Strumenti intelligenti per proteggere il patrimonio culturale

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Tiia Monto, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Molte persone pensano che una volta che un importante manufatto viene esposto o conservato in un museo, si trovi in mani sicure. Ma anche all’interno di mura sicure e sotto sorveglianza, questi oggetti sono in pericolo a causa di condizioni climatiche instabili, luce e inquinamento.

APACHE - Active & intelligent PAckaging materials and display cases as a tool for preventive conservation of Cultural Heritage
è un progetto H2020, nato con l’obiettivo di sviluppare tecnologie all’avanguardia per il controllo e la prevenzione del degrado dei beni culturali. Il progetto, che si è concluso negli scorsi mesi, ha visto il coinvolgimento di 26 partner internazionali tra cui l’Università Ca’ Foscari Venezia con il Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica.

L’obiettivo del progetto è stato lo sviluppo di soluzioni di conservazione preventiva pratiche, di facile impiego e convenienti destinate a musei, gallerie, depositi e biblioteche di piccole e medie dimensioni.Le ricerche si sono focalizzate su due aspetti della conservazione preventiva.
Il primo è stato quello delle soluzioni attive di imballaggio ed esposizione, con l’obiettivo generale di creare un clima stabile attraverso l’impiego di materiali dotati di un’influenza attiva sugli oggetti imballati e capaci di interagire con essi.
Il secondo obiettivo è stato quello degli strumenti intelligenti per l’imballaggio e l’esposizione, tra cui quelli che integrano nel confezionamento funzioni aggiuntive, quali i sensori che monitorano le condizioni dell’oggetto imballato o dell’atmosfera circostante.

 

Il gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica (DAIS), che ha visto il coordinamento della Prof.ssa Elena Semenzin e la responsabilità scientifica del Prof. Antonio Marcomini, oltre ad una collaborazione con lo spin-off GreenDecision, ha contribuito a tre work package, sviluppando: 

  • Analisi del ciclo di vita di screening per la valutazione della sostenibilità ambientale ed economica delle soluzioni e degli strumenti di conservazione preventiva sviluppati nel progetto. In particolare, sono state applicate le metodologie di Life Cycle Assessment (LCA) e Life Cycle Costing (LCC) per la quantificazione degli impatti ambientali e dei costi economici delle soluzioni più innovative per la conservazione preventiva (i.e. sensori, vetrine).

  • App per smartphone per la raccolta di informazioni dei sensori installati per il monitoraggio del microclima in ambito museale.  Le tecnologie sfruttate per la raccolta delle informazioni sono state di tipo Wi-Fi, Bluetooth e RFID.

  • Sistema di supporto alle decisioni (DSS) per chi si occupa di curatela e conservazione di opere d’arte, al fine di guidarli nella scelta delle migliori soluzioni per la conservazione delle opere d’arte. Il software, realizzato raccogliendo i feedback dei diversi partner di progetto, è in grado di classificare lo stato di conservazione di ciascun manufatto in una scala di allerta che va da “no threat” (nessuna minaccia) a “conservation measures to be taken” (adottare misure di conservazione).  La classificazione dello stato di conservazione si basa sui dati provenienti dai sensori sviluppati nell’ambito del progetto e sulle informazioni relative ai diversi manufatti aggregati mediante tecniche di analisi decisionale multicriteriale (MCDA) e logica Fuzzy. Successivamente il software suggerisce una classificazione delle misure di conservazione da adottare. 

Il progetto ha dato vita a diversi brevetti e marchi registrati, e alcune delle sue soluzioni più promettenti sono già presenti sul mercato.

Francesca Favaro