Primi piani

Angela Maria Stortini
Chimica analitica

Ci parli di lei: cosa insegna a Ca’ Foscari, quali sono i suoi interessi e i suoi ambiti di Ricerca. 

Sono docente del Laboratorio di Chimica Analitica (2° anno, 1° semestre) e supporto i colleghi del mio raggruppamento in altri laboratori di chimica analitica. Il mio interesse è sempre stato lo studio del trasporto e della diffusione degli inquinanti nell’ambiente, e la loro rivelazione attraverso metodiche analitiche, che permettano la strutturazione di un piano di monitoraggio ad hoc, in grado di dare risposte a problematiche che coinvolgono la salute del cittadino e del territorio.

Qual è stato il suo percorso accademico?
Dopo la maturità ottenuta in Venezuela, mi sono iscritta a Scienze Biologiche, presso l’Università degli Studi di Firenze. In seguito, sempre a Firenze, ho iniziato il di dottorato di ricerca in Scienze Ambientali, focalizzandomi sulla ripartizione degli inquinanti e delle sostanze naturali all’interfaccia acqua-aria. Ho avuto la possibilità di svolgere parte del mio progetto di dottorato presso il Max-Planck-Institut für Kolloid- und Grenzflächenforschung di Berlino (D), sotto la guida del Dr. habil. Reinhard Miller. Da questo studio ha avuto inizio lo studio in campo del film di superficie sui corpi acquosi e lo sviluppo di due prototipi (MUMS e SESAMO) per il campionamento dello stesso (UNIFI, PNRA, UNIVE, CNR-ISSIA). Dal 2011 sono ricercatore presso il DSMN e ho iniziato il mio percorso su un aspetto strategico che riguarda lo studio e sviluppo di metodi elettroanalitici per la rivelazione di inquinanti ambientali.

Quali sono i suoi punti di riferimento professionali?
Premetto che sono propensa all’ascolto delle persone che apportano un qualcosa che permetta di avere una visione più ampia dei fatti, di riflettere sugli stessi. Dando uno sguardo all’indietro posso senza dubbio ricordare il prof. Renato Cini, docente di Chimica Fisica all’Università di Firenze e alla mia collega d’inizio percorso, dott.ssa Nicoletta Degli Innocenti. Loro sono state le prime persone che ho incrociato nel mio percorso, dalle quali ho molto imparato e con le quali ho condiviso un segmento di percorso. Li porterò sempre con me. Guardando all’oggi, i miei riferimenti professionali in DSMN sono tutti quei colleghi con i quali riesco a collaborare-riflettere-capire. In poche parole, a continuare nella costruzione di un percorso, non solo a beneficio proprio, ma anche a beneficio dei nostri principali utenti, gli studenti, a qualsiasi livello essi siano.
Ha sempre pensato che questa fosse la sua strada?
Si, l’ho sempre pensato nonostante le difficoltà, le fatiche e i momenti di esitazione incontrati lungo il mio percorso, prima e dopo il mio approdo in DSMN. L’ho pensato tante volte ed è stato motivo di riflessione con me stessa e con chi avesse la mia stessa convinzione. Penso si faccia il mestiere più bello del mondo, nonostante le difficoltà del percorso. L’ho pensato tante volte: mentre ero a campionare in mare o in laguna; mentre ero a lavorare in laboratorio, anche durante i fine settimana o la sera tardi; mentre ero a svolgere il mio lavoro in Antartide, Berlino, Firenze, Venezia, Barcellona, Modena, Padova, ecc.; quando incontravo nuove persone e nuove motivi d’ispirazione.

Cosa dice ai giovani che si avvicinano alla ricerca oggi?
Dico di farlo con conoscenza e convinzione e che ci possono essere momenti di difficoltà, ma anche momenti di traguardi raggiunti e di crescita. Che ci saranno momenti di solitudine, ma anche di sovraffollamento di persone e idee, dove dobbiamo imparare a guardarle e a scegliere. Dico di guardare al contesto dove si lavora, all’esperienza e alla disponibilità di chi ci segue, di riflettere sulle proprie azioni, di agire in modo rigoroso e ponderato, di valutare ogni aspetto del proprio operato. Dico di ricordare che dietro ogni persona, anche la più dissonante per noi, c’è una storia. In sintesi, di lavorare in modo rigoroso e costante, senza dimenticare l’aspetto umano. Riassumo con un pensiero: i navigatori, in momenti di tempesta, usano mettere la nave “alla cappa”, ossia, mantenere la posizione della nave, con i motori al minimo, durante il cattivo tempo. Il cattivo tempo prima o poi finisce e dobbiamo essere pronti a saper ripartire con un bell’ “Avanti Tutta”.

Last update: 17/04/2024