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Matteo #futurevoices, in Ferrari grazie a un Meet up del Career Service: "a Ca' Foscari ho trovato un ambiente internazionale, business-oriented e innovativo"

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Matteo Oniga lavora in Ferrari da due anni grazie a un Meet up organizzato dal Career Service nel 2022, quando era un laureando Magistrale in Economics. Oggi è Retail Marketing Specialist a Maranello e ha recentemente ricevuto una borsa di studio intitolata a Enzo Ferrari.

C’è stato un momento, all’inizio del tuo percorso universitario, in cui hai iniziato a immaginare un futuro professionale legato al mondo dell’automotive o del marketing?

La passione per l’automobile è sempre stata parte di me, qualcosa di innato, non trasmesso da qualcuno in particolare ma presente fin da quando riesco a ricordare. Ciò che invece mi è stato trasmesso, per cui sono profondamente grato, è l’importanza di inseguire una professione che mi appassionasse davvero. La direzione, dunque, è sempre stata piuttosto chiara.
La svolta è effettivamente arrivata durante il percorso di laurea triennale, quando ho seguito il mio primo corso di marketing. Ricordo ancora la definizione di Philip Kotler: “il marketing individua e soddisfa i bisogni umani e sociali” — che continua a rappresentare un riferimento. Un mix di creatività, innovazione, un intreccio tra scienze economiche e psicologiche. Il tassello mancante per capire davvero quale percorso professionale volessi intraprendere.

Quali esperienze, corsi o attività a Ca’ Foscari hanno avuto un impatto significativo sul tuo percorso? Il contatto con docenti, compagne e compagni di corso ha in qualche modo contribuito alla tua crescita?

A Ca’ Foscari ho studiato Economia Aziendale, proseguendo poi con la laurea magistrale in Economia e gestione delle aziende. Credo che l’interezza del percorso, andando oltre il confine del piano di studi, sia il vero valore. Gli scambi internazionali, il confronto continuo con i compagni ed i lavori di gruppo “business oriented” sono stati fondamentali per la mia crescita personale e professionale.
Se però dovessi pensare ai corsi che hanno avuto un impatto decisivo sul mio percorso, sono due. Il primo è stato Marketing, che mi ha appassionato al punto da sceglierlo come tema della tesi triennale. Il secondo è Innovazione Strategica e Management della Sostenibilità, da cui è poi nata la mia tesi magistrale. Considero la tesi un momento chiave nel percorso accademico: così come nel mondo del lavoro, anche in ambito universitario per me è sempre stato essenziale lavorare su un tema che mi appassionasse davvero. In questa sede, non posso non citare il professor Carlo Bagnoli, relatore stimolante nonché professore dall’approccio disruptive, vero innovatore, capace di tenerti incollato alle lezioni per ore ed ore. Grazie!

Ricordi cosa ti ha colpito durante il Meet Up con Ferrari del 2022? Cosa ti ha spinto a partecipare? Ti aspettavi che potesse davvero nascere un’opportunità concreta?

Quando vidi per la prima volta questa opportunità, devo ammettere che ero piuttosto scettico. Pensavo a Ferrari come a una realtà quasi irraggiungibile, soprattutto per uno studente con una sola esperienza lavorativa alle spalle. Poi però mi sono detto: se Ferrari è qui, a Ca’ Foscari, significa che credono davvero nel valore della nostra comunità studentesca.
Il meet up ne è stata la conferma: ho percepito un inaspettato approccio, che poi ho capito essere uno dei principi guida aziendali: la cosiddetta “confident humility”, ovvero un equilibrio tra umiltà ed essere confidenti.
È stata poi la testimonianza di un alumnus a darmi la spinta decisiva. Sentire il suo racconto mi ha trasmesso la motivazione e la fiducia necessaria per candidarmi. Credo molto nel riconoscere i giovani talenti, anche lasciandosi ispirare: uno spirito di emulazione che, a mio avviso, dovrebbe sempre prevalere su invidia o competizione sterile.

Com’è stato il passaggio dall’università al lavoro in una realtà internazionale come Ferrari? Quali sono state le sfide più importanti che hai affrontato nei primi mesi?

Il passaggio dal mondo universitario a quello lavorativo è stato sicuramente stimolante e ricco di sfide. Anche dopo due anni e mezzo, provo ancora la stessa emozione nel vivere ogni giornata con curiosità e voglia di crescere.
Uno degli aspetti più complessi, specialmente nei primi mesi, è stato gestire in parallelo diversi progetti e attività. Essere multitasking, imparare a stabilire le priorità e capire che non si può fare tutto subito – e bene – è una competenza che sto sviluppando con l’esperienza. In tutto ciò non avevo ancora concluso il mio percorso accademico, e conciliare studio e lavoro ha richiesto un extra-effort non sempre semplice da sostenere.
Un altro tema è sicuramente l’internazionalità: seppur vivere a Venezia, città interculturale per eccellenza, ti possa in parte preparare a questo, lavorare in sede centrale – in continuo contatto con filiali e colleghi da tutto il mondo – implica la necessità di sviluppare una sensibilità interculturale e di adattare il proprio approccio in base ai diversi contesti. È un viaggio continuo, anche se con base a Maranello.

C’è un momento particolare in cui hai sentito di aver fatto un passo avanti, non solo professionalmente ma anche personalmente?

Sì, uno dei momenti più significativi è stato sicuramente lo scorso novembre, quando ha preso vita un progetto che ho seguito per un intero anno – il primo in cui ho ricoperto il ruolo di project leader, dopo aver affiancato un collega nell’edizione precedente.
Si tratta di Universo Ferrari, una piattaforma esperienziale aperta a clienti e pubblico, pensata per raccontare l’azienda in modo completo, soprattutto in quei mercati dove la conoscenza del DNA del Cavallino Rampante è meno radicata. L’edizione 2024 si è tenuta a Bangkok, in Thailandia.
Vedere realizzato, dall’altra parte del mondo, un progetto in cui senti di aver dato un contributo concreto, facendo da ponte tra l’headquarter e la filiale del Far & Middle East cercando di ripagare la fiducia concessa, è stato un momento fondamentale nel mio percorso.

Hai recentemente ricevuto una borsa di studio intitolata a Enzo Ferrari: cosa ha rappresentato per te questo riconoscimento?

Questo riconoscimento ha rappresentato, prima di tutto, un profondo senso di gratitudine e appartenenza verso un’azienda che dimostra di investire concretamente nei dipendenti, sostenendone la crescita sia professionale che personale. Iniziative come questa valorizzano l’aspetto umano del nostro ambiente di lavoro, che è – e rimane – uno degli elementi centrali del successo di Ferrari.
Lascio infatti una frase del fondatore che esprime perfettamente questo pensiero:
"Le fabbriche sono fatte di macchine, muri e persone. Credo che la Ferrari sia fatta prima di tutto di persone.”

In che direzione ti piacerebbe continuare a crescere?

Mi piacerebbe continuare a crescere all’interno del marketing, consolidando le competenze acquisite e assumendo, nel tempo, responsabilità crescenti.
Durante il mio percorso a Ca’ Foscari ho avuto l’opportunità di essere exchange student in Inghilterra, Svizzera e Germania: esperienze che mi hanno avvicinato a una visione interculturale del lavoro e delle relazioni, e che suggerisco sempre a chi incontro. Se in futuro si presentasse l’occasione di lavorare in una filiale estera, la accoglierei con entusiasmo, perché credo possa rappresentare un’opportunità preziosa per crescere ulteriormente, rafforzare il mio approccio globale e applicare le competenze maturate in HQ sul mercato.

Guardandoti indietro, cosa diresti oggi a te stesso o a chi oggi si trova dove eri tu qualche anno fa?

Sicuramente, direi di perseguire una passione. Citando Hegel, “nulla di grande nel mondo è stato fatto senza passione”, e io credo fermamente in questo. Tuttavia, consiglierei di farlo senza la miopia di vedere solo ciò che appassiona. Mi spiego meglio: credo sia importante specializzarsi in un settore, ma senza dimenticarsi dell’esistenza di un mondo esterno, ricco di opportunità e di nuove prospettive.
Essere curiosi, mantenere una visione trasversale e, come suggerisce il nostro Amministratore Delegato, imparare da tutti e in qualsiasi contesto. In sintesi, direi di approfittare di ogni opportunità di scambio, sia professionale che personale, ricercando contaminazioni tra idee e culture, e di costruire un network solido di conoscenze e amicizie stimolanti con cui crescere e condividere il percorso.
 

Sara Moscatelli