RAI TV

2015: ECO DELLA STORIA

'Eco della Storia'. Genocidi. In onda sabato 24 gennaio 2015 alle 21.30 sul canale tematico Rai Storia e poi in replica notturna su Rai Tre mercoledì 26 febbraio 2015 alle ore 1.15 (ID teca n. F664841).

Nel ‘blocco’ di questa puntata sui genocidi dedicato all’Olocausto si parla anche del ruolo avuto in esso dall’Italia, con un filmato di testimonianze di ebrei che ricordano l’espulsione dalle scuole e l’isolamento inflitto loro anche dai compagni.

In studio sia il conduttore Gianni Riotta che lo storico ospite, Marcello Flores, sottolineano l’esser «stati a guardare» degli italiani e anzi il fatto che essi «spesso ne approfitta[ro]no», mentre l’aiuto dato agli ebrei riguardò solo «qualche caso, minore». Le proporzioni, rispetto alla narrazione dominante fino a tutti gli anni Ottanta, si sono letteralmente ribaltate.

(Questo programma ha comunque un impatto limitato, data la collocazione in palinsesto).

2018: La grande Storia

'La grande storia'. 1938: 'Le leggi razziali'. Di Ilaria Degano.
In onda martedì 8 gennaio 2018 alle 23.15 su RaiTre.
Consulenza storica di Anna Foa e Ernesto Galli Della Loggia

Questo intervento dello storico Ernesto Galli Della Loggia smentisce esplicitamente che gli italiani si siano mostrati "brava gente" verso gli ebrei al tempo delle leggi razziali. La stessa tesi era stata presentata subito prima sia dalla voce 'fuori campo' che dalle vittime stesse Cesare Finzi e Ferruccio D'Angeli (con le stesse testimonianze già raccolte nel 2008: vedi sopra). I toni della voce fuori campo sono di perentoria condanna, agli antipodi del racconto udito per decenni. ("Poche e isolate sono le voci che si alzano per condannare. (...) Ma la reazione degli italiani in realtà è prevalentemente di indifferenza e di omertà. In alcuni isolati casi una possibile reazione di protesta si spegne per il timore di essere tacciati di 'pietismo'. (...) Molti invece sono gli italiani che manifestano pieno consenso alla politica persecutoria e razzista del fascismo. E moltissimi sono coloro che si voltano dall'altra parte e preferiscono non vedere").

2018: Che tempo che fa

'Che tempo che fa'. In onda il 23 settembre 2018 alle 20.35 su RaiUno.
(ID teca: X900058114). Intervista a Liliana Segre.

La prima puntata della nuova stagione del popolarissimo programma di Fazio presenta subito una lunga intervista (25 minuti) alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah. La sua testimonianza sulle leggi razziali si concentra - in modo particolarmente efficace in questo estratto - sul pericolo dell'indifferenza, colpa capitale che ella addita agli italiani dell'epoca e pericolo contro cui mette in guardia i ragazzi di oggi. La Segre offre dunque agli italiani un racconto affatto consolatorio su di loro, eppure viene invitata a parlarne da Fazio - in una trasmissione tra le più viste dell'intero palinsesto Rai - ben 5 volte tra il 2018 e l'inizio del 2020. Un altro segno del cambiamento di prospettiva.

2018: TV Storia

TV Storia. 1938: L'Italia e le leggi razziali. In onda il 26 ottobre 2018 alle ore 21.40 su Rai Storia. (Senza ID Teca)

In occasione dell’80simo anniversario delle leggi razziali, il canale tematico Rai Storia organizza sul tema una puntata del suo programma di approfondimento "TV Storia", nella quale una delle tre domande centrali poste dal conduttore Massimo Bernardini è: «L’Italia del Dopoguerra come si è confrontata con questa pesante eredità?». Il fatto stesso di porsi questo interrogativo e basare una puntata su di esso segnala già una consapevolezza più matura rispetto al tema.
Ospiti della puntata sono: il rabbino capo della comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni; Emilio Gentile e Alessandra Tarquini, due affermati storici specialisti del fascismo.

rabbino Riccardo Di Segni: dopoguerra e rimozioni

In questo primo estratto, il rabbino Di Segni ricorda i punti salienti della rimozione collettiva delle persecuzioni razziali che caratterizzò il Dopoguerra, anche da parte degli stessi ebrei.

Alessandra Tarquini: gli italiani di fronte alle leggi

Alessandra Tarquini afferma qui che all'epoca "nessuno protesta" contro le leggi razziali (a cominciare dagli intellettuali), perchè "in fondo gli italiani non sono particolarmente sconvolti da questa legislazione antisemita". Emilio Gentile ricapitola poi i motivi di questo atteggiamento così diffuso.

Emilio Gentile: quel giudizio di De Felice

E quando nel corso della puntata viene mostrata a Gentile la surriportata videointervista del 1965 (da "La lotta per la libertà") nella quale De Felice sosteneva «la reazione morale del Paese» che sarebbe seguita «tosto» alle leggi razziali, provocando «la prima grossa frattura tra il fascismo e il popolo italiano», lo stesso Gentile si trova a dover correggere il proprio maestro, pur difendendolo e contestualizzandolo.

Emilio Gentile: i rischi di un'auto-assoluzione collettiva

La rettifica a De Felice viene qui nuovamente ribadita da Gentile, con l'aggiunta di un caveat sulla vulnerabilità anche delle democrazie al razzismo - specie quando queste si cullano in auto-assoluzioni collettive. Così, col De Felice del 1965 rettificato nel 2018 anche dal suo allievo Gentile, ovvero colla “prima” lettura televisiva storica delle leggi razziali esplicitamente superata in tv dalla più recente, il racconto.

2019: Figli del destino

Di Francesco Miccichè e Marco Spagnoli. In onda il 23 gennaio 2019 su RaiUno alle 21.25 (ID Teca: X000037650).
In avvicinamento al Giorno della Memoria di quell'anno, RaiUno prova (seppur con ascolti poco premianti: sotto i 3 milioni, 12,4% di share) la via della docu-fiction, un ibrido che mischia due generi (documentario e fiction). Tra attori e filmati d'epoca, finzione e approfondimenti storici, vengono così ricostruite quattro vicende di ebrei italiani sotto le persecuzioni razziali, seguendo il filo rosso della loro stessa viva testimonianza.

"Non le ho fatte mica io queste leggi!"

Tre delle quattro vicende ricostruite - quella di Liliana Segre a Milano, di Tullio Foà a Napoli, di Lia Levi a Roma, di Guido Cava a Pisa – riguardano ebrei salvati da italiani (rispettivamente da un commissario di polizia, da un convento di suore e da un medico fascista). Una proporzione poco rispondente alla realtà storica. Tuttavia la vicenda nettamente preponderante, tra le 4 ricostruite, come minutaggio e “peso” dedicatole è appunto quella della Segre, ove non vi sono salvatori bensì compagne di scuola e maestre indifferenti (come in questo estratto) e...

"Sono altre mille lire"

... e contrabbandieri profittatori, come in questa scena sulla tentata fuga in Svizzera (che riecheggia anche la testimonianza di Goti Bauer, vista in precedenza). Inoltre...

Michele Sarfatti: reazioni e silenzio-assenso

... Inoltre all’interno della docufiction è incluso un breve intervento dello storico Michele Sarfatti, che sottolinea la sostanziale assenza di proteste da parte della società italiana, del Re e del Vaticano.

(In realtà Pio XI aveva condannato le leggi razziali, tanto da far irritare il Duce, ma era morto poco dopo (10-2-‘39) e il suo successore Pio XII aveva scelto la linea del silenzio).

Anche su quest’ultimo punto si osserva nei decenni un'evoluzione dell’interpretazione, nel senso di una maggiore enfasi (in tv e ancor più in storiografia) sulle insufficienti reazioni vaticane (pur senza negare l’opera di aiuto prestata poi da religiosi ed enti ecclesiastici).

2020: La guerra è finita

Di Michele Soavi. In onda il 13, 20, 27 gennaio e 3 febbraio 2020, il lunedì in prima serata su RaiUno (ID Teca: X000052573; X000052662; X000053605).
Fiction ispirata alla storia vera degli 800 orfani ebrei sopravvissuti alla Shoah e accolti, a partire dal 1945, in una tenuta di Selvino, paesino del bergamasco (molti di loro partiranno poi per la Palestina).
La guerra è finita ottiene ottimi riscontri di critica e di pubblico (restando sempre sopra i 4 milioni di spettatori e risultando il programma più visto in tutte le quattro serate).
Si tratta di una fiction di pregevole fattura, con livelli di lettura molteplici. Essa ha per protagonisti dei personaggi italiani “buoni” ma ne ritrae anche di “cattivi” e conferma come un’evoluzione sia in corso anche nel genere del racconto popolare.

"Non hanno solo voi"

In questa scena tratta dalla prima puntata, si ritrova il racconto più tradizionale (e ribadiamo, anch'esso veritiero): quello dell'aiuto prestato - per spirito di umanità - da una parte della gente comune.

"Sono cose che vanno taciute"

Nella seconda puntata della fiction, questo dialogo tra Ben e Giulia - ossia l'ex preside e combattente ebreo e la giovane psicopedagogista italiana che a guerra appena finita hanno messo in piedi questa comunità di recupero per minori sopravvissuti alla Shoah - mette in scena la forte spinta delle vittime stesse alla rimozione dell'accaduto. E al contempo la necessità di contrastarla, anche per diffonderne la consapevolezza.

"C'erano delle camicie nere"

In questa scena tratta dalla quarta e ultima puntata della fiction, Nicole – una delle adolescenti ebree ospitate a Selvino – racconta faticosamente a Giulia le dure persecuzioni razziali inflitte a lei e ai suoi correligionari dai concittadini italiani (già anni prima dell’occupazione nazista). La stessa Giulia, nell’ascoltare sconcertata, sembra prenderne realmente coscienza per la prima volta. Il suo personaggio è particolarmente significativo, perché incarna in sé la necessità del Paese di fare i conti con le proprie responsabilità. Lei stessa, infatti, figlia benestante di un padre che commerciava armi coi nazisti, si colpevolizza per non aver protestato contro di lui e, distanziatasene infine, cerca un “riscatto” morale e civile in questo impegno a favore dei sopravvissuti. Questo tipo di scena difficilmente si sarebbe vista in prima serata su RaiUno nei decenni precedenti. La fiction si chiude, emblematicamente, con la tenuta di Selvino che diviene seggio per il referendum istituzionale del ’46. La metafora è chiara: chiudere i conti col passato nazionale implica accoglierlo (e se possibile cercare di redimerlo), non negarlo o edulcorarlo. Solo a quel punto si può davvero voltare pagina.

Storiografia e memorialistica

Storia della Shoah in Italia

2010: Esce la monumentale opera in due volumi collettanei Storia della Shoah in Italia (pubblicata da Utet, a cura degli storici Marcello Flores, Simon Levis Sullam, Marie-Anne Matard-Bonucci, Enzo Traverso). 50 capitoli (QUI l'indice) scritti da altrettanti storici italiani e internazionali, ciascuno su un diverso aspetto del fenomeno, dalle sue premesse storiche alla sua memoria.

 

 

 

Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia

2011: Attraverso documenti personali fin lì trascurati quali diari e lettere di cittadini ebrei, questo volume mostra gli impatti individuali delle leggi razziali.
Leggiamo dall’introduzione: “La verità è che l’Italia e gli italiani intrapresero autonomamente la persecuzione degli ebrei e la portarono avanti con sistematicità, determinazione ed efficacia”. (p.XIII)

 

Autore:
Mario Avagliano

Autore:
Marco Palmieri

Di pura razza italiana

2013: Esce Di pura razza italiana.. L’Italia ‘ariana’ di fronte alle leggi razziali, che continua la ricostruzione del precedente lavoro dei due giornalisti-storici ma guardando qui agli italiani non-ebrei e servendosi di altre fonti, d’archivio (informative di fiduciari del regime, rapporti del Minculpop, etc), per poi concludere: “La cifra prevalente (…) fu senz’altro l’indifferenza. (…) Il ‘non vedo, non sento e non parlo’ praticato dalla maggioranza degli italiani (…) contribuì a realizzare l’obiettivo della persecuzione, vale a dire l’isolamento, la separazione e l’esclusione degli ebrei dal resto della società” (pp.17-18).

 

 

Autore:
Mario Avagliano

Autore:
Marco Palmieri

Il cattivo tedesco e il bravo italiano

2013: Lo storico pubblica uno studio in cui mostra modi e motivi (anche di politica internazionale) per cui nel Dopoguerra si è addossata sistematicamente ai tedeschi ogni colpa per i crimini della Seconda guerra mondiale e al contempo si è creata volutamente un’immagine contrapposta del “bravo italiano”, mite e solidale.
Intendiamoci, precisa Focardi, gli aiuti ci furono: “dietro lo stereotipo c’era un consistente nucleo di verità. E tuttavia lo stereotipo servì a coprire l’altra faccia della medaglia, non meno rilevante ma assai più incresciosa, ossia l’adesione di non pochi italiani alla ‘guerra imperialistica’ del fascismo; i numerosi crimini di guerra commessi nei territori occupati (…); il coinvolgimento nella persecuzione germanica degli ebrei (…) non pochi ‘italiani mala gente’ pronti ad approfittarsi dei perseguitati (…)” (p. xiii-xiv)

 

 

Autore:
Filippo Focardi

The Holocaust in Italian culture (1944-2010) - Scolpitelo nei cuori

2013: Intanto sono cominciati anche gli studi sulla memoria della Shoah, quali Guri Schwarz, Ritrovare se stessi. Gli ebrei nell’Italia post-fascista (2004) e due studi nati all’estero: Emiliano Perra, Conflicts of memory (2010) e Robert Gordon, The Holocaust in Italian culture (1944-2010) (2012, tradotto in italiano appunto nel 2013 come Scolpitelo nei cuori).

 

 

Autore:
Robert S. C. Gordon

I carnefici italiani

2015: Lo storico Simon Levis Sullam documenta i molti casi (fin qui poco indagati) di delatori, spie, propagandisti dello sterminio, etc.
Alcuni estratti: “Questo libro sostiene che, nel 1943-1945, gli italiani che dichiararono “stranieri” e “nemici” gli ebrei, li identificarono su base razziale (…), li stanarono casa per casa, li arrestarono (…) li consegnarono ai tedeschi, furono responsabili di un genocidio” (p.11); “troppo spesso si è parlato solo dei salvatori” (p.13); “non vi è ancora stata, a settant’anni da quelle vicende, un’esplicita assunzione di responsabilità e gesti di ferma autocritica e di riparazione da parte dello Stato italiano, le cui forze di polizia e le cui amministrazioni contribuirono direttamente al genocidio degli ebrei” (p.119)

 

 

Autore:
Simon Levis Sullam

Salvarsi. Gli ebrei d'Italia sfuggiti alla Shoah. 1943-1945

2017: Rovescio della medaglia del precedente studio dell'autrice ("Il Libro della memoria"), questo lavoro - basato su 9 anni di ricerche - indaga la sorte non di chi perse la vita nelle persecuzioni ma di chi si salvò, ovvero l'81% degli ebrei italiani. E pur ricostruendo in dettaglio circostanze e motivi dei molti aiuti ricevuti, Picciotto alla fine attribuisce l'alto tasso di sopravvivenza a "un fenomeno di resilienza collettiva" degli ebrei italiani, più che a un fantomatico "buon italiano medio" (p. 506).

 

 

Autore:
Liliana Picciotto

Sotto gli occhi di tutti. La società italiana e le persecuzioni contro gli ebrei

2018: Per l’80simo anniversario escono ulteriori studi, tutti ascrivibili a questa tendenza, come V. Galimi, Sotto gli occhi di tutti. La società italiana e le persecuzioni contro gli ebrei; A. Capristo-G.Fabre, Il registro; F. Isman, 1938, l’Italia razzista; C.Vercelli, Francamente razzisti.

 

 

Autore:
Valeria Galimi

Cultura e politica

2013: Presenziando all’inaugurazione del Memoriale della Shoah a Milano in occasione del Giorno della memoria, il leader del centro-destra Silvio Berlusconi torna a parlare delle leggi razziali come imposte all’Italia dalla Germania (Qui).

 

2018: Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e poi impegnatasi per decenni a testimoniarne il ricordo, viene nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica.

2019: A Roma tre vie che erano ancora dedicate a scienziati firmatari del ‘Manifesto della razza’ vengono reintitolate a tre scienziati esplusi dall’Università dal fascismo (Nella Mortara, Enrica Calabresi perchè ebree, Mario Carrara perchè rifiutatosi di giurare fedeltà al regime). Le nuove lapidi vengono subito vandalizzate da ignoti.

2019: Viene istituita dal Parlamento (con la controversa astensione del centro-destra) la cosiddetta ‘Commissione parlamentare Segre’ (dal nome della sua promotrice) “per il contrasto ai fenomeni dell’intolleranza, del razzismo, dell’antisemitismo e dell’istigazione all’odio e alla violenza”.
Una settimana dopo, la 89enne senatrice a vita viene messa sotto scorta, a causa delle minacce ricevute (circa 200 al giorno).
(Nella foto, a Milano scortata dai Carabinieri)

2020: Nel Giorno della memoria, il Presidente Mattarella afferma che “In Italia, sotto il regime fascista, la persecuzione dei cittadini italiani ebrei non fu, come a qualcuno ancora piace pensare, all’acqua di rose. Fu feroce e spietata. E la metà degli ebrei italiani, deportati nei campi di sterminio, fu catturata e avviata alla deportazione dai fascisti, senza il diretto intervento o specifica richiesta dei soldati tedeschi.”