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Assistenza agli anziani: più benessere e meno costi con le giuste politiche pubbliche

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Foto di Annabel Podevyn su Unsplash

I servizi pubblici di assistenza a lungo termine (long-term care) per le persone anziane o non autosufficienti non solo migliorano la qualità della vita di chi li riceve, ma portano benefici concreti anche alla salute e alla vita lavorativa di chi si prende cura di loro, i cosiddetti caregiver. Un sistema di assistenza formale, inoltre, non si sostituisce all'aiuto informale fornito dalla famiglia, ma lo integra, massimizzandone gli effetti positivi.

Sono queste le principali conclusioni che emergono da un’edizione speciale della rivista scientifica Health Economics dedicata alle politiche per la Long-Term Care. La raccolta dei più recenti e rigorosi studi sul tema è stata coordinata da Giacomo Pasini, professore di econometria e Direttore del Dipartimento di Economia dell'Università Ca' Foscari Venezia, insieme a colleghi delle università statunitensi della Southern California e della North Carolina. La ricerca offre indicazioni preziose per orientare le politiche sociali e sanitarie, in un contesto demografico che vede l'Italia e molti altri paesi affrontare la sfida dell'invecchiamento della popolazione.

Gli studi dimostrano con chiarezza che i servizi di assistenza formale, come l'assistenza domiciliare, i centri diurni o le strutture residenziali, hanno un effetto positivo sul benessere e sulla qualità della vita delle persone con bisogni di cura. Un risultato importante e controintuitivo è che l'assistenza pubblica non spiazza quella familiare. Al contrario, la ricerca evidenzia come gli effetti migliori si ottengano da una combinazione di cura formale e informale.

I vantaggi si estendono in modo significativo anche ai caregiver familiari. L'intensa attività di cura informale può infatti avere pesanti effetti negativi sulla salute di chi la presta e rappresenta spesso un ostacolo alla partecipazione al mercato del lavoro, specialmente per le donne. L'introduzione di un supporto formale riduce questo carico, tutelando la salute del caregiver e favorendone la permanenza o il reinserimento lavorativo.

Se un genitore sta male, i figli lasciano il lavoro?

Cosa succede a una famiglia quando un genitore anziano viene colpito da un grave e improvviso problema di salute? Uno degli studi più innovativi della raccolta, condotto da Julien Bergeot, Irene Ferrari e Ya Gao, ricercatori affiliati al Dipartimento di Economia di Ca' Foscari, risponde a questa domanda analizzando dati europei e statunitensi. La ricerca dimostra che uno "shock di salute" del genitore costringe le famiglie a una riorganizzazione radicale: aumenta infatti la probabilità che la persona anziana abbia bisogno di coabitare con un parente.

L'impatto più forte, tuttavia, riguarda la vita lavorativa: lo studio evidenzia un effetto negativo sull'occupazione dei figli caregiver, particolarmente forte e persistente negli Stati Uniti. Per assistere un genitore, spesso si è costretti a lavorare di meno. Questo dato, però, cambia radicalmente a seconda delle politiche pubbliche: dove esistono sistemi di assistenza a lungo termine più generosi, i figli sono più protetti e il ricorso alle strutture di cura, anziché alla coabitazione, è più frequente. Una prova concreta di come un welfare efficace possa sostenere non solo chi è fragile, ma anche il lavoro e l'economia di un Paese.

Non tutte le politiche sono uguali: la sfida è progettarle bene

Se i benefici sono chiari, l'efficacia e la sostenibilità delle politiche di assistenza dipendono in modo cruciale da come sono progettate. "Non basta stanziare risorse, bisogna investire con intelligenza", sottolinea la ricerca. Gli studi evidenziano come fattori quali i meccanismi di accesso ai servizi, i criteri di idoneità e la generosità degli interventi possano fare la differenza.

Un sistema pubblico di assicurazione per la long-term care, ad esempio, ha il potenziale per ridurre i costi complessivi per il sistema sanitario nazionale. Tuttavia, le preferenze dei caregiver e le condizioni del mercato del lavoro possono alterare l'equilibrio dei costi tra assistenza formale e informale. Addirittura, la stessa identica politica può produrre effetti molto diversi sul benessere a seconda della popolazione a cui si rivolge.

"Questi risultati sono un messaggio forte e chiaro per i decisori politici - commenta Giacomo Pasini. - In un Paese come l'Italia, investire in un sistema di assistenza a lungo termine ben congegnato non è solo un dovere sociale, ma una leva strategica per il benessere collettivo e la crescita economica. Un buon sistema di cura formale migliora la vita di chi è fragile, ma allo stesso tempo libera energie preziose, protegge la salute dei caregiver e promuove l'occupazione. La sfida non è più 'se' investire in questo settore, ma 'come' farlo nel modo più efficace, equo e sostenibile".

Enrico Costa