N. 52, 12/2023 - Ecofemminismo e caccia 
DEP - Deportate, esuli, profughe

Cristina Rovelli, prima donna guardiacaccia italiana.

Questo numero speciale di DEP riprende temi già affrontati in numeri precedenti, in particolare in quelli dedicati all’ecofemminismo (n. 20), al rapporto tra femminismo e questione animale (n. 23) e all’ecopedagogia (n. 44) apparsi rispettivamente nel 2012, nel 2013 e nel 2020.
Le rubriche Ricerche e Documenti indagano il rapporto tra femminismo e caccia dal punto di vista teorico, individuano le interrelazioni profonde fra caccia, sessismo, razzismo, abusi contro gli animali e interessi economici e ricostruiscono lo sterminio di alcune specie animali tra cui bisonti, lupi, balene, elefanti, uccelli. I contributi raccolti nella rubrica Femminismo e caccia nella letteratura che qui compare per la prima volta, analizzano il tema della caccia in alcuni romanzi apparsi tra il 1899 e il 1992. Bracconaggio, commercio illegale e consumo di animali selvatici sono al centro delle rubriche Testimonianze e Strumenti della ricerca.
Il numero è dedicato a Andrée Collard l’autrice che tra le prime ha posto le basi della riflessione ecofemminista sulla caccia.

Numero completo

Singoli contributi

file pdfIndice94 K
file pdfIntroduzione779 K
file pdfAndrée Collard, Joyce Contrucci, Shots in the Dark [ENG]
Lo scritto Shots in the Dark, un capitolo del volume di Andrée Collard e Joyce Contrucci Rape of the Wild apparso postumo nel 1988, ha gettato le basi della critica ecofemminista sulla caccia. Esso risaliva alle origini della caccia, criticava le teorie antropologiche che avevano goduto di ampia fortuna e che individuavano nella caccia l’avvio del processo di civilizzazione, metteva in rilievo la sua romanticizzazione nell’arte e le giustificazioni addotte per il suo esercizio.
830 K

Ricerche

file pdfLisa Kemmerer, Ecofeminism and Hunting [ENG]
A partire dalla considerazione che in molte nazioni la caccia è promossa dal governo e protetta come una tradizione apprezzata, il saggio dimostra come la filosofia ecofemminista smascheri la caccia interpretandola non già come una tradizione onorevole, ma come parte di un sistema più ampio di emarginazione e oppressione, di una visione del mondo diffusa che nuoce e opprime sia gli esseri umani che i non umani. La filosofia femminista, pertanto, è la sola in grado di rendere ragione della sua persistenza.
1.38 M
file pdfMatteo Ermacora, William T. Hornaday e lo sterminio del bisonte americano
Il saggio, ambientato nell’Ovest degli Stati Uniti, ricostruisce lo sterminio del bisonte che si consumò nell’arco di poco più di un decennio (tra il 1871 e il 1883) per mano di cacciatori di pellicce, coloni e reparti militari. Si trattò di uno degli episodi più cruenti ed efferati di caccia indiscriminata, di una catastrofe ambientale e sociale che portò con sé il tracollo delle tribù native che avevano sviluppato una vera e propria “cultura del bisonte” ed erano fortemente dipendenti da questa specie.
1.00 M
file pdfJody Emel, Sei abbastanza uomo, abbastanza grande e cattivo? Lo sterminio dei lupi negli Stati Uniti
Nella prima parte il saggio ricostruisce la genesi e lo sviluppo delle politiche volte alla distruzione dei lupi in varie regioni degli Stati Uniti, ne chiarisce le ragioni, prime fra tutte il commercio delle pellicce e la volontà di tutelare gli interessi dell’industria bovina e ovina, specialmente negli stati sudoccidentali, dove lo sviluppo di quell’industria storicamente accelerò la scomparsa del lupo. Nella seconda parte il contributo di Emel individua le interrelazioni profonde fra sessismo, razzismo, abusi contro gli animali e interessi economici.
887 K
file pdfSara De Vido, L’ecofemminismo di Greta Gaard e la caccia alle balene. Una riflessione giuridica
Dopo una breve ricostruzione storica della caccia alle balene e della sua regolamentazione sul piano internazionale, il saggio analizza, in chiave giuridica ecofemminista, la tutela delle balene nel diritto internazionale, con specifico riferimento alla caccia delle popolazioni indigene. A tale riguardo, il contributo presenta una innovativa lettura giuridica del saggio di Greta Gaard dal titolo "Tools or a Cross-Cultural Feminist Ethics: Exploring Ethical Contexts and Contents in the Makah Whale Hunt", pubblicato nel 2001.
818 K
file pdfIlaria Cimadori, The Plight of the Elephants: Protecting the Species through Local Communities [ENG]
Il contributo spiega, da un lato, come il bracconaggio sia una delle minacce all’esistenza dell’elefante africano della foresta e della savana, dall’altro, si concentra su un importante soggetto coinvolto nella protezione della vita degli elefanti: le comunità indigene. Tra gli alcuni esempi chiave di coinvolgimento delle comunità nella conservazione degli elefanti, l’autrice si sofferma sul caso del primo santuario gestito da una comunità indigena in Africa: il santuario degli elefanti di Reteti in cui sono le donne a svolgere un ruolo centrale nella cura degli animali.
778 K

Documenti

file pdfCelia Thaxter, Il cuore duro delle donne (1887), a cura di Bruna Bianchi
L’articolo pubblicato nel 1887 che qui proponiamo in traduzione italiana Celia Thaxter (1835-1894), che l’anno precedente era stata nominata vicepresidente della sezione del Massachussetts della Audubon Society per la protezione degli uccelli, è un duro atto di accusa alla vanità e alla superficialità delle donne che non sapevano rinunciare ai dettami della moda e persistevano a volersi adornare del loro piumaggio e dei loro stessi corpi.
701 K
file pdfDue scritti contro la caccia di Florence Caroline Douglas Dixie, a cura di Bruna Bianchi
Femminista, sportiva e viaggiatrice scozzese, Florence Dixie (1855-1905) per anni prese parte alle battute di caccia non senza un profondo senso di disagio a stento soffocato. Abbandonato questo “sport”, scrisse diffusamente per denunciarne la crudeltà. I suoi articoli più noti che proponiamo in traduzione italiana ne sono un significativo esempio.
1.00 M
file pdfWilliam T. Hornaday, Lo sterminio del bisonte americano (1889), a cura di Matteo Ermacora
Con la pubblicazione di “The Extermination of the American Bison” nel 1889, William Temple Hornaday, naturalista, tassidermista per lo Smithsonian Institute, fornì una prima accurata ricostruzione delle motivazioni e delle dinamiche dello sterminio del bisonte americano, che avvenne tra il 1871 e il 1883. I coloni alla ricerca di nuovi spazi per l’agricoltura, i reparti dell’esercito americano e i cacciatori di pellicce distrussero le mandrie di bisonti delle Grandi pianure, portandole sull’orlo dell’estinzione.
0.90 M
file pdfMary Austin, L’ultima antilope (1909), a cura di Bruna Bianchi
In questo racconto, ambientato nel deserto americano, Mary Austin (1868-1934) – scrittrice, femminista, naturalista e studiosa delle culture delle popolazioni native – attraverso la storia di un pastore che assiste all’uccisione dell’“ultima antilope” da parte di un colono, esprime il dolore per la distruzione dell’ambiente desertico che nella sua prosa poetica aveva descritto come vivo, meraviglioso e spirituale.
844 K
file pdfGene Stratton Porter, L’ultimo piccione migratore (1924), a cura di Bruna Bianchi
Lo scritto di Gene Stratton Porter (1863-1924), naturalista, fotografa e scrittrice per l’infanzia, basato sui suoi ricordi personali e sulla sua esperienza di ornitologa, ripercorre la progressiva scomparsa dei piccioni migratori che in pochi decenni si estinsero a causa della caccia indiscriminata.
1.07 M

Interviste e testimonianze

Strumenti per la ricerca

La caccia nella letteratura femminista: canguri, volpi, bisonti, scimmie

Last update: 23/04/2024