Persone e passioni

Parlaci di te. Da dove provieni? Cosa insegni a Ca' Foscari? Quali sono i tuoi interessi e ambiti di ricerca?
Sono un veneziano, uno di quelli nati e cresciuti in isola, con la salsedine, i canali ed il ritmo delle maree. I miei interessi di ricerca sono nell’ambito dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico, con diversi campi applicativi che vanno dalla visione artificiale, le neuroscienze, la bioinformatica, i beni culturali e il cambiamento climatico.
A Ca’ Foscari insegno apprendimento automatico (machine learning) al dottorato di scienze ambientali, poi sistemi informativi sia a Management che ad Economia per la Gestione delle Arti, metodi informatici avanzati per il restauro di beni culturali e prossimamente un corso su deep learning per l'analisi del linguaggio naturale.

Qual è stato il tuo percorso accademico?
Dopo la laurea triennale e magistrale a Ca’ Foscari, ho conseguito un dottorato di ricerca presso l’Istituto Italiano di Tecnologia e l’Università di Genova (esperienza elettrizzante e altamente formativa che ricorderò per sempre). Successivamente sono stato assegnista di ricerca presso lo European Center for Living Technology e ricercatore in visita presso il Dynamic Vision Laboratory (DVL) della Technische Universität München (TUM). Da Monaco sono poi rientrato a Ca’ Foscari come ricercatore.

Qual è l'ambito di cui ti sei sempre voluto a occupare, ma non hai ancora avuto l'occasione di esplorare?
Tendenzialmente sono un tipo estremamente curioso, mi interessa qualsiasi processo, naturale o artificiale che sia. Sono riuscito a sfiorare alcune tematiche a cavallo tra informatica e medicina, ma mi piacerebbe approfondirle ulteriormente. Quella direzione è estremamente importante per tutti noi e dà un senso profondo alla ricerca. Un altra tematica, più "creativa", è l’intersezione tra musica ed intelligenza artificiale, da musicista “a tempo libero” lo trovo molto interessante… purtroppo le giornate hanno solo 24h.

Qual è l'aspetto che più ti appassiona del tuo ambito di ricerca?
Mi appassiona molto esplorare i limiti di quello che è il sapere in una certa tematica, e cercare di spingere un pochino oltre tale limite nella speranza che serva a tutti. Un aspetto appassionante della ricerca sono inoltre le collaborazioni che si instaurano con altri laboratori o individui sparsi sul globo. Queste non guardano alla provenienza, al credo religioso, all’orientamento di una persona, ma al sapere e all’esperienza che una persona porta con sè, abbattendo barriere e arricchendo tutti sia dal punto di vista umano, culturale che scientifico.

Hai sempre pensato che questa fosse la tua strada?
Assolutamente no. Il mio percorso accademico è stato tutt’altro che lineare, inizialmente non pensavo di voler diventare professore o di fare ricerca accademica né tantomeno aziendale, nè sapevo cosa volesse dire “fare ricerca”. Il percorso è nato da un'insoddisfazione lavorativa e dal desiderio di innovare, che mi hanno spinto a riavvicinarmi e rivalutare l’università. Qui ho avuto la fortuna di imbattermi in alcuni corsi che mi hanno segnato profondamente (analisi e progetto di algoritmi, intelligenza artificiale e computer vision) e sui cui contenuti, tutt’oggi, faccio ricerca accademica.

Cosa significa per te insegnare e fare ricerca?
Fare ricerca, significa non fermarsi alla prima evidenza di un fenomeno, ma cercare di snocciolare quanti più aspetti per avere una visione il più completa possibile. Significa quindi essere curiosi in primis e creativi nelle soluzioni. Significa mettersi in gioco e in dubbio, credere in un’idea ma restare aperti a soluzioni alternative. Insegnare invece vuol dire appassionare e rendere autonome delle persone su una certa tematica. È lavorare sul loro spirito critico, è tranquillizzarle nel commettere errori e nel fare domande, è discutere le proprie idee in modo costruttivo. Credo poi che ricerca e insegnamento debbano andare di pari passo, nella speranza che l'una entri nell'altro, formando studenti non solo con solide basi consolidate, ma anche con un mix di ultime scoperte.

Cosa diresti ai giovani che si avvicinano alla ricerca oggi?
Non smettere di essere curiosi e di fare e farsi domande. È un percorso molto duro in cui bisogna crederci, i risultati spesso non sono immediati e serve del tempo, ma con tenacia, arrivano. Se volete immediata stabilità economica, la ricerca accademica, nel breve periodo, non può garantirvela... l'ho già detto che è dura, no? Invece, un aspetto impagabile, è che entrerete in contatto con culture diametralmente opposte alla vostra, che vi faranno rivedere le vostre metriche sul mondo. Quest’ultimo aspetto vi farà crescere molto, poi vi sentirete sempre a casa (anche a migliaia di km), e questa forma mentis difficilmente potrete ottenerla con altri lavori.

Last update: 23/04/2024