Lena Herzog: Any War Any Enemy a CFZ dall'11 aprile

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Any War Any Enemy presenta, con una peculiare e suggestiva anticipazione, il nuovo lavoro dell'artista concettuale multidisciplinare Lena Herzog. In coincidenza con la 60ª Biennale d'Arte di Venezia, il progetto espositivo è curato da Silvia Burini e da Giuseppe Barbieri e comprende murales, incisioni, monitor e un’installazione.

Nelle sue ambizioni, AWAE costituisce un ideale “dittico” con Last Whispers: Immersive Oratorio for Vanishing Voices, Collapsing Universes and, a Falling Tree, presentato con successo due anni fa, nel periodo della 59ª Biennale, in tre diverse modalità: un’installazione site-specific di stills, accompagnata da un memoriale delle lingue a rischio, nel cortile principale di Ca’ Foscari; una visione immersiva dell’oratorio, mediante Oculus, in una sede diversa dell’Ateneo, a CFZ; infine, in occasione di Art Night Venezia, il 14 giugno 2022, una proiezione su grande schermo, nel cortile grande dell’Università, come evento principale dell’edizione.

Un dittico: entrambi i progetti, infatti, riflettono sul tema dell’estinzione, Last Whispers delle lingue, Any War Any Enemy dell’intero pianeta, in seguito a una possibile e catastrofica guerra nucleare. Entrambi agiscono sui due registri che da tempo caratterizzano la ricerca e le opere di Lena Herzog: l’universale e l’individuale. Al primo corrisponde, in questo caso, il sempre più allarmante pericolo di un conflitto planetario e la crescente constatazione che tutti potremmo esservi coinvolti. Al secondo i sentimenti, gli stati d'animo e le reazioni profondi degli individui, caricando alcuni gesti di intensa drammaticità.

Come Last Whispers, anche Any War Any Enemy avrà una configurazione in un certo senso “multimodale”: questa anticipazione espositiva si presenta infatti attraverso uno specchio nero, murales ingigantiti e dieci incisioni a mezza tinta, realizzate secondo una tecnica antica di secoli. I soggetti delle incisioni nascono da una meticolosa operazione di fotogrammetria (con diverse migliaia di scatti) su amici e vicini di casa, oggetto di una serie di mise-en-scènes. Queste innumerevoli immagini hanno costituito il database da cui l'artista e il suo team hanno creato sculture digitali tridimensionali utilizzando tecniche di modellazione 3D. Infine, alcune immagini salienti, catturate con un programma di realtà virtuale, sono state trasposte artigianalmente su lastre di rame e, successivamente, stampate a mano. La traduzione di immagini digitali su carta è un affascinante esempio di sapienza artigianale, resa possibile grazie alla collaborazione di Herzog con la Bottega del Tintoretto, con sede a Venezia. La postura e l’aspetto di queste figure umane riprendono, in una costante dinamica di ricorsione spazio-temporale, forme e gesti della plastica tardo-medievale, come il Compianto sul Cristo morto, il capolavoro di Niccolò dell’Arca conservato a Bologna, nella chiesa di Santa Maria della Vita. Ma altri espliciti punti di riferimento visivo sono i Desastres de la Guerra di Goya e la Guernica di Picasso.

Il tutto, dall’autunno di quest’anno, diventerà anche una VR piece, al momento stimata in una durata di 17’. Un'interpretazione poetica della fine autoinflitta del mondo nel momento di una catastrofe nucleare che si estende tra tre mise-en-scènes, ciascuna composta da una trinità. Una serie di esplosioni - che Jurij Lotman ha descritto come una metafora avvincente e inquietante della storia - così come le catastrofi che le accompagnano, immergono il visitatore in quest’opera VR. 

La figura storica del fisico Robert Oppenheimer, direttore del Progetto Manhattan, conclusosi con la distruzione delle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, è stato l’inevitabile punto di partenza del progetto di Lena, e tuttavia non è lui l'oggetto del suo interesse. Herzog si concentra sui destinatari della bomba: le persone che ne muoiono.

Come i suoi progetti precedenti, Any War Any Enemy è stato concepito all'intersezione tra arte e scienza, combinando tecniche sperimentali all'avanguardia, come l’installazione immersiva e la realtà virtuale, con pratiche artistiche la cui origine risale a secoli fa. Completano l'installazione tre grandi murales, stampati digitalmente su tela, e uno specchio nero a misura d’uomo. Chiunque, guardandosi allo specchio, si domanderà "Chi è il mio nemico?", troverà risposta nel proprio riflesso oscurato. Potremmo essere presto i testimoni della nostra stessa scomparsa, ma siamo anche gli “autori” di essa: l’esplosione viene da noi. Siamo noi i nemici di noi stessi?

Any War Any Enemy presenta la possibile fine del mondo causata da una guerra. Il progetto complessivo e anche quello espositivo comunicano un grido di dolore per la sofferenza che ogni conflitto inevitabilmente porta con sé; una riflessione straziante - seppure poetica - sulla guerra e su tutti i conflitti, passati, presenti e futuri. 

Lena Herzog è una fotografa americana e un'artista multidisciplinare e concettuale di origini russe, residente a Los Angeles. Il suo lavoro affronta i temi del rituale e del gesto, della perdita e della dislocazione. Il suo approccio nasce dall'intersezione tra arte e scienza sia come soggetto che come processo, attraverso l'utilizzo di tecniche fotografiche, contemporanee e sperimentali nel lavoro di stampa e l'applicazione di tecnologie all'avanguardia nel campo del suono, dell'installazione immersiva e della realtà virtuale.

Presentazione e preview:

11 aprile, ore 18:30, CFZ Cultural Flow Zone - Tesa 1, Dorsoduro 1392

Dialogo tra Lena Herzog e Flavio Gregori, direttore del festival “Incroci di Civiltà”, e presentazione della monografia Lena Herzog, di Silvia Burini e Giuseppe Barbieri (Skira, Milano)

Inaugurazione:

18 aprile 2024, ore 18:30

Calendario e orari di apertura:

lunedì - sabato, 10:00 - 18:00

domenica, 15:00 - 18:00

Ingresso libero

Apertura straordinaria serale sabato 22 giugno in occasione di Art Night Venezia

Chiusura per festività: 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno

Federica Ferrarin