KŬDDAE KŬSARAMDŬL (The President's Last Bang)

Il nuovo film di Im Sang-soo reinterpreta l'assassinio del presidente Pak Chŏnghŭi (Park Chung Hee), avvenuto il 26 ottobre 1979 per mano del capo della CIA Coreana. Un evento di grande importanza storica e conosciuto da tutti i coreani, ma i cui dettagli sono tuttora avvolti nel mistero...

 

 

 

 

KŬDDAE KŬSARAMDŬL
The President's Last Bang di Im Sang-soo

 

Regia: IM Sang-soo. Sceneggiatura: IM Sang-soo. Interpreti: HAN Seok-gyu, BAEK Yoon-sik, KIM Yoona. Produttore: LEE Eun, KANG Je-gyu. Produzione: MK Buffalo. Origine: Corea del Sud, 2005, colore, 102'.

Nella Corea degli anni ’70 è al potere un governo militare oppressivo e corrotto, il cui presidente è costantemente impegnato in feste e party senza motivo apparente, mentre fazioni politiche avverse aspettano una qualsiasi occasione per cambiare le carte in tavola. In questa situazione alcuni membri della CIA coreana ormai stanchi di organizzare e coadiuvare i divertimenti del presidente, cominciano a tramare un piano per assassinarlo. Nel momento in cui partono due colpi di pistola, il Paese si trova di fronte ad una inaspettata svolta.

Uscito nel febbraio 2005, l'ultimo film di Im Sang-soo -- Kŭddae kŭsaramdŭl -- si svolge nell'arco di 24 ore, ritraendo una fra le possibili interpretazioni degli eventi legati all'assassinio del presidente Pak Chŏnghŭi (Park Chung Hee), avvenuto il 26 ottobre 1979 per mano del capo della CIA Coreana dell'epoca. Pur trattandosi di un evento di fondamentale importanza nella storia coreana e ben conosciuto da tutti i coreani, i particolari dell’assassinio del presidente e del conseguente colpo di stato non sono mai stati resi pubblici, e sono tuttora avvolti da una impenetrabile cortina di mistero.

A 25 anni di distanza dallo storico assassinio del presidente Pak, Im Sang-soo è il primo regista che porta il fatto sugli schermi cinematografici. In una miscela di dettagli storicamente confermati e non, Im ricrea il giorno del colpo di stato momento per momento, presentandocelo dal punto di vista delle persone comuni rimaste coinvolte nella cospirazione e non per proprio volere, ma in seguito ad ordini emanati dai loro superiori.

I personaggi del film sono le classiche 'pedine' senza volto: uomini che non hanno niente a che vedere con i giochi di potere in atto all'epoca, che si ritrovano a sparare senza sapere perché, senza fare domande e senza ottenere risposte; donne che invitate a cena dal presidente per allietare la serata finiscono per ritrovarsi nel mezzo della sparatoria che meno avrebbero potuto immaginare; un uomo che mentre si sta godendo il suo giorno di riposo a casa con la famiglia viene richiamato in servizio solo per la sua capacità di maneggiare le armi da fuoco, anche se in realtà nel momento del bisogno dovrà coprirsi gli occhi per farlo.

Tutte piccole persone travolte dagli eventi, che in seguito saranno punite dalla legge (chi con la pena capitale e chi con l’incarcerazione) per aver partecipato al colpo di stato, e che verranno poi dimenticate dall’opinione pubblica e dai libri di storia.

È tramite i loro occhi che si spiega il film, in un misto di ironia, umanismo e grottesco, trasmettendoci il ricordo di una società basata sul potere delle armi e che ironicamente finisce per rivolgerle contro se stessa, contemporaneamente rivelando i sacrifici imposti da una cultura basata sul comando e l’obbedienza.

Data la tragicità dell’argomento il film avrebbe potuto essere un altro fra i numerosi elogi alla violenza che appare spesso e gratuitamente sul grande schermo; ma grazie alla bella narrazione di Im Sang-soo e all'estrema umanità dei personaggi da lui rappresentati, minuziosamente colti nei loro aspetti più quotidiani, goffi e normali, Kŭddae kŭsaramdŭl è un film interessante e avvincente, che spezza le scene più violente e drammatiche con momenti di ironia e comicità, e che ci lascia con l'amara constatazione che gli eventi che hanno cambiato la storia sono spesso carichi di sangue innocente e ignaro.

Nonostante l'argomento trattato sia ancora un ricordo doloroso per il popolo coreano, Im Sang-soo ce lo ripropone in un formato perfettamente accettabile, nel ritratto ironico di un'era fortemente permeata da un militarismo ancora legato a quello di stampo coloniale giapponese, in un omaggio agli uomini che senza esserne del tutto coscienti hanno cambiato la Corea moderna, e che come tali vanno ricordati.

Da notare, oltre alle brillanti regia e fotografia, le eccellenti recitazioni del carismatico Baek Yunsik (Save the Green Planet e The Big Swindle) nel ruolo di Kim Chaegyu, capo della CIA coreana, e di Han Seokgyu (Comrade, Shwiri) nel ruolo di Chu Gwajang (il suo braccio destro).

Silvia Tartarini