L’Università Ca’ Foscari fa rete con il Centro Antiviolenza del Comune di Venezia e propone un percorso di formazione, informazione e prevenzione del fenomeno della violenza di genere contro le donne, con focus sul contesto universitario. Gli incontri - uno al mese, a partire dal 30 ottobre 2023 fino a febbraio 2024, ciascuno su una specifica forma di violenza - sono a ingresso libero e aperti a tutta la comunità cafoscarina.
Il percorso si inserisce tra le attività del Piano di Uguaglianza di Genere di Ca’ Foscari, è stato organizzato con il supporto del Comitato Unico di Garanzia-CUG e con il coinvolgimento di molte componenti della comunità cafoscarina.
Gli incontri si svolgeranno in modalità mista - in presenza e con collegamento in streaming - per permettere una partecipazione la più ampia possibile sia di tipo passivo che attivo (con un’attenzione massima alla tutela della riservatezza delle persone vittime di violenza che non desiderano essere riconoscibili da parte di chi partecipa).
Primo incontro: violenza sessuale
Lunedì 30 ottobre, dalle ore 15.00 alle 18.00
Aula Partesotti
Campus economico San Giobbe (Cannaregio 873, Fondamenta San Giobbe, 30121 Venezia)
Intervengono:
Sara De Vido, docente di Diritto Internazionale e delegata della Rettrice alla Parità di Genere, Ca’ Foscari;
Patrizia Marcuzzo, responsabile del Centro Antiviolenza del Comune di Venezia e dipendente della cooperativa sociale La Esse;
Emanuela Nobile, operatrice del Centro, Cooperativa la Esse;
Claudia Stefani, operatrice del Centro, Cooperativa la Esse;
Mariangela Semenzato, avvocata, consulente del Centro;
Margherita Bertoldini, ginecologa, ospedale SS.Giovanni e Paolo di Venezia;
Un/una referente dello sportello di consulenza filosofica grazie al supporto del Master in Consulenza filosofica di Ca’ Foscari Challenge School.
A seguire:
Dibattito con la platea
ZOOM: sarà possibile partecipare sia in presenza, sia in collegamento su Zoom da questo link
Meeting ID: 857 1048 4450
Passcode: Ks85bd
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Prossimi appuntamenti
Nei mesi successivi si discuterà di molestie sessuali, violenza domestica - sia fisica, psicologica, sessuale, economica - e violenza digitale - come il revenge porn o il discorso d’odio sulla base del genere. Ogni incontro durerà circa tre ore e prevede un intervento giuridico di presentazione del fenomeno, un intervento del centro antiviolenza, un intervento di consulente/esperto/a del tema, un intervento di consulenza filosofica, grazie al supporto del Master COFIL e dello sportello di consulenza filosofica, un dibattito aperto al pubblico.
Gli obiettivi
L’obiettivo principale è quello di offrire, in particolare alle donne ma non solo, gli strumenti per riconoscere episodi di violenza che possono verificarsi sia all’interno del contesto universitario sia al di fuori dell'Università, da parte di partner, ex partner, familiari, conoscenti e sconosciuti, e conoscere come reagire e a chi rivolgersi.
Il punto di partenza della riflessione è la Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa per la prevenzione e la lotta alla violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.
“Verrà fatta chiarezza su alcuni aspetti giuridici relativi alle varie forme di violenza di genere contro le donne, partendo dalla Convenzione di Istanbul, ratificata anche dall’Italia, e verranno illustrati i meccanismi a tutela delle vittime - spiega Sara De Vido. - L’obiettivo però è soprattutto quello di far conoscere gli strumenti e le persone cui rivolgersi per reagire alle varie forme di violenza, cosa fare, ad esempio, a seguito di un presunto caso di molestie sessuali. Si affronteranno casi di molestie all’interno dei contesti lavorativi e verranno esplicitate le strategie per contrastarli. Le donne, lo dimostrano i dati, sono colpite in quanto donne dalla violenza di genere o ne sono colpite in modo sproporzionato. La violenza contro le donne, incluse LBTI women, ha una matrice culturale che è basata sulla subordinazione della donna nella società, una subordinazione che percepiamo e vediamo ripresentarsi ogni qualvolta leggiamo le reazioni a fatti di cronaca di femminicidio o stupro. È una forma di discriminazione, che si acuisce in base a fattori intersezionali, quali l’identità di genere, l’orientamento sessuale, l’etnia, la condizione sociale, l’appartenenza ad una minoranza. Con questa programmazione specifica, vogliamo non soltanto raggiungere gli obiettivi del GEP, ma andare anche più in profondità. Siamo ormai pienamente consapevoli che una parità sostanziale, e non soltanto formale, non può che passare attraverso un processo culturale ampio e profondo”.
Cruciale la collaborazione con le esperte del Centro antiviolenza, luogo dove si sviluppano, grazie alle importanti competenze del personale, strategie concrete di contrasto al fenomeno e dove le vittime di atti già avvenuti vengono tutelate sotto più profili, dall’assistenza psicologica, a quella legale.
Per informazioni: sostenibilita@unive.it