CENTRO DI STUDI SUL PENSIERO MEDIEVALE

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Bestiario Politico

di Gianluca Briguglia, HarperCollins 2021

Traduzione e scrittura nel Medioevo europeo 1 (2022)

Direzione scientifica di Alvise Andreose, Eugenio Burgo, Nadia Cannata, Chiara Concina, ELisa Guadagnini, Antonio Montefusco, Maddalena Signorini, Rivista open-access Ca’ Foscari.

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Centro

Sic et Non. Centro di studi sul pensiero medievale nasce per promuovere la ricerca, lo studio, il dibattito sul pensiero medievale.

Il Centro ha sede presso il Dipartimento di Filosofia e Beni culturali dell’Università Ca’ Foscari Venezia e organizza incontri, conferenze, convegni, anche in collaborazione con altri centri e istituzioni, favorendo l’interesse per i temi legati alla medievistica, in particolare filosofica, nell’ambito didattico, accademico, ma anche pubblico in senso più ampio.

Il Centro ha come proprio ambito di interesse privilegiato il pensiero filosofico medievale – come esempio, non esclusivo, si possono menzionare, a partire dagli interessi dei membri fondatori, il pensiero politico medievale, la logica e la semantica medievali, la storia della storiografia – ma declinato in un senso ampio e aperto e in dialogo costante con vari settori della medievistica, come la filologia latina e romanza, la storia dell’arte, la storia della letteratura e anche con un approccio diacronico rivolto per esempio all’antichità, al rinascimento e alla storia del pensiero filosofico.

Il Centro è aperto a studiosi/e, ricercatori/trici, dottorandi/e, borsisti/e e si pone come possibile punto di riferimento per progetti di ricerca italiani o per programmi di mobilità europei, per dottorati in cotutela, per scambi internazionali.

Tra le numerose attività, il Centro organizza in particolare la Conferenza annuale Christine de Pizan, dedicata al canone e al metodo in vigore negli studi di storia della filosofia (non solo medievale); e le Venice Lectures on Medieval Philosophy, lezioni di carattere inaugurale sulla filosofia medievale tenute da alcune delle più importanti personalità del campo, a livello internazionale. 

Il Centro è uno dei membri della Fédération internationale des instituts d'études médiévales (FIDEM).

Il logo

Il Centro Sic et Non trae il suo nome non soltanto da un’opera famosa di Abelardo, ma soprattutto dall’idea, rivisitata, che quel titolo implica e cioè che la ricerca cresca nelle tecniche del confronto e a volte del contrasto dei punti di vista e quindi nel dialogo e nell’opposizione dialettica. 

L’espressione medievale Sic et non ci è sembrata evocare insomma non solo una tecnica ermeneutica medievale, ma anche la vivacità della ricerca, la passione della discussione e il piacere del dibattito.

Nel lavorare a un logo per il Centro ci è allora venuto spontaneo pensare a uno scontro tra cavalieri. Del resto anche Abelardo paragona il proprio lavoro a una battaglia, in cui le armi guerresche sono sostituite da quelle della filosofia. Da parte nostra, anche per mantenere un tono libero e ludico – così fondamentale per nutrire nel tempo la passione della ricerca – abbiamo pensato sì ai duelli, ma a quei duelli tra cavalieri e animali, di solito una lumaca, che un po’ misteriosamente certi manoscritti medievali presentano nelle loro miniature, come nel manoscritto del Tresor di Brunetto Latini conservato a Londra (British Library, Yates Thompson 19, f. 65) che si può vedere in questa pagina.

In un bell’articolo sul sito della British Library [ENG] si fanno alcune ipotesi sul significato di questa opposizione tra corazze così diverse, l’armatura del cavaliere e il guscio della lumaca.

Cavaliere e lumaca di uno dei testimoni del Tresor di Brunetto Latini, il MS Londra, British Library, Yates Thompson 19, f. 65

Abbiamo affidato l’immagine del manoscritto del Tresor all’illustratrice Silvia Marinelli (che è autrice anche del logo della Conferenza Annuale Christine de Pizan) che l’ha rivisitata in modo arguto e contemporaneo, costruendo un logo (l’esito si trova in cima alla pagina, o nel footer qui sotto) che lega, proprio come volevamo, i riferimenti al medioevo, la dimensione giocosa e libera di ogni ricerca, e l’immaginario contemporaneo, che rilavora forme precedenti e ne crea sempre di nuove.