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Dall’hackathon di EUTOPIA al podio del Consiglio d’Europa: Benedetta e Gabriel raccontano la loro esperienza internazionale

Benedetta Marchesin e Gabriel Vincenzi

Un’idea nata durante un hackathon dell’alleanza EUTOPIA conquista uno dei palcoscenici più prestigiosi d’Europa.  Insieme al loro team internazionale, i cafoscarini Benedetta Marchesin e Gabriel Vincenzi hanno superato 284 squadre da tutto il continente e raggiunto il secondo posto all’hackathon “Democracy’s Firewall”, promosso dal Consiglio d’Europa con la collaborazione di Kreativdistrikt.

Il loro progetto? Un'app che semplifica e rende accessibili i dati pubblici, per contrastare la disinformazione attraverso strumenti comprensibili e verificabili.

Tutto inizia però lo scorso maggio, quando Benedetta, studentessa di Economics, Finance and Sustainability (curriculum Quantitative Finance and Risk Management) e Gabriel, neolaureato dello stesso corso magistrale nel percorso Economics-QEM, prendono parte alla terza edizione della call EUTOPIA ‘Innovation Challenges for Students’. Organizzata a Barcellona dall’Universitat Pompeu Fabra, l’hackathon dal titolo “Unmasking the Truth: Tackling Fake News Together” era dedicato all’impatto sociale e politico della disinformazione.

Da quell’esperienza intensa, fatta di workshop, idee e collaborazione tra studenti e studentesse di tutta Europa, è nato un gruppo affiatato - il Sunflower Team - e un’idea potente: un’applicazione che raccoglie e elabora open data da fonti ufficiali su temi come ambiente, popolazione e economia,  rendendoli intuitivi e fruibili a chiunque, con lo scopo di promuovere senso critico e trasparenza democratica attraverso un approccio visivo e contestuale.

Ecco cosa ci hanno raccontato della loro esperienza, in un’intervista doppia.
 

Cosa vi ha spinto a partecipare all’hackathon di EUTOPIA ?

Benedetta: "Sono venuta a conoscenza dell’iniziativa grazie alla mail inviata da Ca’ Foscari. Avevo già fatto application per l’hackathon precedente a Cergy, ma quello di Barcellona aveva un topic più in linea con i miei interessi e i miei studi. Il tema era super attuale e mi ha subito coinvolta.”
Gabriel:“Era un momento perfetto: avevo finito gli esami e stavo scrivendo la tesi. Non avevo mai fatto un’esperienza simile, così ho deciso di buttarmi. Studiando economia ed economia delle disuguaglianze sono molto interessato all’aspetto delle politiche pubbliche, quindi il topic della disinformazione mi ha catturato subito.”
 

Com’era composto il vostro gruppo internazionale?

Benedetta: “Eravamo in cinque: io e Gabriel da Ca’ Foscari, Natasha da Cergy, Alasdair da Warwick e Manel da Barcellona. All’inizio è stato un po’ difficile bilanciare gli equilibri di collaborazione perché abbiamo tutti delle personalità molto forti, ma già dal secondo giorno avevamo trovato il nostro ritmo.”
Gabriel: “La cosa più interessante è che venivamo tutti da percorsi diversi: chi studiava giurisprudenza, chi informatica, chi economia. È stato stimolante e ti spinge a uscire dalla tua comfort zone.”
 

Ci spiegate l’idea che avete proposto?

Benedetta: “Il nostro progetto si basava sull’utilizzo degli open data  e di come possano aiutare la democrazia e contrastare la disinformazione, rendendo anche le scelte politiche e quotidiane più informate. La nostra idea di app semplifica i dati grezzi, presi da siti governativi, e li rende con statistiche chiare e comprensibili, per dare un tipo di informazione verificata e senza bias, e aiutare la popolazione a sviluppare senso critico, ad esempio per individuare le fake news.” 
Gabriel: “Non è solo un progetto open source ma come abbiamo spiegato anche nelle varie presentazioni, è anche ‘open understanding’, perchè permette a chiunque di comprendere i dati anche se non è un esperto.”

Il Sunflower Team a Strasburgo

Qual è stata la sfida più grande durante l’hackathon di EUTOPIA e cosa avete portato a casa da questa esperienza?

Benedetta: “Il tempo. Dovevamo sviluppare un progetto complesso in pochissimo tempo. Ho imparato a gestire tante micro-task in modo diretto ed efficace. È stata un'esperienza davvero stimolante. Hai un ruolo attivo fin da subito, ti metti alla prova anche a livello personale, collaborando con persone che hanno un background accademico e un approccio diverso dal proprio. E conosci persone da tutta Europa con cui costruire relazioni anche a lungo termine.”
Gabriel: “Il format dell’hackathon è molto serrato. Ma ti insegna ad affrontare situazioni nuove, a collaborare con sconosciuti… è un po’ come il mondo del lavoro, in piccolo. Consiglierei a tutti di fare un’esperienza come questa, soprattutto se vi piace il tema. E’ un tipo di iniziativa che non ho visto né in altre università né in organizzazioni esterne, anche per la possibilità di essere affiancati da aziende esperte del settore. L’atmosfera che si percepiva era un bellissimo connubio tra l’impegno nel risolvere un problema globale e farlo in un contesto collaborativo.”
 

Come siete arrivati alla premiazione al Consiglio d’Europa a Strasburgo? Pensate di proseguire la vostra collaborazione?

Benedetta: “Dopo circa un mese dalla fine dell’esperienza EUTOPIA, Natasha ci ha segnalato l’iniziativa lanciata dal Consiglio e incentrata sempre sulla disinformazione. Abbiamo rilavorato al progetto, sviluppato altri aspetti richiesti dal bando e siamo stati tra gli 11 team selezionati per l’evento. E’ andata molto bene!” 
Gabriel: “Abbiamo avuto la fortuna di trovare un ottimo gruppo, siamo coesi e ci divertiamo a portare avanti questa idea, quindi perchè non provare anche altre esperienze! Eravamo l’unico gruppo internazionale misto. Finita l’estate vorremmo continuare a perfezionare il progetto e proporlo ad associazioni e università dei vari Paesi di appartenenza.


Scopri tutte le opportunità dell’Alleanza EUTOPIA e non perderti il nuovo bando ‘Innovation Challenges for Students’ che uscirà prossimamente: www.unive.it/eutopia    

 

Francesca Favaro