Innovazione sociale per i rifugiati, Ca’ Foscari guida progetto Interreg

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Un momento del progetto VESTA, un progetto di accoglienza che coinvolge le famiglie

Cambiare il discorso pubblico sui rifugiati, mitigare il pregiudizio nella società civile e innescare pratiche innovative di integrazione a livello locale e transnazionale. Questo l’obiettivo del progetto SIforREF (Integrating Refugees in Society and Labour Market through Social Innovation), finanziato dal programma europeo Interreg Central Europe con 2,2 milioni di euro e coordinato dall’Università Ca’ Foscari Venezia.

Il partenariato comprende enti di ricerca, università, ONG, municipalità e enti governativi di Italia, Austria, Slovenia e Germania: 11 partner con varie competenze e responsabilità nell’ambito delle politiche per i rifugiati.

“La transizione dall’accoglienza all’autonomia è la vera sfida da affrontare per ridurre il rischio di marginalizzazione dei rifugiati e aumentare la coesione sociale delle nostre società - spiega Francesca Campomori, professoressa di Scienze politiche a Ca’ Foscari, membro del team Public governance, welfare and social innovation e coordinatrice del progetto - Cerchiamo di innescare un processo virtuoso che possa trasformare le pratiche innovative che funzionano, ma sono oggi isolate, in misure diffuse e a disposizione di tutti. Esperienze innovative si trovano sia in Paesi più abituati a gestire l’integrazione nel medio periodo, sia in quelli in cui i governi sono più ostili. E’ importante però che ci sia un atteggiamento di cooperazione e la disponibilità ad imparare gli uni dagli altri per innescare una efficace innovazione sociale a livello transnazionale”.

Il team del progetto SIforREF

SiforREF parte dall’innovazione sociale come concetto e come pratica e punta a creare una nuova governance locale e transnazionale nelle regioni dell’Europa centrale coinvolte. Nel team del progetto sono attivi i principali attori nella progettazione e nell’attuazione delle politiche locali. Gli enti italiani coinvolti sono l’ASP Città di Bologna (Azienda Pubblica di Servizi alla Persona), il Comune di Parma e - come partner associati - il Comune di Bologna, la Regione Emilia-Romagna e l'associazione di Parma CIAC.

Per la Germania partecipa il commissario del senato di Berlino per l’integrazione e la migrazione, l’Università di Berlino e una ONG di Berlino. In Austria la Caritas della città di Vienna e l’Università di Vienna. La Slovenia è rappresentata da un’agenzia governativa che si occupa di anti discriminazione, da un centro di ricerca e da una ONG.

In Italia saranno attivati due dei 7 progetti pilota previsti dal progetto: uno nell’area metropolitana di Bologna e uno a Parma. A Bologna verrà implementato il Refugee-Receiving Community Lab, con l’obiettivo di migliorare le interazioni tra rifugiati e comunità locale, facendo partecipare quest’ultima alla costruzione del processo di integrazione e aumentando la coesione sociale.

A Parma verrà sperimentata la pratica del “portierato sociale”: il comune metterà a disposizione alcuni appartamenti per favorire l’integrazione abitativa dei rifugiati che svolgeranno compiti di portierato sociale nei condomini, all’interno di un progetto che ha come fine la costruzione di relazioni positive interazione tra rifugiati e autoctoni.

Altri progetti pilota saranno avviati a Berlino, Vienna e Lubljana.

Enrico Costa