Matilde in Armenia a studiare lo stato di conservazione di Geghard

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Non molto lontano da Yerevan, capitale dell’Armenia, nella valle del fiume Azat si trova il monastero di Geghard, parzialmente scolpito nella roccia di una montagna. Un mirabile esempio di architettura medievale che dal 2000 è nella lista Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. 

Foto di armennano da Pixabay

Il monastero contiene un insieme di chiese, tombe e altri edifici databili dal IV al XIII secolo per lo più scavati nella roccia, in un contesto naturale di inusitata bellezza. Il complesso, nonostante svariate vicissitudini lungo i secoli, si presenta oggi in buono stato di conservazione ed è meta turistica e di pellegrinaggio.


Matilde Veneziano, studentessa magistrale in Conservation Science and Technology for Cultural Heritage, grazie a un Worldwide Internship dell’Università Ca’ Foscari la scorsa primavera ha passato in Armenia tre mesi per condurre un’attività di ricerca e studiare lo stato di conservazione di questo straordinario Monastero.


Il progetto della National University of Architecture and Construction of Armenia (NUACA) in collaborazione con il gruppo di ricerca di Scienze e tecnologie per la conservazione dei beni culturali del Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica è stato coordinato dalla professoressa Emma Harutyunyan a Yerevan e dalla professoressa Elisabetta Zendri qui a Venezia.

Il primo passo del progetto era raccogliere le informazioni sulla storia degli interventi di conservazione e restauro del monumento in Università a Yerevan: Matilde, seguita dalla sua tutor, ha letto e trascritto tutte le informazioni sui più recenti interventi conservativi e ha approfondito lo studio dei materiali di costruzione.

In una seconda fase, appena completati gli adempimenti amministrativi per autorizzare il suo progetto di ricerca in situ, è iniziato il lavoro sul campo.

 

Innanzitutto, com’è lo ‘stato di salute’ del monastero?

Prima di poter iniziare il lavoro di analisi, ho visitato diverse volte Geghard e ne ho fotografato dettagli e stato conservativo. I miei studi si focalizzano sul rapporto tra architettura antica e natura poco antropizzata e lì ho trovato un perfetto connubio di una struttura sapientemente incastonata in uno scenario naturale mozzafiato.

All’esterno sono in corso dei restauri, la mia analisi si è concentrata, invece, sulle superfici e in particolare su alcune fratture nelle pareti interne scavate nella roccia. Il monastero è aperto al pubblico, animato da turisti, pellegrini e attività religiose.

 

In cosa consistevano i rilievi sul campo?

Nel lavoro di analisi mi sono dedicata ai rilievi della stanza della famiglia Proshian, un’area probabilmente pensata come cappella funeraria (in armeno žamatoun), situata tra il gavit, uno spazio usato per funzioni civili e una chiesa fondata nel 1283 e fatta costruire dal principe Prosh. La stanza, coeva alla chiesa adiacente, riporta alle pareti dei bassorilievi: lo stemma della famiglia Proshian ed elementi decorativi religiosi, come croci, uccelli fantastici e raffigurazioni degli apostoli. L’area presentava diverse fratture alle pareti, nerofumo, tracce di cera e delle disgregazioni naturali. 

Ho effettuato diverse analisi:

 

  • Con lo Sponge Test Method ho analizzato la porosità del materiale a diverse altezze. Sono riuscita a fare 250 misurazioni per capire quanta umidità assorbe il materiale eterogeneo delle superfici verticali.
  • Ho svolto anche una misurazione dell’umidità superficiale delle pareti, che sono un misto di tufo e basalto, con uno strumento chiamato Protimetr MMS2.
  • Con un data logger ho misurato l’umidità dell’ambiente e la temperatura.
  • Ho effettuato delle analisi a ultrasuoni per analizzare la struttura interna delle pareti e le eventuali discontinuità. Vado molto fiera di questa analisi perché ho imparato da sola ad utilizzare uno strumento dell’università NUACA, che non avevo mai usato prima di allora.
  • Ho raccolto dei campioni di materiale che sto analizzando al mio rientro in Italia, per lo più polverine ed efflorescenze.

 

Eri di base a Yerevan? Quanto dista? 

Si, grazie a dei contatti dell’Università, ho alloggiato presso una famiglia del posto nella capitale. È stata una bella esperienza perché mi sono completamente immersa nella cultura e nella quotidianità armena. Ho cenato e vissuto alcuni momenti di vita e di tradizione assieme a questa famiglia che mi ha accolta con gentilezza e ospitalità.

Geghard dista un’ora di auto da Yerevan e non è ben collegata dai mezzi pubblici. Grazie alla famiglia che mi ha ospitato e ai colleghi e alle colleghe dell’Università qualche volta ho trovato il modo di raggiungere più facilmente il Monastero in auto.

Quale sarà il focus della tua tesi?

Porterò tutti i risultati delle mie indagini fatte in loco e sui campionamenti che sto analizzando ora, componendo una mappa del degrado della Stanza della famiglia Proshian.Il focus della tesi sarà raccontare come si possono fare analisi in loco in posti isolati e distanti da centri di ricerca: gli strumenti e i materiali che ho utilizzato, cosa ho portato con me dall’Italia e come ho organizzato il mio lavoro, fatto per lo più in solitaria.

Consiglieresti questa esperienza ad altre studentesse e studenti?

A parte qualche intoppo burocratico iniziale, la considero un’esperienza formativa e arricchente, ho avuto modo di studiare materiale in un luogo dal fascino incredibile e a livello personale di crescere molto mettendomi alla prova: ho coltivato la mia perseveranza e la mia capacità di affrontare situazioni impreviste in una terra lontana da casa.

Il programma Worldwide Internships offre la possibilità di svolgere un tirocinio retribuito, presso varie tipologie di enti, collocati al di fuori dell’Unione Europea. Gli stage mirano a costruire un progetto professionale per un primo ingresso nel mondo del lavoro internazionale. È possibile mandare la propria candidatura entro il 31 agosto 2023. Il bando è a “a sportello”, quindi  le candidature saranno valutate in base all’ordine cronologico di arrivo e assegnate fino ad esaurimento dei fondi disponibili e nel rispetto dei requisiti di ammissione citati nel bando. 

Sara Moscatelli