Si può prendere una pandemia con filosofia? Ne parliamo con Corinna Guerra

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Il 2020 sarà ricordato come l’anno della pandemia. L’ondata di Covid19, la paura dei contagi e le restrizioni alla vita sociale hanno costituito un’esperienza senza precedenti per tutte le generazioni coinvolte, sovvertendo completamente le nostre abitudini

Come abbiamo reagito? Da ‘creature dell’abitudine’, per riprendere una definizione del filosofo statunitense John Dewey. Abbiamo tentato di convincerci – almeno nella prima fase - che tutto sarebbe ritornato come prima, perché le abitudini, intese come individuali e collettive, ci permettono di vivere, di stare al mondo e di sentirci più vicini al meccanismo di reiterazione utilizzato dalla natura. 

Ma riusciamo ad adattarci a un cambiamento repentino che sovverte il regolare andamento della nostra società, come nel caso di un fenomeno naturale improvviso? Davvero un evento del genere rappresenta soltanto un fattore negativo per l’umanità?

Secondo uno studio recente pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America (PNAS), abbiamo il 38% di possibilità di vivere un evento di zoonosi pandemica nel corso della nostra vita e questa probabilità potrebbe raddoppiare nei prossimi decenni. Eppure non abbiamo ancora sviluppato un ‘set’ di abitudini in grado di farci convivere con questa evenienza, e possibilmente di correggere la rotta dei nostri comportamenti per avvicinarci a quello che il filosofo Hans Jonas ha definito ‘principio di responsabilità’.

La cafoscarina Corinna Guerra è una storica della scienza specializzata nello studio dei disastri naturali. Si è occupata del Vesuvio come oggetto chimico multidimensionale e del rapporto tra peculiarità geochimiche di un territorio ed evoluzione delle discipline scientifiche. Insegna a Ca’ Foscari ‘Philosophy and Politics of Life and the Environment’ per il Corso di Laurea magistrale in Environmental Humanities ed è annoverata fra le 100 Esperte italiane per l'Area Storia e Filosofia di 100esperte.it

Nel 2020, insieme al prof. Marco Piazza (Università degli Studi Roma Tre), la dott.ssa Guerra ha organizzato un webinar filosofico internazionale dal titolo “Fear and disruption of habits during the global pandemic”. “E’ stato uno dei pochissimi simposi di filosofia al mondo organizzati mentre la pandemia era ancora in atto, – racconta la dott.ssa Guerra – ma il cortocircuito esistenziale che stavamo vivendo e l’esperienza del confinamento senza precedenti, rendeva necessaria una riflessione filosofica”.

Il risultato dell’incontro è stata la pubblicazione nel 2022 del volume curato da Piazza e Guerra ‘Disruption of Habits During the Pandemic’ (ed. Mimesis international) che comprende i contributi di numerosi autori di diverse nazionalità. I temi affrontati vanno dalla storia della filosofia, a quella della scienza, passando per l’antropologia e la filosofia della mente.

“Si analizzano rituali vecchi e nuovi, l’uso ricorrente della metafora della peste, il ruolo della pandemia di Covid 19 nell’acuire o meno l’epidemia dei nostri tempi, ovvero la solitudine, o come migliorare il nostro approccio ai mezzi tecnologici – spiegano i curatori. - Si riflette sul momento di sospensione politica, sul contagio fisico e psicologico, sulla natura delle abitudini come difesa dalle crisi e su che tipologia di crisi stiamo attraversando. La filosofia, in tutte le sue sfaccettature, offre strumenti per confrontarsi criticamente su questa esperienza, che ha coinvolto, in maniera totalizzante, tutte le componenti del mondo in cui ci muoviamo”. 

Accanto alla riflessione filosofica, emerge la centralità delle Scienze umane per l’ambiente, nuova frontiera disciplinare imprescindibile per capire la complessità del mondo in cui viviamo, caratterizzato da una co-evoluzione degli esseri umani e del pianeta. “Viviamo in un’epoca definita Antropocene, eppure il mondo si è bloccato per un virus – spiega Guerra. – Nel libro io mi sono concentrata a capire se, a partire da questa esperienza pandemica, sia possibile sviluppare abitudini che facilitino la sopravvivenza e migliorino la qualità della vita con le quali potremo fronteggiare altre future, possibili, epidemie. La base per la riflessione è stato lo studio sulle eruzioni vulcaniche del XVIII secolo che ha mostrato come gli abitanti di zone esposte a rischi naturali hanno appreso a convivere col rischio ed, eventualmente, sfruttarne gli aspetti positivi”.

Attualmente Corinna Guerra si occupa di studi storico-filosofici legati all’ambiente con un progetto dal titolo “Knowledge Transformations in Geology: A Comparative Inquiry” per il Progetto FARE Positioned Cosmology in Early Modernity: The Geo-Praxis of Water-and-Land Management in Venice, finanziato dal Ministero della Ricerca EarlyGeoPraxis e il Progetto ERC Consolidator EarlyModernCosmology, infine collabora al primo Max Planck Partner Group italiano The Water City

Per incentivare lo studio interdisciplinare delle abitudini e dei costumi, l’Università Roma Tre sta promuovendo la costituzione del "Centro interuniversitario PhilHabits – Philosophy of Habits”, a cui aderisce anche l’Università Ca’ Foscari, nelle persone della dott.ssa Guerra e della prof.ssa Roberta Dreon, con le Università di Milano Statale, Parma, Roma Tor Vergata e Salerno.

Federica Scotellaro