Sister Jiang

Siamo di fronte a una vera e propria opera nello stile di Pechino. Si alternano dialoghi e parti cantate; musiche orchestrali mescolate alle percussioni tradizionali.

SISTER JIANG
Jiang Jie di Huang Zimu e Fan Lai

 

Cina, 1978, col
Con: Yang Weizhong, Fei Bingzhong

 

Opera rivoluzionaria. A differenza di The East is Red, che mette in scena balletti basati sui principi maoisti e rappresenta in maniera astratta le classi sociali, e dei balletti rivoluzionari White Haired Girl e Red Detachmnt of Woman che raccontano un'epica storica senza l'uso di dialoghi, qui siamo di fronte a una vera e propria opera nello stile di Pechino. Si alternano dialoghi e parti cantate; musiche orchestrali mescolate alle percussioni tradizionali. Le scenografie sono estremamente stilizzate, rendendo il film "teatro filmato" molto poco spettacolare. Racconta le vicende di Jiang, rivoluzionaria martire. L'eroine esalta i valori del partito, incita il popolo alla ribellione, resiste alle torture dei malvagi feudatari. Interessante la fine, quando le donne prigioniere odono, lontane, le esplosioni che annunciano l'arrivo dell'esercito maoista. Vengono anche raggiunte dalla notizia della fondazione della Repubblica Popolare da parte di Mao. Tessono la bandiera rossa con le stelle gialle della Cina Popolare, cantando inni alla neonata patria, "finalmente nostra". Ma è troppo tardi per Jiang, condannata a morte. Non vuole lacrime, e canta l'orgoglio per essersi sacrificata per la patria. Qui le sole sequenze fortemente iconiche: all'immagine della donna che canta (gilet rosso, sciarpa bianca) si alternano, sullo sfondo, i segni della sua passione (gli strumenti di tortura), il fuoco, ed infine uno stormo di bandiere rosse.

Corrado Neri