Fernando Colombo, alla ricerca del sapere universale per un mondo nuovo

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Wilson-Lee

Il catalogo dei libri naufragati. Il figlio di Cristoforo Colombo e la ricerca della biblioteca universale (edito da Bollati Boringhieri, 2019) è l’ultima opera di Edward Wilson-Lee, professore all’Università di Cambridge.

Giovedì 24 gennaio, per iniziativa del Center for Humanities and Social Change di Ca’ Foscari, CFZ ha ospitato nella sua sala conferenze lo scrittore, in conversazione con Igiaba Scego, anche lei scrittrice, nonché fellow presso il Centro cafoscarino, e la professoressa Maria Del Valle Ojedo Calvo, ordinaria di letteratura spagnola sempre presso il nostro ateneo.

Questo interessante mix di specializzazioni e personalità ha creato un altrettanto interessante dibattito sulla vita di Fernando Colombo, figlio del più famoso Cristoforo, protagonista del volume in oggetto, che ha catturato l’attenzione di Wilson-Lee. Anglista specializzato in Shakespeare, venuto quasi per caso a conoscenza della figura di Fernando, ha deciso di raccontarne la biografia, per rendere la sua storia più conosciuta.

In un racconto splendente che mette in mostra la profonda curiosità dell’intelletto umano - dice Ojedo Calvo - l’autore va a riempire gli spazi lasciati bianchi dalla storia con l’immaginazione e intreccia con maestria dati storici e finzione, completando quello che la professoressa descrive come un incrocio tra saggio e romanzo storico. L’intento è esporre in maniera creativa le scoperte scientifiche, risponde lui, per competere con le fake news e sfidarle.

Quella che viene raccontata è la bibliophilia di Fernando, figlio dello scopritore del Nuovo Mondo, un assetato collezionatore di libri che ha viaggiato ovunque gli fosse possibile proprio con questo intento. Questa sete di cultura trova le proprie radici nella convinzione di Fernando che attraverso la creazione di un microcosmo culturale sia possibile possedere la conoscenza totale di un mondo che non era più lo stesso, e che Fernando vedeva in un importante periodo di transizione - come sottolinea Scego - e da una posizione particolare.

Uomo di corte anomalo, attratto più dai libri che dalla caccia, Fernando Colombo è l’esponente di una nuova generazione, che crede nel progresso e nella tecnologia, e vuole costruire una libreria universale, per dare all’impero universale che si cercava di instaurare all’epoca un sistema nervoso centrale, come commenta Wilson-Lee, il quale insiste anche sul primato di Fernando nell’accorgersi dell’importante potere che deriva dalla cultura e dalla conoscenza, un argomento più che attuale, se si vuole fare un paragone con la contemporaneità che vede il potere nelle mani di chi ha le informazioni.

Come fa notare Scego, la continua curiosità di Fernando, tra le cui passioni si ricordano anche la cartografia e la lessicografia (aveva persino cercato di compilare un vocabolario universale), dà la misura di una figura che ha saputo anticipare i tempi.

È particolarmente importante che questa presentazione sia avvenuta in contesto universitario, perché la storia di Fernando e del suo desiderio di conoscere tutto lo scibile umano, un desiderio mosso non da una faustiana tracotanza ma piuttosto da quella curiositas tanto cara agli antichi, fa da testimone per ricordare che il sapere non è divisibile ma fluido, e che la cultura deve essere la base anche per una solidità politica.

Proprio come ha detto Wilson-Lee, è necessario, in un’epoca in cui le persone vogliono solo sentire e leggere le bugie di cui hanno estremamente bisogno, competere con queste narrative e crearne di nuove, rendendo la storia, quella meno conosciuta ma che può intrecciarsi e abbracciare meglio l’attualità, per ricordare l’importanza e l’influenza dell’erudizione. Allo stesso modo in cui Fernando cercava di creare un microcosmo culturale che guidasse la corona castigliana, così oggi si dovrebbe auspicare a governi illuminati, che diano il giusto peso non solo alla cultura ma anche agli uomini e alle donne di cultura, con l’obiettivo di un altro mondo nuovo, a una rinnovata curiosità e a un nuovo interesse verso ciò che i libri hanno da offrire.


A cura di Andrea Carboni

Federica SCOTELLARO