Aaron Poochigian: a Venezia sarò come un pellegrino in un luogo sacro

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Aaron Poochigian

La poesia di Aaron Poochigian, considerato il contemporaneo erede statunitense di Saffo, chiede di essere cantata: le rime, la metrica, le figure retoriche giocano insieme per richiamare, come dice lui stesso, la nostalgia e la frustrazione degli amori persi. Con richiami altisonanti ed efficaci, Poochigian ci trasporta nel suo mondo, un luogo illuminato da un’aura lirica in cui il verso viene usato per esprimere tutto. Proprio come i suoi versi, così la sua poesia rima con i modelli cui Poochigian vuole confrontarsi, Saffo, Yeats e Auden.

Aaron Poochigian sarà a Venezia venerdì 5 aprile come ospite del festival Incroci di civiltà. La sua raccolta di poesie Vagabondo a Manhattan, a cura di Mattia Ravasi, compare nel nuovo volume della collana ‘Incroci di civiltà’ della Libreria Editrice Cafoscarina.

Andrea Carboni, cafoscarino reporter di CafoscariNEWS che ha studiato le opere di Poochigian durante il corso di letteratura americana, l'ha intervistato in anteprima per voi.

Come si sente, in quanto traduttore e poeta, a essere qui a Incroci di Civiltà per la presentazione della traduzione della sua ultima opera?

Sono cresciuto in una piccola città nel mezzo del nulla negli Stati Uniti, quindi usavo la letteratura per scappare verso diverse destinazioni esotiche. C’erano città leggendarie come Troia, Atene, Venezia, Parigi. A metà tra il mito e la storia, questi posti mi attiravano perché mi sembravano l’opposto di dove ero io. Spesso, quando abitavo ad Atene, soccombevo a una sensazione di religiosità, semplicemente perché ero là, dove aveva vissuto Socrate, dove Eschilo aveva scritto le sue tragedie. Senza dubbio mi sentirò così anche a Venezia, come un pellegrino in un posto sacro.

Come la sua educazione classica influenza la sua scrittura? La poesia classica è molto rigida nella metrica, come si pone riguardo a questo? A volte lei usa caratteristiche tipiche di Saffo, può parlarcene un po’?

Le poesie di Saffo in origine erano canzoni intese per essere accompagnate dalla lira. Voglio che anche le mie poesie liriche siano quasi canzoni, quindi scrivo poesia in metrica che rima per captare quel potere incantato. Semplicemente, il verso libero non mi darebbe la musicalità che voglio.

Uso elementi dello stile si Saffo. Una figura retorica di cui mi sono servito è il priamel, uno schema retorico in cui sono presentate solitamente tre alternative, poi da abbandonare, prima della rivendicazione del poeta. È celebre il frammento 16 di Saffo, in cui, riflettendo su quale sia la cosa più bella nel mondo, suggerisce “navi, fanteria e cavalieri” prima di respingerli:

Alcuni un esercito di cavalieri, altri di fanti
e altri ancora di navi dicono essere la cosa più bella sulla terra bruna,
io ciò di cui si è innamorati.

Uso anche aggettivi composti, nello stile di Saffo: “slug-infested”, “hair-harassing, “lion-tousled”, “diamond-eyed”, “innocence-entangling”. Più in generale, come Saffo tendo a scrivere canzoni d’amore riguardo la separazione e i desideri frustrati.

Come si sente a venire a Venezia, una città con una forte eredità poetica, letteraria e anche classica? È la sua prima volta in laguna? Il poeta che è in lei è emozionato all’idea di essere in contatto diretto con un tale concentrato di storia?

Venezia è una città santa per gli amanti della letteratura e delle arti. È il luogo “where the merchants were the kings,/Where Saint Mark's is, where the Doges used to wed the sea with rings” (Robert Browning, A Toccata of Galuppi’s, lines 2—3). Non vedo l’ora di visitare l’Arsenale descritto da Dante nell’Inferno:

Quale ne l'arzanà de' Viniziani
bolle l'inverno la tenace pece
a rimpalmare i legni lor non sani,

ché navicar non ponno – in quella vece
chi fa suo legno novo e chi ristoppa
le coste a quel che più vïaggi fece;

chi ribatte da proda e chi da poppa;
altri fa remi e altri volge sarte;
chi terzeruolo e artimon rintoppa –:

tal, non per foco ma per divin' arte,
bollia là giuso una pegola spessa,
che 'nviscava la ripa d'ogne parte.
                                                      (Inferno 21, 7—18)

Apprezzo molto anche Claudio Monteverdi, il padre dell’opera moderna, e cercherò di visitare la sua tomba alla Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari.

Come vive un poeta nel mondo contemporaneo? Crede che la poesia sia ancora affascinante allo stesso modo di un tempo?

Ero sia un accademico sia un poeta, ma ho smesso di vivere questa doppia vita. Mi sono dato tutto alla poesia, e sono molto più felice (e molto più povero) da allora. Penso che la poeisa abbia ancora lo stesso potere incantevole che aveva ai tempi di Omero, ma è raro oggi trovare qualcuno che sappia gestire quel potere. Anche se non sono un poeta orale, faccio molti sforzi per far giungere la mia voce a un pubblico ampio, dalla pagina stampata al palcoscenico, nella speranza di riuscire ad affascinarli.

Quali sono i libri che ha letto da giovane e che hanno plasmato il suo lavoro influenzandolo tutt’oggi?

I poesti W.B. Yeats e W.H. Auden hanno avuto la maggiore influenza su di me. Le mie prime poesie erano imitazioni dei loro lavoti, e ancora adesso cerco di raggiungere lo stesso livello di Yeats e Auden al loro meglio. Sono orgoglioso di dire che Dante è sempre stato presente. Mi ricordo di aver letto la traduzione di Dorothy Sayers di Inferno e Purgatorio nel giardino di fronte al mio liceo, e poi sono passato all’originale. La Divina Commedia crea dipendenza; a volte ho dovuto forzarmi a smettere di leggerla. Sono molto tentato di entrare nel mondo della poesia di Dante e non tornare più indietro.

Cosa ci dovremmo aspettare dai suoi prossimi lavori?


Religiosità privata, avventure e oscenità, questo è nel mio futuro. Il mio prossimo libro di poesia lirica, “American Divine,” ha vinto il premio Richard Wilbur e uscirà nel 2020. Il libro trae dalla prospettiva politeista della poesia greca e romana e trova spazi sacri e religiosi in luoghi pubblici quali Union Square a New York. La poesia programmatica “American Divine” indirizza il lettore in quella piazza:

It starts this evening, in the winter flaw—
seeking new prophets, modern sites to cherish,
finding divinities in earthly powers.
You are a church of one, a private parish;
be passionate in the pursuit of awe.

Un altro libro in arrivo, “Mr. Either/Or: All the Rage,” continua la storia del mio romanzo in versi “Mr. Either/Or” con una gravidanza e un uragano. Inoltre, sono stato contattato dalla casa editrice W. W. Norton per tradurre dal greco antico quattro commedie di Aristofane. Sono molto divertenti e 'sporche'.

Intervista di Andrea Carboni