Archeologia: in Armenia alla ricerca delle pietre del Drago

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Antiche leggende medievali raccontano come le cime dei monti armeni fossero popolate da draghi giganti, esseri semidivini che avevano il compito di custodire le sorgenti sacre, e forse personificati in stele megalitiche decorate a rilievo poste in pascoli ad alta quota, tra i 2000 e i 3000 metri.

Queste stele sono chiamate «vishap», cioè «drago» in lingua armena, e si tratta di monoliti di basalto, collocati in posizione verticale, che possono raggiungere i 5 metri di altezza. Ne sono stati rinvenuti di due tipi: sul primo è rappresentato il vello di un capride sacrificato, e si ipotizza fosse una commemorazione di una pratica religiosa legata all’esposizione di una pelle scuoiata e lavorata, con ancora la testa, le corna ricurve e le estremità attaccate.

Il secondo tipo è lavorato a tutto tondo a forma di pesce, con branchie e pinne, e certo correlato al culto di un animale sacro delle sorgenti montane. In alcuni esemplari, le iconografie sono combinate sulla stessa stele, rappresentando la pelle del capride panneggiata sul ventre del pesce, a dimostrazione che si tratta del medesimo fenomeno artistico e culturale.

 

Pavol Hnila, co-direttore del Dragon Stones Archaeological Project, con un vishap a forma di capride.

È di questo fenomeno che dal 2012 si occupa il Dragon Stones Archaeological Project, primo progetto di scavo che indaga queste stele megalitiche, diretto da Alessandra Gilibert (Università Ca’ Foscari), Arsen Bobokhyan (Accademia delle Scienze Armena) e da Pavol Hnila (Freie Universität Berlin), conosciutisi quando erano studenti di dottorato al Graduierten-Kolleg “Anatolia and its neighbours” dell’università di Tübingen, in Germania.

La missione archeologica indaga il sito di Karmir Sar, il “Monte Rosso”, a 2850 m di altitudine e a 20 km dall’ultimo villaggio situato ai piedi del Monte Aragats, il più esteso pascolo d’altura dell’intera regione, con due sorgenti presso cui sono stati individuati ben undici vishap, oltre a tumuli funerari del III e del II millennio a.C. e a incisioni rupestri. L’obiettivo è quello di risalire all’orizzonte cronologico originario dei manufatti per individuarne il contesto archeologico e paesaggistico. Queste stele sono le sculture monumentali più antiche di tutta l’area del Caucaso e risalgono al periodo di transizione tra il Neolitico e il Calcolitico, ma le indagini sono ancora in corso.


    
In rosso: l’area di diffusione delle pietre del drago

Di difficile definizione è il significato e la ricezione che questi manufatti avevano nella comunità che li ha prodotti: erano poche le società così antiche, apparentemente prive di stratificazione sociale, che investivano energie e risorse in manufatti di questa portata.

Infatti, se la religione ha da sempre avuto lo scopo di appianare le differenze nate da sistemi sociali ineguali, nei gruppi in cui l’ineguaglianza sociale non è un fattore rilevante, quale potrebbe essere il significato antropologico dei vishap? Non essendo stati rinvenuti segni di pratiche cultuali avvenute in seguito alla loro creazione, si è ipotizzato che fossero stati eretti durante degli eventi collettivi che coinvolgevano decine di persone e che avevano la finalità di disinnescare dei conflitti interni nati tra i pastori di diverse tribù, che forse si contendevano i pascoli e le risorse migliori in un territorio con un clima poco favorevole, caratterizzato da forti escursioni termiche, tempeste e grandinate.

Le pietre del drago dovevano venire create durante un evento simbolico collettivo in cui si condividevano mezzi e forza-lavoro, materializzando su pietra un sistema simbolico e religioso condiviso da diverse tribù, atto a scardinare dei possibili conflitti tra queste.

La sola monografia sull’argomento, basata sull’osservazione sul campo, risale al 1931 ed è stata pubblicata dall’archeologo e linguista georgiano Nicolaj Mar con il titolo «Les Vishap». Il Dragon Stones Archaelogical Project è così il primo progetto di scavo che indaga queste stele megalitiche e che potrà fornire informazioni archeologiche, storiche e antropologiche sul fenomeno.

 

A cura di Valentina Gennaro


Link utili per approfondire:
Dragon Stones Archaelogical Project:
https://www.youtube.com/watch?v=gRyVA1kpXEk
https://iris.unive.it/handle/10278/3697059#.WrT0yOjOXIU
https://iris.unive.it/browse?type=author&authority=rp08163&authority_lang=en#.WrUTxujOXIU

Rivista Archeo.it: http://archeo.it/