia su quella tra “La forma e il simbolo”. Quelle due mostre (curate da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, professori a Ca’ Foscari) avevano rivelato al pubblico occidentale una straordinaria esperienza di “dialogo” culturale che per almeno tre decenni aveva visto impegnati in Uzbekistan artisti di origine diversa (uzbeki, kazaki, armeni, russi di varia provenienza) e di differente sensibilità: in Asia Centrale tuttavia essi avevano scoperto e attualizzato millenarie tradizioni, nelle produzioni tessili, di decorazione architettonica, in miniature ed ebanisterie; si erano immersi in una sfavillante tavolozza di paesaggi, antiche città, siti archeologici; avevano costruito insieme una originalissima tendenza di Avanguardia.
Le mostre italiane (preparate da scrupolose ricognizioni e con l’aiuto di consolidate esperienze internazionali di ricerca) hanno messo in relazione per la prima volta nella storia le opere del Museo Savickij di Nukus con quelle del Museo Nazionale di Tashkent. In questo modo hanno dimostrato che l’esperienza artistica in Uzbekistan non era l’epitome periferica e attardata dell’Avanguardia russa di inizio secolo, ma piuttosto una specifica e organica Avanguardia Orientalis: i suoi esponenti avevano certamente dialogato con le opere dei maestri russi giunte a Tashkent nella primavera del 1921, ma anche, allo stesso modo e con la stessa intensità, con la memoria culturale di un’area che aveva conosciuto, in oltre due millenni di storia, incontri e incroci di civiltà. Si tratta di uno dei rarissimi casi, nella storia mondiale dell’arte, in cui la volontà di dialogo precede e costituisce un linguaggio nuovo, riconoscibile, ammirevole.
Dopo gli ampi e assai qualificati apprezzamenti per le mostre italiane e per il riallestimento espositivo del secondo piano del Museo di Nukus ("Uzbekistan: Avant-Garde in the Desert"), a Silvia Burini e a Giuseppe Barbieri è stato proposto di completare il processo curatoriale con l’adeguamento complessivo del Museo e dunque con il ripensamento del suo ultimo piano.
Per approfondire, leggi cafoscariNEWS

Mapping Diaspora: arte russa oltre confine
Siamo lieti di annunciare che il progetto “Mapping Diaspora: arte russa oltre confine”, proposto dalla prof.ssa Silvia Burini, è stato selezionato tra i vincitori del bando SPIN 2024. Il bando, riservato ai membri del personale accademico dell’Università Ca' Foscari, ha premiato le proposte di ricerca in grado di rispondere a elevati standard di eccellenza internazionale, favorendo al contempo l’innovazione in specifici ambiti scientifici.
Il progetto si concentra sull’emigrazione culturale di artisti e intellettuali che, opponendosi all'invasione russa dell’Ucraina nel 2022, hanno scelto di lasciare il loro paese. Tale esodo ha dato vita a uno spazio alternativo e transnazionale di resistenza. Mappare e comprendere questo fenomeno culturale, con le sue dinamiche, le sue narrazioni e i suoi flussi, offre l’opportunità di esaminare in profondità i concetti di identità nazionale e memoria collettiva.