Microisole da scoprire: cafoscarina premiata per la tesi su Sant’Elena

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Sant’Elena è un’isola remota nel mezzo dell’Atlantico del Sud passata alla storia come luogo di prigionia e morte di Napoleone. Da sempre raggiungibile solo via mare, da poche settimane vive un altro passaggio storico: è stato aperto l’aeroporto in cui atterra ogni settimana un volo di linea proveniente dal Sudafrica.

Per capire quali potrebbero essere gli effetti del nuovo flusso turistico, come cambierà l’isola, quali sono le opinioni diffuse tra i 4.500 abitanti, una studentessa cafoscarina in Sviluppo Interculturale dei Sistemi Turistici ha vissuto tre mesi a Sant’Elena, collaborando con il locale ufficio turistico. La sua tesi di laurea, realizzata con la relatrice Federica Cavallo, ha vinto il Premio Sistur 2017, assegnato dalla Società italiana di Scienze del Turismo.

L’obiettivo di Anna Perissinotto era realizzare uno studio sullo sviluppo turistico delle microisole remote, un tempo associate a carenze e mancanze, ma oggi capaci di attrarre l’interesse dei turisti alla ricerca di luoghi unici e autentici.

Perché ha scelto Sant’Elena?

La scelta di Sant’Elena non è stata casuale: svolgere il tirocinio universitario presso l’Ufficio Turistico dell’isola mi ha dato la possibilità di osservare e fare ricerca sul campo, dando un significato più profondo al mio lavoro, perché vivere per tre mesi in un’isola remota permette di capire la straordinarietà e singolarità di questi luoghi. Per me è stata un’esperienza unica, di scoperta ma anche di crescita personale, che mi ha permesso di riflettere e di mettermi in gioco: mi sono stupita dello stile di vita, dei santi, del clima, dei paesaggi. Ho apprezzato ed ammirato la lentezza, la tranquillità, il senso di comunità e la cordialità degli abitanti, lo stile di vita semplice e genuino.

Come stanno cambiando le prospettive per l’isola?

Oggi il principale limite per uno sviluppo turistico è la remoteness dell’isola, raggiungibile solo con la RMS St Helena, una delle poche navi transoceaniche al mondo; ma la situazione è cambiata a ottobre, con l’apertura dell’aeroporto commerciale, realizzato dal governo britannico con lo scopo di rendere Sant’Elena meno dipendente dai sussidi che tuttora riceve. Proprio in vista dell’incremento del numero degli arrivi, l’isola sta potenziando l’offerta turistica in termini di ricettività, sistema dei trasporti, ristorazione, servizi e infrastrutture complementari.

Quali sono gli effetti di questo cambiamento epocale?

Si possono fare diverse ipotesi e considerazioni sugli impatti dell’apertura dell’aeroporto: dal questionario è emerso infatti che gli isolani sono consapevoli che migliorare i collegamenti sia necessario, nella speranza di rallentare il declino demografico, ridurre l’emigrazione, migliorare i servizi e la situazione economica; sono però consapevoli anche dei rischi e dei risvolti negativi, come l’aumento della pressione sulle risorse, il cambiamento dello stile di vita e della cultura locale.

Nella tesi auspica una attenta pianificazione per governare lo sviluppo turistico. Su cosa punterà Sant’Elena?

L’ufficio turistico, responsabile delle principali azioni di marketing, ha deciso di non puntare su un turismo di massa, ma sul turismo di nicchia interessato all’ambiente, al patrimonio, alla mobilità lenta. La promozione delle attrattive dell’isola si focalizza dunque su quattro temi principali: Heritage and History, Walking and Hiking, Bird and Wildlife e Diving and Marine life.