Verso la prima rete transalpina di sensori per monitorare l’ozono

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Federico Dallo, a sinistra, sul Col Margherita. Foto di Cristiano Di Nicola

La sensoristica rivoluzionerà la misurazione e lo studio della qualità dell’aria, anche in alta quota. Un ricercatore dell’Università Ca’ Foscari Venezia realizzerà il primo ‘corridoio’ di monitoraggio transalpino della concentrazione di ozono, uno dei principali gas a effetto serra, sviluppando e disseminando 56 sensori lungo un itinerario di 520 chilometri tra Venezia e Monaco di Baviera.

La rete permetterà di moltiplicare a basso costo i punti di monitoraggio oggi limitati a poche centraline fisse. La mole di dati raccolti non solo restituirà in tempo reale e ad alta risoluzione lo stato di salute dell’atmosfera, ma aprirà la strada, grazie alla combinazione con i dati satellitari, per nuove scoperte sul percorso degli inquinanti, che non conoscono confini.

L’idea è valsa a Federico Dallo, trentenne nato a Feltre e residente a Venezia, il riconoscimento di una borsa di ricerca “Marie Skłodowska-Curie”, finanziata dalla Commissione europea con 250mila euro, che lo porterà per un biennio all’Università della California a Berkeley, dove lavorerà in uno dei centri interdisciplinari più influenti del mondo nel campo della qualità dell’ambiente indoor e outdoor.

Nel terzo anno, Dallo rientrerà in Italia all’Università Ca’ Foscari per mettere in funzione e testare, in collaborazione con l’istituto ISAC del Consiglio nazionale delle ricerche, la rete di sensori.

“Il monitoraggio in alta quota, come quello nelle aree remote polari, è fondamentale per comprendere quali siano le concentrazioni di “background” degli inquinanti in atmosfera e poter valutare l’impatto delle aree urbanizzate”, spiega Federico Dallo.

Installare una centralina tradizionale, però, è complicato e costoso. Basti pensare che nel versante sud orientale delle alpi italiane esiste una sola centralina d’alta quota, ai 2.543 metri del Col Margherita, tra le province di Belluno e Trento, installata proprio dal gruppo di ricerca misto tra Ca’ Foscari e CNR in cui Dallo collabora da alcuni anni.

La centralina del Col Margherita sarà, assieme ad altre tre impianti in Austria e Germania, tra i punti di riferimento per verificare i dati provenienti dai nuovi sensori e migliorare la loro precisione.

Il progetto, chiamato PIONEER, prevede la creazione di una banca dati per mettere a disposizione di tutti in tempo reale i livelli di ozono rilevati dai sensori. Inoltre, saranno open codici e specifiche tecniche dei sensori, per permettere a tutti i cittadini con basilari competenze tecniche di realizzare in casa a basso costo il proprio sensore e contribuire così alla rete per il monitoraggio dell’ozono. Saranno coinvolti anche gli escursionisti, perché i sensori saranno posizionati nelle vicinanze dei principali sentieri alpini e dolomitici nel percorso Monaco-Venezia.

Per questa sfida, Federico Dallo collaborerà con scienziati di calibro internazionale: Fred Bauman, professore al Center for the Built Environment dell'Università di Berkeley, Carlo Barbante professore al Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università Ca' Foscari Venezia e Paolo Bonasoni, dirigente di ricerca dell'Istituto di Scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr di Bologna.

Federico Dallo, dopo un dottorato a Ca’ Foscari, è attualmente assegnista di ricerca all’Istituto di scienze polari del Cnr a Venezia dove si occupa, tra l’altro, della gestione tecnica della centralina di rilevamento del Col Margherita. E’ stato presidente della comunità dei dottorandi cafoscarini ed è attualmente membro dell’associazione internazionale dei giovani scienziati polari (Apecs) e uno dei fondatori dell’associazione culturale VeniceClimateLab (VCL).

Con la borsa di Dallo, Ca’ Foscari sale a 21 “Marie Curie” nel 2019, consolidando il record italiano e la posizione tra le più attrattive università europee per gli studiosi che intendono proporre le loro idee in questa competitiva “Erasmus” dei ricercatori.

Enrico Costa