ANTROPOLOGIA FILOSOFICA I

Anno accademico
2021/2022 Programmi anni precedenti
Titolo corso in inglese
PHILOSOPHICAL ANTHROPOLOGY I
Codice insegnamento
FT0006 (AF:346173 AR:188222)
Modalità
In presenza
Crediti formativi universitari
6
Livello laurea
Laurea
Settore scientifico disciplinare
M-FIL/03
Periodo
4° Periodo
Anno corso
3
Spazio Moodle
Link allo spazio del corso
Il corso si inserisce nel percorso di studio attraverso una approfondita riflessione sul rapporto tra etica, antropologia e politica e sui metodi argomentativi che caratterizzano le etiche applicate.

NB: per l'a.a. 2021/2022 il corso sarà erogato in lingua inglese.
Al termine del corso gli studenti dovranno essere in grado di:

1)Identificare, mettere a confronto ed analizzare criticamente diverse prospettive morali;

2)Identificare e descrivere situazioni eticamente conflittuali;

3)Giustificare criticamente le possibili soluzioni a casi pratici dal carattere eticamente problematico.
Non è previsto nessun requisito per la frequenza del corso.
Lo scopo di questo corso è quello di discutere due principali forme di etica e le loro relative implicazioni antropologiche. La prima forma considera i principi etici (o valori) di così grande importanza da dover essere seguiti anche a costo della distruzione del mondo (fiat iustitia, pereat mundus), ignorando quanto possano essere cattive le conseguenze delle buone intenzioni o delle azioni. Possiamo nominare questa etica utopica. L'altra forma, che è possibile definire etica machiavellica o realistica, tiene conto dei probabili risultati delle nostre azioni.
1. La moralità come utopia: un ideale di società perfetta.
1.1. Thomas More e i principi del pensiero utopico. Ogni utopia, da More ai nostri giorni, muove da alcuni presupposti: 1) l'attuale società è completamente infelice e ingiusta; 2) c'è un'unica radice sia per l'infelicità che per l'ingiustizia, cioè felicità e giustizia sono di fatto sinonimi; 3) sradicando tale causa la società raggiungerà uno stato di felicità ed equità.
1.2. Rousseau e l'utopia ambigua. Rousseau assume i due presupposti summenzionati: considera la nostra società attuale completamente infelice e priva di giustizia, e attribuisce questa situazione a un'unica causa -amour propre- ma non ritiene possibile ripristinare la felicità e la giustizia. Offre un'analisi "utopica" del passato (o una genealogia distopica del presente), ma non crede in un futuro utopico.
1.3. Marxismo come utopia: una bella teoria, una pratica fallita. Il marxismo si considera una scienza invece che un'utopia, ma il "socialismo realizzato" si è dimostrato una distopia.
1.4. D'altra parte, alcune utopie si sono davvero realizzate? Ad esempio: l'uguaglianza di genere, l'abolizione della schiavitù e diversi diritti sociali, del lavoro e ambientali, l'Unione europea, il Green New Deal. Dall'era delle rivoluzioni, molte proposte precedentemente liquidate come sogni impossibili sono diventate reali, migliorando così le condizioni umane. Possono essere considerate equivalenti – se prese nel loro insieme – a una sorta di utopia?
2. Etica dei risultati: la moralità del sovrano. Gli esseri umani non sono dei, la perfezione è impossibile. La politica, almeno per i greci, e soprattutto nei tempi moderni, è intesa dunque come l'arte del possibile. Il suo scopo è quello di rendere esseri imperfetti, egoisti, bellicosi, in grado di convivere in una certa condizione di pace. Un'etica per il nostro mondo reale sarà dunque un'etica con lo sconto, un'etica a un costo ridotto?
2.1. Merleau-Ponty, Nota su Machiavelli (1949). Il filosofo francese dice che una filosofia che non tiene conto delle probabili conseguenze delle nostre azioni non può essere veramente etica. Merleau-Ponty distrugge così la morale kantiana dell'intenzione.
2.2. Isaiah Berlin, Introduzione a Machiavelli. Il pensatore liberale Isaiah Berlin legge nelle opere principali di Machiavelli (i Discorsi e soprattutto Il principe) il confronto tra un'etica cristiana, che il filosofo fiorentino disprezza, ed un'etica pagana, che dà la priorità alla polis e che sarebbe necessaria per la vita collettiva in questo mondo.
2.3. Max Weber, Scienziato e politico: due vocazioni. La cosa curiosa delle famose lezioni di Weber del 1917-19 sull'enorme differenza tra lo scienziato e il politico è che, anche se egli si sofferma molto sull'eredità di Machiavelli, non sembra tuttavia essere del tutto consapevole di questa suo debito.
2.4. Designated Survivor, il tentativo di una politica assolutamente morale (2016). Concluderemo il nostro corso tenendo conto dei primi capitoli di questa serie televisiva americana, in cui un non politico inaspettatamente sollevato alla Presidenza degli Stati Uniti si rifiuta sistematicamente di agire in modo immorale – e stranamente riesce a farlo.
T. More, Utopia, Penguin Books, 2009; J.-J. Rousseau, The Social Contract and Other Political Writings, Penguin Books, 2012; M. Weber, The Vocation Lectures, Hackett Books, 2004; M. Merleau-Ponty, Note on Machiavelli, in Id., Signes, Northwestern University Press, 1964; I. Berlin, The Originality of Machiavelli, in Id., Against the Current: Essays in the History of Ideas, Princeton University Press, 1980; F. Furet, The Passing of an Illusion: The Idea of Communism in the Twenthieth Century, University of Chicago Press 2000; R. Crossman (Editor), The God That Failed, Columbia University Press, 2001.
L'esame finale si svolgerà in modalità orale.
Lezioni frontali, dibattiti con gli studenti.
Italiano
orale

Questo insegnamento tratta argomenti connessi alla macroarea "Cooperazione internazionale" e concorre alla realizzazione dei relativi obiettivi ONU dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile

Il programma è ancora provvisorio e potrà subire modifiche.
Data ultima modifica programma: 02/03/2022