Agenda

29 Nov 2019 17:30

Quantum Perspectives - inaugurazione mostra

Campus Economico San Giobbe, Cannaregio 873, Venezia

QUANTUM PERSPECTIVES - di Lorianna Claudia Manzo

Una provocazione, per iniziare.

Fotografia, attualmente, significa desiderio di mostrare o di comparire nell’immediato, in tempo reale. Selfie, per intenderci. E non solo. Il nostro è un tempo veloce destinato solamente ad aumentare la velocità di centrifuga. Se qualcuno avvertisse percezioni diverse, più esigenti? Se al “guardare” un singolo istante si desiderasse unire altri sensi, se il pensiero volesse divenire parte di quell’immagine? Se l’istante divenisse “presenza cosciente”? Il tempo reale sarebbe sufficiente? Davvero sarebbe esclusivamente rappresentazione del “caos”?

Immaginiamo che qualcosa, qualcuno, in qualunque posto, si associ, nella nostra mente, a qualcosa, qualcuno nello stesso posto in istanti diversi o luoghi diversi. Passato, presente e futuro potrebbero fondersi e confondersi. In un Universo ideale addirittura recuperando il concetto di Bellezza che va smarrendosi in questo delirio di incoscienza. Esiste una funzione, un’app, nel mare magnum nozionistico del fotografo intraprendente, che possa assolvere a questo intento? Può, ad esempio, la multiesposizione utilizzata finora raggiungere questo obiettivo? Solitamente quando si cercano risposte si curiosa all’interno del proprio bagaglio culturale. [...]

Il concetto è complesso ma è interessante per me, perché se la fotografia in origine era un’immagine statica ottenuta tramite un processo di registrazione permanente delle interazioni tra luce e materia, selezionate e proiettate attraverso un sistema ottico su una superficie fotosensibile, la sua evoluzione digitale può consentire ora la realizzazione di quella che io definisco Fotografia Quantica, ovvero la rappresentazione di ciò che riteniamo mondo reale attraverso una presa di coscienza multipla. Una sorta di upgrade della multiesposizione, più funzionale e performante. La visione (perchè di questo si tratta) che viene a crearsi può modificare l’abitudine alla ricerca immediata e continua di un soggetto, che perde in questo caso la propria essenza di protagonista per fondersi e confondersi nella miscellanea finale formata da tempi, luoghi e soggetti diversi.

[...] Quindi un modo come un altro per trasformare una forma d’arte in un prodotto pret-a-porter? Tutt’altro. «Siamo andati avanti tanto rapidamente in tutti questi anni che ora dobbiamo sostare un attimo per consentire alle nostre anime di raggiungerci» (indigeni latino-americani).

E’ vero. Lo credo.

Produrre fotografie quantiche significa utilizzare la tecnologia non per velocizzare un processo ma, al contrario, per ricercare proprio quella sosta, dentro di noi, che porta alla scoperta di emozioni nuove, rallentando così la centrifuga inesorabile di questa nostra quotidianità che pasmodicamente porta a cercare fuori la soddisfazione alla noia terrificante creata dal vuoto dentro. Una provocazione, per finire. Poiché la fisica quantistica ha provato che “tutto ciò che era unito non perde mai la sua connessione con il resto, quindi ne deriva che qualsiasi cambiamento, anche il più piccolo, influenza il tutto”… chissà che non sia proprio una nuova forma d’immagine a riportare l’equilibrio in un contesto caotico creato proprio dalla sovraesposizione di immagini… Non perdendo di vista che la sovraesposizione appartiene ormai a qualsiasi forma di linguaggio.

Lingua

L'evento si terrà in italiano

Organizzatore

Dipartimento di Economia

Allegati

Presentazione 44 KB

Cerca in agenda