India

Ti rifaccio! Un remake al giorno leva la noia di torno

Un virus influenzal-cinematografico sembra aver colpito numerosi registi indiani siano essi operanti nel cinema mainstream o in quello parallelo: la febbre del remake. Benché si tratti di una pratica ben consolidata nel tempo, è balzata di recente alla ribalta per la sua concentrazione temporale, per gli ‘originali’ a cui si ispira e per i registi che in tale pratica si sono cimentati o meditano di farlo. Il vino vecchio nella botte nuova o qualcos’altro?

Guru Datt (1925-64): Il tormento e l'estasi

"Il guaio è che io non solo so dirigere, ma so anche cosa significhi dirigere. L'angoscia mentale, il logoramento emotivo che bisogna attraversare non è certo la condizione ideale per essere ben presenti mentre si dirige, nemmeno per un maestro".

 

Parinita: il contesto

Parinita (2005), diretto da Pradip Sarkar e tratto dal romanzo omonimo del 1914 di Sharatchandr Chattopadhyay, è il rifacimento più recente di quest’opera, dopo quello‘ufficiale’del 1953 di Bimal Roy. In questa prima parte, anziché perdersi in confronti non sempre legittimi, viene dato spazio al contesto storico e socio-culturale in cui il romanzo e i due film hanno visto la luce, premessa indispensabile per capire un’opera radicata in una cultura altra.

 

Satyajit Ray: chi era costui?

Satyajit Ray è ancora, in Occidente, l'unico cineasta indiano nei confronti del quale non si pone la fatidica domanda. Una nutrita bibliografia ragguaglia sulle sue aristocratiche origini, sulle vicende legate al suo primo film, il cui straordinario successo consacra l'autore come il Maestro del cinema indiano, e sull'ininterrotto plauso che accompagna ogni nuova creazione del regista. Ma Satyajit Ray è sia mal conosciuto che poco conosciuto.

 

The sins of a pioneer - Satyajit Ray Re-Examined

part two

Seconda parte dell’articolo di M.K. Raghavendra su Satyajit Ray. Il critico si concentra sulle opere tratte da testi letterari, occidentali e indiani, come Un nemico del popolo (da Ibsen) o la trilogia di Apu (da Bibhuti Bhushan Bandopadhyay). Vengono presi in considerazione anche i film per i quali Ray si è ispirato ai suoi stessi racconti. Ne risulta una prospettiva insolita, che illumina aspetti poco esplorati della personalità del regista. Lingua: inglese

The sins of a pioneer - Satyajit Ray Re-Examined

part one

Prima parte di un articolo di M.K. Raghavendra, in cui l'autore, noto critico cinematografico e storico del cinema indiano, presenta una lettura inedita di Satyajit Ray, che rimane a tutt'oggi il regista indiano più conosciuto in Occidente. Proprio il vasto riconoscimento internazionale ha conferito al regista un'aura particolare che rende difficile in patria una serena valutazione critica della sua opera. Lingua: inglese

Dādāsāhab Phālke (1870-1944) e la nascita del cinema indiano

Il 3 maggio 1913, viene presentato a Bombay il film Rājā Harishchandr. Ne è autore D.G. Phālke, il padre della cinematografia indiana. Dopo aver realizzato opere di grande successo e creatività artistica e ideato il primo genere del cinema indiano, Phālke morirà indigente e dimenticato.

Ram Ke Nam - In the name of God

L'opera, di Ānand Patvardhan, ha per tema la drammatica vicenda della Babri Masjid di Ayodhya, demolita il 6 dicembre 1992 da estremisti hindu, per i quali la moschea sorgeva sulle rovine di un tempio hindu, che segnava il luogo esatto in cui era nato Ram, incarnazione del dio Vishnu.