Odio online, Quattrociocchi nella task force del governo

condividi
condividi

Walter Quattrociocchi è tra i 16 esperti coinvolti dal governo per studiare il fenomeno dell’odio online e proporre strategie per contrastarlo.

Si tratta di un'iniziativa del ministro all'Innovazione, Paola Pisano, di concerto con quello della Giustizia, Alfonso Bonafede, e il sottosegretario con delega all'Editoria, Andrea Martella, con gli obiettivi di "mappare i possibili strumenti tecnologici di contrasto, identificare le modalità con le quali i gestori delle piattaforme possono contribuire a limitarne l'impatto sulla società nel rispetto dei principi costituzionali". Il testo approvato alla Camera con con 234 voti, passa al Senato.

Il gruppo di lavoro, coordinato dall'avvocato Guido Scorza, sarà composto "a titolo gratuito" da "sedici esperti esterni": Stefano Epifani, Giovanni Boccia Altieri, Luca De Biase, Sonia Montegiove, Martina Pennisi, Anna Masera, Ilaria Sotis, Massimo Mantellini, Carlo Blengino, Juan Carlos De Martin, Giovanni Ziccardi, Giovanna Cosenza, Sara Bentivegna, Walter Quattrociocchi, Paolo Iabichino e Rosy Russo.

Professor Quattrociocchi, da dove possono venire secondo lei i migliori antidoti per contrastare il fenomeno?
“La censura serve a poco, tanto poi gli utenti migrano altrove. Bisogna evitare l'esasperazione del politically correct e concentrarsi su quello che è penalmente rilevante”.

Ci sono esperienze, pratiche, da cui prendere spunto o insegnamento?
“Servirebbero programmi di formazione nelle scuole per docenti e studenti su scala nazionale mirati a comprendere come ci comportiamo quando siamo online. Su questo stiamo lavorando con Facebook sviluppando un programma rivolto ai giovani”.

Dopo anni di ricerca sulle dinamiche sui social media, quale messaggio chiave porterà al tavolo della task force?
“Il messaggio che cercherò di far passare è che molto del sistema che conoscevamo è cambiato. Le informazioni sono di più e passano in maniera molto più veloce, è cambiato il linguaggio giornalistico e il mercato stesso dell’informazione. La comunicazione e la politica coincidono per via di questo cambio di paradigma. Non possiamo interpretare il fenomeno con canoni del secolo scorso”.

Enrico Costa