Primi piani

Elti Cattaruzza
Fisica sperimentale

Ci parli di lei: cosa insegna a Ca’ Foscari, quali sono i suoi interessi e i suoi ambiti di Ricerca.
Sono un fisico sperimentale, con laurea e dottorato in Fisica. Insegno in corsi di studio di area scientifica: agli studenti triennali faccio conoscere la fisica classica, ai dottorandi propongo insegnamenti sulle proprietà delle superfici solide e sulle tecniche fisiche di analisi di superficie. Nella ricerca applico le mie conoscenze di fisica allo studio dei materiali: il mio principale ambito di studio riguarda la sintesi e la caratterizzazione di materiali avanzati in forma di “film sottili” (materiali solidi di spessore compreso tra pochi nanometri e alcuni micron). Parte della mia ricerca è rivolta anche allo studio di un materiale noto a tutti, il vetro, sia in prospettiva tecnologica (ottica integrata e fotonica) sia in prospettiva artistica (studio del degrado dei vetri antichi).

Le soddisfazioni professionali più grandi?
Sin da quando mi iscrissi alla laurea in Fisica ero certo che il mio futuro si sarebbe configurato all’interno dell’Università. Giovane orientato alla ricerca, innamorato della libertà di condurre alle estreme conseguenze (scientifiche) ogni idea, ho successivamente scoperto un piacere di cui ignoravo la portata: quello di riuscire a spiegare agli altri ciò che sapevo. Ho pian piano realizzato che la conoscenza esprime la sua massima valenza nel momento in cui viene trasmessa. Va da sé che le soddisfazioni più grandi sono oggi quelle che mi donano gli studenti: quando mi scrivono dicendo che hanno capito quanto la conoscenza sia poca cosa senza la condivisione e l’educazione, ho la precisa sensazione di risultare un esempio positivo nel mio ruolo di docente. E questo non ha davvero prezzo.

Cosa significa, per lei, insegnare e fare ricerca?
Come evidenziavo prima, ciò che reputo davvero fondamentale nella mia attività è la trasmissione della conoscenza. Le conoscenze che provengono dallo studio dei libri e dalle scoperte ottenute nella ricerca non avrebbero valore se non venissero messe a disposizione di tutti. Diceva Nelson Mandela, in un celebre discorso del 2003, che “l’istruzione è l’arma più potente che possiamo usare per cambiare il mondo”. Per me insegnare significa avere un’occasione concreta per essere veramente utile alla collettività: i giovani che entrano nelle nostre aule ne rappresentano la parte più propulsiva e importante, e noi docenti dobbiamo sentire la responsabilità di fornire loro degli “esempi” a cui potersi ispirare. Ecco: cerco di essere il docente che avrei sempre voluto incontrare quando studiavo.

Il tema della disparità di genere nelle discipline STEM, in Italia, è ancora molto attuale. Cosa racconterebbe alle ragazze che intendono avvicinarsi a queste materie?
A tutti raccomando di non farsi condizionare da quelle che possono sembrare rigide “condizioni al contorno”, per usare un eufemismo fisico-matematico. Le prime barriere sono quelle che noi stessi ci creiamo, sovente basate su stereotipi del tutto anacronistici (se non addirittura su acclarate stupidaggini), che però a forza di essere uditi e riuditi finiscono per corrompere ogni giusta aspettativa e ambizione. Alle ragazze in particolare, giusto per farle sentire in buona compagnia, cito in ambito scientifico Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, Samantha Cristoforetti, Fabiola Gianotti, ma voglio altresì ricordare loro chi sia il nostro attuale Rettore, ovvero la professoressa Tiziana Lippiello: la prima donna nella storia di Ca’ Foscari ad assumere questo ruolo di enorme responsabilità.

Quale è il collegamento della sua ricerca con il territorio della città di Venezia?
Sia lo studio delle superfici dei materiali solidi sia quello dei materiali vetrosi mi permettono di interagire di fatto con molte realtà veneziane. Una di esse è rappresentata dal comparto muranese del vetro, da tempo di fronte a una crisi che riguarda anche le tematiche di sostenibilità ambientale (legate ad esempio al recupero dei materiali di scarto e all’uso oggi vietato di elementi chimici fondamentali per la colorazione dei vetri, elementi per i quali sono in fase di studio alternative sostenibili). Al contempo, a livello industriale, aziende importanti non distanti dalla nostra città lavorano nell’ambito della produzione di contenitori in vetro per utilizzo farmaceutico, dove lo studio dell’interazione farmaco-superficie è di primaria importanza per un uso sicuro del farmaco stesso.

Last update: 27/02/2024