Scegliere di continuare l'Erasmus: l'esperienza di Elisabetta e Alessandra

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Elisabetta Di Matteo e Alessandra Feltrin fanno parte degli studenti cafoscarini che hanno optato per la continuazione dell’esperienza Erasmus durante questo momento difficile.
Elisabetta, studentessa iscritta al corso di Lingue, Civiltà e Scienze del Linguaggio, si trova attualmente in Francia all’Université Paul-Valéry Montpellier. Alessandra, che frequenta il corso di laurea in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali, sta svolgendo il suo periodo di mobilità all’Università di Bonn in Germania.
Oggi ci raccontano come procedono le vite degli studenti universitari nei loro paesi ospitanti, tra nuove limitazioni, lezioni online e momenti di svago.

Com’è la tua giornata tipo in lockdown?

Elisabetta (Francia): Pur condividendo gli spazi esterni con altri studenti che hanno deciso di restare e con cui ho stretto un rapporto quasi fraterno, passo la maggior parte del mio tempo nella mia camera, proprio per limitare il più possibile i contatti e perchè di fatto la quarantena non ci esime dai nostri doveri. Sto sfruttando queste settimane per studiare e provare magari a sostenere qualche esame in più nella sessione estiva. In questo momento sto seguendo i corsi online dell’università qui a Montpellier, perciò trovo che far fruttare al meglio le giornate che improvvisamente mi si sono svuotate sia l’opzione migliore. Certo, non mancano momenti di sconforto, non è semplice gestire questo carico di responsabilità e emozioni lontana da tutti i miei affetti, ma voglio cercare di non trasformare tutto questo in uno stato di prigionia e, anzi, trarne qualcosa di positivo.

Alessandra (Germania): Partendo dal presupposto che non posso considerarlo un vero e proprio ‘’lockdown’’, non ho una vera e propria routine. Le mie giornate si dividono tra il giorno, quando studio e mi alleno con la lingua tedesca, e la sera, quando, per spezzare la monotonia delle giornate, mi ritrovo nella cucina del dormitorio con i miei coinquilini ta chiacchierare e giocare a carte . La sola differenza che sto notando è la limitazione delle uscite per fare la spesa o per una passeggiata nella campagna adiacente al dormitorio dove vivo.

Come sta gestendo la situazione la tua università ospitante?

Elisabetta: Le attività sono state sospese, di conseguenza la mia università ha dovuto riproporre tutti i corsi online, esattamente come le altre università. Non ci sono vere e proprie lezioni, i professori utilizzano la piattaforma moodle per fornirci materiale di supporto allo studio o indicazioni sul da farsi. Tuttavia è molto probabile che gli esami verteranno solo sulla parte del programma svolta durante le lezioni in presenza, prima della chiusura. A tal proposito, per quanto riguarda gli esami, non sono state ancora prese decisioni definitive, ci verrà data una comunicazione ufficiale tra qualche settimana. In linea di massima, conformemente alla struttura dell’università francese, penso che la mia se la stia cavando dignitosamente, preoccupandosi di dare agli studenti appoggio e comprensione.

Alessandra: L’università di Bonn ha subito messo a disposizione degli studenti le informazioni riguardanti il virus e le misure di sicurezza da adottare ricevute dal Robert Koch Institute (Organizzazione sanitaria responsabile del controllo e della prevenzione delle malattie infettive in Germania, NdR) Quando il governo ha annunciato lo stato di allerta, l’università, anche se con un po' di ritardo, ha comunicato che per tutto il semestre le lezioni si svolgeranno sulla piattaforma on-line ‘’e-campus’’ ed ha posticipato di due settimane la data iniziale del secondo semestre, portandola al 20 di aprile. Per ora la situazione si evolve di giorno in giorno e, a differenza di altri Paesi europei, la Germania ci ha posto come studenti Erasmus di fronte alla scelta di andarsene o restare offrendo quindi la possibilità di proseguire la propria mobilità.

Sempre per quanto puoi osservare dai canali di informazione, quali analogie e/o differenze ci sono tra la risposta dell’Italia e quella del paese in cui ti trovi? 

Elisabetta: La Francia ci ha messo più tempo per elaborare la gravità della situazione e ammettere che c’era un’emergenza da affrontare. Naturalmente non vorrei tendere alla generalizzazione, parlo per esperienza diretta ma pur sempre limitata. Un’altra differenza che percepisco rispetto all’Italia è il governo meno presente. Sarà una mia impressione, sarà anche perché in fondo tendo a cercare un punto di contatto con la mia madrepatria, sta di fatto che sento il governo italiano molto più vicino ai cittadini, meno distaccato, con quell’atteggiamento quasi paterno che, forse per natura, in qualche modo riesce sempre a contraddistinguere l’Italia.

Alessandra: Generalmente la Germania sta affrontando questa pandemia in modo differente rispetto all’Italia. La cancelliera Angela Merkel ha annunciato l’emergenza Coronavirus in un discorso a tutta la Nazione a metà del mese di marzo. Da allora sono state applicate delle misure contenitive anche se non particolarmente rigide, come la distanza di sicurezza da mantenere nei supermercati. Tuttavia, i tedeschi sembrano rispettare le raccomandazioni date dal governo. Vedo la città di Bonn deserta, nonostante ci sia ancora la possibilità di uscire in coppia (ad eccezione delle famiglie) per fare la spesa o una passeggiata. La cosa che mi ha più colpito della città è l capacità degli abitanti di affrontare l’emergenza con estrema spensieratezza.

Francesca Favaro