5 cose da sapere per lavorare all'ONU

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Abbiamo chiesto a Manuela Morelli, responsabile Pianificazione e Sviluppo Risorse Umane – ITU (ONU) e ospite a Ca’ Foscari del Centro LEI, come prepararsi ad una carriera internazionale alle Nazioni Unite.

Prima di tutto, ci sono corsi di studio privilegiati per essere assunti? “Assolutamente no. Le competenze trasversali sono molto più significative rispetto a quelle tecniche per i programmi giovanili e le posizioni junior che permettono di entrare nella “macchina ONU”. 

Ecco quindi qualche utile consiglio:

  1. Organizzatevi per fare esperienze internazionali durante gli studi universitari, secondo una certa logica. Arricchite le scelte accademiche coltivando i vostri interessi e lo studio delle lingue. Se per esempio passate un estate come volontari in Sud America, approfittatene per abbinare un corso di spagnolo
  2. Puntate a sviluppare le vostre competenze comportamentali, non solo quelle tecniche. Nel contesto dell’ONU sono valorizzate le capacità di relazionarsi, di comunicare, di lavorare in gruppo e di adattarsi, anche in Paesi diversi
  3. Studiate le lingue. Quello linguistico è purtroppo un gap importante che noto tra i candidati italiani e quelli di altri paesi, ed è dovuto al nostro sistema scolastico. Ca’ Foscari è all’avanguardia nei programmi di studio internazionali, ma non sempre è così. Anche nelle posizioni ‘junior’ è indispensabile conoscere almeno due delle lingue ufficiali delle Nazioni Unite (inglese, francese, spagnolo, arabo, russo e cinese). Il livello richiesto è quello lavorativo, quindi bisogna saper comunicare. Per tutto il resto l’ONU si appoggia a ottimi servizi di traduzione
  4. Presentatevi con buone referenze. Si cerca il talento, e quindi ben vengano lettere di docenti, datori di lavoro o tutor aziendali che hanno avuto modo di collaborare con voi e che possono confermare le vostre capacità.
  5. Durante il colloquio vogliamo sapere le esperienze fatte e le competenze acquisite. Due errori da evitare: ripetere quello che c’è scritto sul CV e puntare suquello che si farebbe se si ottenesse la posizione.

Manuela Morelli, insieme a Luisella Pavan-Woolfe, Direttrice Consiglio d’Europa - Ufficio di Venezia e Ana Luiza Massot Thompson-Flores, Direttore Ufficio Regionale dell’UNESCO per la Scienza e la Cultura in Europa, incontra il 2 aprile gli studenti e le studentesse di Ca’ Foscari per un seminario del ciclo Donne&Lavoro, organizzato dal Career Service nell’ambito del progetto LEI.

Dal momento che nell’agenda ONU 2030 l’obiettivo numero 5 è quello di raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze, concludiamo con una domanda su tema. Uomini e donne, nel contesto lavorativo dell’ONU, hanno le stesse opportunità di carriera?

“Esiste ancora uno squilibrio numerico, soprattutto per quanto riguarda i posti di vertice, quindi su questo punto c’è ancora da lavorare. Ogni organismo delle Nazioni Unite deve produrre un report annuale sui rapporti di genere al suo interno, quindi i dati sono molto chiari e trasparenti. Quello che si evince, è comunque un miglioramento rispetto al passato, anche del potere decisionale delle donne. Questo è in parte dovuto all’aumento della trasversalità dei progetti, che tendono ad instaurare collaborazioni orizzontali. In generale però vorrei lanciare un messaggio unico, ai giovani uomini e alle giovani donne: se lavorare nell’ambito internazionale è un vostro sogno, fate di tutto per realizzarlo senza perdere la speranza. L’ONU ha per esempio molti programmi per i giovani, per i neo-laureati. I canali per entrare nell’organizzazione sono molteplici e c’è grande trasparenza su tutte le opportunità”.

Federica SCOTELLARO