Ca' Foscari Short Film Festival 14: la guerra e le conseguenze sui giovani

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immagine realizzata da Manuele Fior per il manifesto del Ca' Foscari Short Film Festival

Dal 20 al 23 marzo andrà in scena la quattordicesima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival, il primo festival in Europa interamente concepito, organizzato e gestito da un’università, con il coordinamento della direttrice artistica e organizzativa Roberta Novielli.

Ancora una volta il festival prenderà forma in maniera “diffusa” a Venezia, mantenendo come schermo principale quello dell’Auditorium Santa Margherita – Emanuele Severino. Un’edizione come al solito con un programma molto ricco che prevede il Concorso principale e quelli collaterali, degli ospiti internazionali di grande rilievo e gli appuntamenti fissi dei programmi speciali. Il tutto reso possibile grazie al supporto della Fondazione di Venezia, ai partner Avani Rio Novo Venice Hotel, la piattaforma italiana di cinema on demand ‘breve’ WeShort e Carpenè-Malvolti, la più antica azienda produttrice di prosecco, e con i premi organizzati grazie al contributo di Museo Nazionale del Cinema di Torino, CINIT - Cineforum Italiano, la Municipalità di Venezia – Murano – Burano, il Conservatorio di Musica “Arrigo Pedrollo” di Vicenza, Venezia Comics e la partnership di due festival: le Giornate della Luce di Spilimbergo, festival dedicato ai maestri della fotografia del cinema italiano, e il South Italy International Film Festival, il “festival del Sud” che si terrà a Barletta.

Roberta Novielli, Direttrice del Festival: “La qualità dei corti è sorprendentemente ogni anno più alta, migliorano le tecnologie, ma c’è anche una maggiore coscienza di quanto il mezzo filmico può esprimere. Ca’ Foscari, in virtù della sua componente internazionale, è il luogo ideale per ospitare il Festival, non solo università, ma universalità. Inoltre, la ricchezza più grande è data in termini di partecipazione e a tutti i livelli dei nostri studenti e studentesse, che provengono da tutti i Dipartimenti, nel nome del cinema”.

Un festival diffuso

Lo Short rimane un festival fatto dai giovani e per i giovani (anche quest’anno sono oltre duecento i volontari e le volontarie) che, partito dall’Università Ca’ Foscari Venezia, grazie al suo carattere “diffuso” fa sempre più parte della vita culturale della città di Venezia, omaggiata anche dallo splendido manifesto di Manuele Fior, alla sua seconda collaborazione con il festival. Ci sarà infatti la possibilità di seguire alcuni programmi non solo all’Auditorium, ma anche in altre sei location: la Fondazione Bevilacqua La Masa, la Casa del Cinema, il Museo Archeologico Nazionale, il Museo d’Arte Orientale – Ca’ Pesaro, il Museo di Palazzo Grimani (Direzione Generale Musei del Veneto- MIC) e l’In Paradiso ai Giardini della Biennale, senza dimenticare gli spazi polivalenti dell’Avani Rio Novo Venice Hotel.

Il concorso internazionale

Il Concorso Internazionale è il centro nevralgico della manifestazione, quello che ha portato il festival a essere considerato negli anni una sorta di campionato mondiale del cinema giovane, dove vengono proposti 30 dei migliori cortometraggi realizzati nell’ultimo anno da studenti e studentesse di università e scuole di cinema da tutto il mondo. Le giovani e i giovani registi mettono in scena inquietudini e drammi che sentono vicini a loro; non è un caso quindi che quest’anno abbia particolare rilevanza il tema della guerra con le sue drammatiche conseguenze, in particolare sulle vite più giovani, come avviene in Father’s Footsteps di Mohamad W. Ali, nel quale una madre cerca di proteggere il figlio dagli orrori della guerra in Siria, o in The Sweetness of Air di MD Rabbi Bhuiyan dal Bangladesh, dove un giovane orfano compie una serie di incontri altamente simbolici in un mondo in rovina. In Game, Interrupted di Ilayda Iseri, ambientato alla vigilia del colpo di stato turco del 1979, due fratelli cercano di prevenire il corso degli eventi attraverso i giochi e l’immaginazione, mentre l’iraniano The Borders Never Die di Hamidreza Arjomandi riprende una coppia curda nel più classico (e drammatico) dei viaggi della speranza, in fuga dalla guerra e alla ricerca di un confine da varcare. Due gli italiani in gara: We Should All Be Futurists di Angela Morelli e l’animazione collettiva La Notte, rispettivamente dal CSC di Roma e da quello di Torino. Insieme a quest’ultimo ci saranno altri tre cortometraggi animati in gara, ognuno dei quali si differenzia per una diversa tecnica stilistica.

La giuria internazionale

La giuria internazionale, chiamata ad assegnare i premi principali del concorso, sarà costituita come di consueto da tre personalità del mondo del cinema, a partire dalla regista e sceneggiatrice italiana Antonietta De Lillo, autrice che dal 1985, quando ha debuttato nel cinema di finzione con Una casa in bilico, vincitore del Nastro d’argento, fino al recente Fulci Talks (2021), ha realizzato una notevole quantità di opere, muovendosi con grande libertà espressiva tra corti, medi e lungometraggi, e alternando o mescolando spesso fiction e documentario in opere come Il resto di niente (2004) e La pazza della porta accanto (2013). Ghasideh Golmakani è invece una produttrice e regista iraniana, trasferitasi da giovane a Parigi, dove ha approfondito gli studi sui lavori delle registe del suo paese. Nelle sue opere emerge con forza e coraggio lavolontà di affrontare i tabù della società iraniana, come dimostrano i cortometraggi Limbo (2017), Online Shopping (2017) e Horn (2018). Infine, Cynthia Felando è docente di cinema e media presso la University of California a Santa Barbara e ha dedicato buona parte dei suoi studi alla forma del cortometraggio, analizzandolo e valutandolo come forma a sé stante di narrazione cinematografica, un lavoro che è confluito nella monografia Discovering Short Films: The History and Style of Live-action Shorts. Felando ha inoltre collaborato con diverse realtà festivaliere in varie vesti. Le tre giuratesaranno inoltre protagoniste del Programma speciale della giuria durante ilquale incontreranno il pubblico e presenteranno cortometraggi da loro diretti o scelti.

I premi

Numerosi sono i premi che la giuria sarà chiamata ad assegnare ai corti del Concorso Internazionale: accanto al primo premio, infatti, ci saranno anche la menzione speciale “Museo Nazionale del Cinema” per l’opera che offre il miglior contributo al cinema come arte e la menzione speciale “WeShort” per l’opera che offre la migliore sperimentazione nei linguaggi cinematografici. Delle giurie tecniche assegneranno invece la menzione speciale “Storie di Vitae” Carpenè-Malvolti per la miglior sceneggiatura (giuria: Domenico Scimone, Eduardo Fernando Varela, Alessandro Loprieno), la menzione speciale “Conservatorio di Vicenza” per la miglior colonna sonora (giuria: Davide Tiso, Davide Vendramin, Laura Zattra, Paolo Furlani, Stefano Lorenzetti), la menzione speciale “Le Giornate della Luce” per la miglior fotografia (giuria: Silvia Moras, Donato Guerra, Luca Pacilio), e il premio Pateh Sabally, assegnato dalla Municipalità di Venezia per la multiculturalità. Si aggiungono poi quest’anno due nuove menzioni: quella per la miglior interpretazione assegnata dal South Italy International Film Festival (giuria: Giuseppe Marco Albano, Antonello De Leo, Alessandro Loprieno, Francesco Santalucia) e quella per il miglior corto d’animazione, assegnata da VeneziaComics. Quest’anno i premi principali saranno delle bellissime opere in vetro realizzate dal CONSORZIO PROMOVETRO MURANO, gestore del marchio della Regione del Veneto Vetro Artistico ® Murano, consorzio di promozione e tutela del vetro artistico di Murano. Nato nel 1985, nel corso degli anni è divenuto una importante realtà consortile e rappresenta attualmente una cinquantina di aziende artigiane e industriali muranesi.

Ospiti

La ricca offerta di programmi speciali, omaggi, focus e retrospettive che arricchirà come sempre l’esperienza dello Short si distingue quest’anno per una spiccata presenza femminile ed è impossibile non partire da una delle maggiori registe italiane di sempre, Liliana Cavani. L’autrice emiliana è sin dagli anni ‘60 una delle voci più riconoscibili del panorama italiano, capace di coniugare la ferocia (I cannibali) al sublime (Francesco d’Assisi), con uno sguardo sempre lucido e tagliente che abbraccia le contraddizioni dei suoi soggetti mantenendo una spiccata vocazione internazionale, come testimoniano Il portiere di notte, Al di là del bene e del male e Il gioco di Ripley. A un anno di distanza dal Leone d’oro alla carriera ricevuto alla Mostra del Cinema, dove ha presentato anche il suo ultimo film, L’ordine del tempo, la regista torna a Venezia, dove sarà protagonistadi un omaggio nel quale converserà con il docente e critico cinematografico Anton Giulio Mancino, ripercorrendo una carriera ricchissima, mentre sullo schermo scorreranno alcuni estratti delle sue opere più celebri. L’animatrice e illustratrice inglese Joanna Quinn, pur non potendo vantare, per ragioni anagrafiche, una carriera altrettanto lunga, può comunque fregiarsi di ben tre nomination all’Oscar per il miglior cortometraggio animato: un attestato all’incredibile costanza qualitativa che ha mantenuto dagli anni ’80 a oggi. Se opere come Wife of Bath e The Canterbuty Tales l’hanno resa celebre e le sono valse numerosi premi (tra cui un BAFTA e un Emmy), sono sicuramente le peripezie del suo alter ego Beryl a rendere la sua produzione di straordinario interesse, con un lavoro costante ed estremamente attuale che, da Girls’ Night Out fino al recente Affairs of the Art (l’ultima delle sue opere candidate all’Oscar),riflette sul ruolo della donna nella società, sulle pressioni che è costretta a subire e sull’impossibile perfezione richiesta al suo corpo. Allo Short sarà protagonista di una lunga intervista condotta dall’esperto d’animazione Davide Giurlando, a cui seguirà la proiezioni di tre corti e due making of e, soprattutto, un vero e proprio workshop nel quale svelerà alcuni dei segreti del proprio processo creativo. Non è da meno Ninagawa Mika, certamente la più celebre delle fotografe giapponesi contemporanee, capace di portare felicemente il proprio sguardo – e un’estetica pop e coloratissima – anche al cinema, dove ha esordito nel 2007 con Sakuran, un’originale ed ‘eretica’ re-interpretazione del Giappone medievale. Ninagawa, figlia di uno dei maggiori drammaturghi giapponesi del Novecento, si collegherà da remoto per dialogare con la produttrice Kusakabe Keiko e presentare l’edizione italiana della sua autobiografia, Diventare Ninagawa Mika, edita da Cue Press. Sarà l’occasione per il pubblico italiano di scoprire la straordinaria influenza che Ninagawa esercita sull’estetica giapponese oggi, frutto non solo delle numerose mostre internazionali a lei dedicate e ai libri fotografici che ne raccolgono l’opera, ma anche delle immagini da lei prodotte. Oltre ai cinque film (e una serie Netflix), non è da sottovalutare il contributo dato nel campo della pubblicità e dei videoclip musicali, dove ha collaborato con super-gruppi come le AKB48. Condivide con lei l’amore per la fotografia anche Živa Kraus, gallerista, pittrice e video-artista croata ma veneziana d’adozione, nonché storica collaboratrice di Peggy Guggenheim. Kraus sarà intervistata dalla docente di fotografia Cristina Baldacci per ripercorrere le tappe fondamentali di una carriera luminosa. All’intervento si aggiungerà inoltre la proiezione di uno dei suoi video sperimentali (1976). Dopo gli studia Zagabria, si trasferisce a Venezia negli anni ’70, dove frequenta lo Studio Vedova, Peggy Guggenheim e Paolo Cardazzo. Crea poi nel 1979 la Ikona Photo Gallery e nel 1989 Ikona Venezia Scuola Internazionale di fotografia, attraverso le quali ha introdotto al pubblico alcuni dei principali fotografi contemporanei, diventando ben presto un punto di riferimento per l’intera scena artistica lagunare e per la Biennale stessa. Altro importante ospite della quattordicesima edizione sarà il regista e sceneggiatore francese Philippe Le Guay, in un programma realizzato in collaborazione con l’Alliance Francaise. Le Guay ha esordito negli anni ’80 e nella sua carriera ha attraversato generi e stili molto differenti tra loro, dal film in costume al thriller, dal noir al dramma politico, ma si è distinto soprattutto per le sue commedia dal tocco fresco e arguto. Impossibile non ricordare le irresistibili cameriere spagnole de Le donne del 6° piano, per il quale Carmen Maura ha ricevuto il Premio César come miglior attrice non protagonista, così come è difficile dimenticare gli scambi di battute tra Lambert Wilson e Fabrice Luchini in Molière in bicicletta, ironico omaggio al mondo del teatro ed efficace ammodernamento di Molière. Le Guay sarà a Venezia per ripercorrere la sua carriera con Marie-Christine Jamet, direttrice dell’Alliance Française e docente a Ca’ Foscari, mentre scene tratte dai suoi film scorreranno sullo schermo dell’Auditorium. Dalla Francia si volerà poi dall’altra parte del mondo per un programma speciale, a cura di Cecilia Cossio, dedicato al regista indiano Faraz Arif Ansari. Molto apprezzato nel circuito festivaliero per i suoi film a tematica LGBTQ+ nei quali affronta la “diversità” nelle sue più varie accezioni, Ansari si collegherà da Mumbay per raccontare la sua ancora giovane carriera e introdurre la proiezione di tre dei suoi cortometraggi più recenti: Siberia (2015), Sisak(Singulto, 2017) e Sheer Qorma (Latte e datteri, 2021). Il suo è certamente un cinema politico che mette in evidenza le problematiche della comunità queer nell’India contemporanea, ma la sua vocazione sociale è testimoniata anche dalle numerose iniziative intraprese negli anni per portare l’arte (con cinema e teatro in testa) nelle strade, a contatto con i bambini degli slum.

Programmi speciali

Ai grandi ospiti internazionali si affiancano una serie di programmi speciali ricorrenti che caratterizzano ormai lo Short da anni e che sono parte fondamentale della sua identità. Si parte con il consueto focus sul cinema delle origini che, con un curioso cortocircuito, è dedicato quest’anno a colui che ha sempre curato il programma, Carlo Montanaro, ex direttore dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e tutt’ora tra i principali organizzatori delle Giornate del cinema muto. L’occasione è il decennale della sua casa-museo La fabbrica del vedere dove sin dagli anni ’60 raccoglie e cataloga una imponente quantità di macchinari, ‘pizze’, fotografie e memorabilia varie che raccontano le origini del cinema, spingendosi indietro fino al XVII secolo. Un appuntamento ormai classico è anche quello con East Asia Now, nel quale il curatore Stefano Locati porterà gli spettatori alla scoperta delle ultime tendenze del cinema breve asiatico. I quattro cortometraggi presentati – provenienti da Giappone, Myanmar, Singapore e Filippine – ragionano su una pluralità di tematiche accomunate da un taglio intimo, quasi metafisico. Tra le opere ci sono anche quelle di registi già affermatisi nel circuito festivaliero, ma sconosciuti in Italia, come Igarashi Kohei (Two of Us) e Nelson Yeo (Bagasi). Non poteva mancare poi lo spazio dedicato alla video arte italiana curato da Elisabetta Di Sopra che quest’anno conclude la ricognizione sul corpo dell’artista con la collaborazione dell’Archivio di video arte Yearbook, così come tornano i programmi dedicati al Video Concorso Pasinetti e alla summer school della Venice International University. Ci sarà infine anche un momento riservato alla presentazione di due progetti che collaborano con lo Short: la piattaforma di cinema on demand WeShort e il South Italy International Film Festival.

I concorsi

Torneranno anche i concorsi collaterali che da anni affiancano quello principale: il CINIT Music Video Competition giunge alla sua ottava edizione e presenterà i dieci migliori video musicali prodotti nell’ultimo anno da studenti di università o scuole di cinema. A giudicarli sarà una giuria apposita composta da Giovanni Bedeschi, Alice D’Este e Giordano Giordani. L’undicesima edizione dello High School Competition vede invece competere video realizzati da studenti e studentesse liceali di tutto il mondo, con otto finalisti in gara. A premiare il migliore sarà una giuria composta da studenti e studentesse cafoscarine. Si rinnova inoltre la collaborazione con il festival Le giornate della luce, per il quale sono stati selezionati otto cortometraggi che saranno presentati a Spilimbergo in un concorso dedicato. Un’iniziativa simile è stata attivata anche per il South Italy International Film Festival, per il quale sono state invece scelte quattro opere.

Serata finale

Infine, il cerchio aperto dal manifesto di Manuele Fior dedicato a Venezia che ha preannunciato il festival si chiuderà simbolicamente con lo spettacolo che impreziosirà la serata finale, un appuntamento musicale imperdibile, nel quale il progetto di attività musicali di Ca’ Foscari Musicafoscari, diretto da Daniele Goldoni, sonorizzerà l’iconico cortometraggio di Buster Keaton, One Week, in quello che si preannuncia come un perfetto connubio di suoni e immagini.